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Potatura e taglio di ritorno della paulownia

Daria · 22.05.2025.

La potatura della paulownia è un’operazione agronomica di fondamentale importanza che, a seconda degli obiettivi del coltivatore, può variare da semplici interventi di pulizia a tecniche più drastiche e specializzate come il taglio di ritorno, noto anche come ceduazione. Gestire correttamente la forma e la struttura dell’albero non è solo una questione estetica, ma un modo per influenzarne direttamente la crescita, la produzione e la salute. Comprendere quando, come e perché potare permette di guidare lo sviluppo della pianta verso il risultato desiderato, che sia la creazione di un magnifico albero ornamentale con una fioritura spettacolare o la produzione di un tronco dritto e privo di nodi per legname di alta qualità. Ogni taglio deve essere eseguito con cognizione di causa, poiché un intervento errato può compromettere la crescita o creare vie d’accesso per i patogeni.

La potatura non è sempre strettamente necessaria per la sopravvivenza della paulownia, che se lasciata a sé stessa crescerebbe comunque, ma è indispensabile per ottimizzarne le prestazioni. Gli obiettivi della potatura possono essere molteplici: la potatura di formazione, eseguita nei primi anni, mira a costruire una struttura solida e ben impostata; la potatura di mantenimento su alberi adulti serve a rimuovere il legno secco o danneggiato e a mantenere la chioma sana e arieggiata; la potatura di produzione, come il taglio tecnico, è finalizzata a massimizzare la qualità del prodotto principale, ovvero il legno.

Il momento migliore per eseguire la maggior parte degli interventi di potatura sulla paulownia è durante il periodo di riposo vegetativo, in tardo autunno o in inverno, quando l’albero è spoglio e la sua struttura è ben visibile. Potare in questo periodo minimizza lo stress per la pianta e riduce il rischio di infezioni, poiché la circolazione della linfa è ridotta e molti patogeni sono inattivi. È importante evitare di potare durante periodi di gelo intenso, poiché le ferite potrebbero non cicatrizzare correttamente. Piccoli interventi di rimozione di polloni o rami deboli possono essere eseguiti anche durante la stagione vegetativa.

L’utilizzo di attrezzi adeguati e ben affilati è cruciale per eseguire tagli netti e precisi che facilitino una rapida cicatrizzazione. Cesoie, seghetti e troncarami devono essere puliti e disinfettati prima dell’uso e tra una pianta e l’altra, specialmente se si sospetta la presenza di malattie, per evitare di trasmettere infezioni. I tagli devono essere eseguiti appena al di fuori del collare del ramo, quella zona leggermente ingrossata alla base del ramo stesso, senza danneggiarlo, poiché è lì che si trovano i tessuti specializzati nella chiusura della ferita.

Il taglio di ritorno o ceduazione

Il taglio di ritorno, conosciuto anche come taglio tecnico o ceduazione, è una pratica colturale specifica e quasi indispensabile per chi coltiva la paulownia con l’obiettivo di produrre legname di alta qualità. Questa tecnica, apparentemente drastica, consiste nel tagliare il giovane albero a pochi centimetri dal suolo alla fine del suo primo o secondo anno di vita, durante il periodo di dormienza invernale. Lo scopo è stimolare la ceppaia, forte di un apparato radicale già sviluppato, a emettere nuovi germogli estremamente vigorosi e a crescita rapida.

Dopo il taglio, dalla base del tronco emergeranno numerosi nuovi getti. A primavera, quando questi avranno raggiunto una lunghezza di circa 15-20 centimetri, si dovrà effettuare un’operazione di selezione chiamata “spollonatura”. Si sceglie il germoglio più dritto, sano e vigoroso, solitamente quello posizionato più in alto sulla ceppaia, e si eliminano delicatamente tutti gli altri. Questa selezione concentra tutta l’energia dell’apparato radicale in un unico fusto, che crescerà con una velocità e una verticalità sorprendenti.

Il nuovo fusto che si sviluppa dopo il taglio tecnico presenta caratteristiche superiori rispetto a quello del primo anno. La crescita può raggiungere e superare i 3-5 metri in una sola stagione vegetativa, producendo un astone perfettamente dritto, con internodi più lunghi e, soprattutto, privo dei rami bassi. Questo si traduce, negli anni a venire, in un tronco che per i primi metri è completamente libero da nodi, una caratteristica estremamente apprezzata e ricercata nell’industria del legno, che ne aumenta notevolmente il valore commerciale.

Questa pratica, sebbene controintuitiva per un neofita, è la chiave per “resettare” la crescita iniziale dell’albero, correggendo eventuali difetti di verticalità e ottimizzando la qualità del futuro assortimento legnoso. Sfrutta la straordinaria capacità di rigenerazione della paulownia e la vigoria del suo apparato radicale per ottenere un risultato che sarebbe impossibile da raggiungere con la sola potatura di formazione. È un investimento di un anno di crescita che viene ampiamente ripagato dalla qualità superiore del prodotto finale.

Potatura di formazione per scopi ornamentali

Quando la paulownia è coltivata per il suo valore ornamentale, principalmente per la sua magnifica fioritura e per l’ombra creata dalle sue grandi foglie, la potatura di formazione assume un’importanza diversa. L’obiettivo non è più ottenere un tronco nudo, ma creare una struttura armoniosa, equilibrata e sicura, con una chioma ben distribuita. Questi interventi si effettuano principalmente nei primi 3-5 anni di vita dell’albero e determinano l’impalcatura principale che la pianta manterrà per tutta la sua vita.

Nei primi anni, è importante decidere a quale altezza si desidera che inizi la chioma. Si lascerà crescere il fusto principale fino all’altezza desiderata e poi si cimerà, ovvero si taglierà la punta, per stimolare l’emissione di rami laterali al di sotto del punto di taglio. Da questi rami si selezioneranno 3-5 branche principali, ben spaziate tra loro e con un buon angolo di inserzione rispetto al tronco, che andranno a formare la struttura portante della chioma. I rami con un angolo troppo acuto sono più deboli e rischiano di scosciarsi in futuro.

Negli anni successivi, la potatura consisterà nell’eliminare i rami che crescono verso l’interno della chioma, quelli che si incrociano o sfregano tra loro, e i cosiddetti “succhioni”, ovvero quei rami molto vigorosi e verticali che possono competere con il fusto principale o alterare la forma desiderata. Lo scopo è mantenere una chioma aperta e arieggiata, che permetta alla luce di penetrare e riduca il rischio di malattie fungine. Si rimuovono anche i rami bassi che possono essere d’intralcio al passaggio.

Un’altra tecnica di potatura ornamentale, adatta a piccoli giardini, è la “pollarding”, che consiste nel tagliare drasticamente ogni anno tutti i rami dell’anno precedente, lasciando solo un’impalcatura corta e robusta. Questo metodo, simile alla ceduazione ma effettuato a un’altezza maggiore, impedisce all’albero di raggiungere grandi dimensioni e stimola la produzione di foglie eccezionalmente grandi. Tuttavia, questa pratica sacrifica completamente la fioritura, poiché i fiori si formano sul legno dell’anno precedente.

Potatura di mantenimento su alberi adulti

Una volta che la paulownia ha raggiunto la maturità e ha una struttura ben formata, gli interventi di potatura diventano meno frequenti e si limitano principalmente a operazioni di mantenimento e pulizia. Un albero adulto e sano richiede poche cure, ma una potatura di mantenimento periodica, eseguita ogni pochi anni, è importante per preservarne la salute, la sicurezza e la bellezza nel tempo.

L’operazione principale consiste nella rimozione del legno morto, secco o danneggiato. I rami secchi non solo sono antiestetici, ma possono rappresentare un pericolo se si staccano e cadono, specialmente su alberi di grandi dimensioni. Inoltre, il legno morto è una facile via d’ingresso per funghi cariogeni e altri patogeni che possono infettare le parti sane dell’albero. La rimozione di questi rami va fatta tagliando fino al tessuto sano, rispettando sempre il collare del ramo.

La potatura di mantenimento include anche il diradamento della chioma, se questa diventa troppo fitta. Si eliminano alcuni rami, preferibilmente quelli che crescono verso l’interno o che si incrociano, per migliorare la penetrazione della luce e la circolazione dell’aria. Una chioma più aperta è meno soggetta a malattie fungine e permette una migliore distribuzione dell’energia su tutta la vegetazione. È importante non esagerare con il diradamento, rimuovendo non più del 20-25% della massa fogliare in un singolo intervento.

Infine, la potatura di mantenimento può avere anche scopi di contenimento, se l’albero sta diventando troppo grande per lo spazio a disposizione. In questo caso si possono eseguire dei “tagli di ritorno” sui rami principali, accorciandoli fino a una ramificazione laterale più piccola che possa assumere la funzione di nuova cima. Questi interventi, specialmente su rami di grosso diametro, devono essere eseguiti con molta attenzione e competenza per non danneggiare l’albero, e per alberi di grandi dimensioni è sempre consigliabile rivolgersi a un arboricoltore professionista.

Gestione dei polloni e della ricrescita

La paulownia ha una spiccata tendenza a emettere polloni, ovvero germogli che si sviluppano direttamente dalla base del tronco o dalle radici superficiali. Questa caratteristica, che è alla base della sua straordinaria capacità rigenerativa sfruttata nella ceduazione, può diventare un aspetto gestionale da non trascurare, specialmente nelle coltivazioni a scopo ornamentale o quando si desidera un unico fusto pulito.

La gestione dei polloni radicali e basali, comunemente chiamata spollonatura, dovrebbe essere eseguita regolarmente durante la stagione vegetativa. I polloni vanno rimossi non appena compaiono, quando sono ancora erbacei e teneri. In questa fase possono essere semplicemente strappati a mano o tagliati con delle cesoie. Rimuoverli precocemente è meno stressante per la pianta e impedisce che sottraggano energia e nutrienti destinati alla crescita del fusto principale e della chioma. Se lasciati crescere, diventano legnosi e richiedono l’uso di seghetti per la loro rimozione.

In alcuni contesti, come nel consolidamento di scarpate o in progetti di fitorisanamento, la capacità pollonifera della paulownia può essere considerata un vantaggio, in quanto permette alla pianta di colonizzare rapidamente il terreno e di creare un denso apparato radicale che stabilizza il suolo. Tuttavia, nella maggior parte delle applicazioni agricole e ornamentali, i polloni sono considerati indesiderati e la loro gestione è una pratica di manutenzione ordinaria.

Oltre ai polloni, è importante gestire anche i “succhioni”, quei rami epicormici molto vigorosi che possono svilupparsi lungo il tronco, specialmente in risposta a stress, potature drastiche o un’eccessiva esposizione alla luce di un tronco precedentemente ombreggiato. Anche questi vanno rimossi tempestivamente per mantenere la pulizia del fusto e per evitare che alterino la struttura della pianta, competendo con le branche principali e creando punti di potenziale debolezza nella struttura dell’albero.

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