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Piantagione e propagazione del cedro dell’Atlante

Linden · 08.04.2025.

La messa a dimora e la successiva propagazione del cedro dell’Atlante sono due momenti fondamentali che determinano il futuro successo di questo magnifico albero nel nostro giardino. Un impianto eseguito a regola d’arte pone le basi per una crescita sana e vigorosa, riducendo lo stress da trapianto e favorendo un rapido attecchimento. Allo stesso modo, comprendere le tecniche di propagazione ci permette non solo di moltiplicare i nostri esemplari, ma anche di approfondire la nostra conoscenza del ciclo vitale di questa specie. Affrontare questi passaggi con la dovuta preparazione e attenzione ai dettagli è il primo, vero gesto d’amore verso questo gigante verde, un investimento di tempo e cura che verrà ripagato con decenni di impareggiabile bellezza. Sia che si parta da un giovane esemplare acquistato in vivaio, sia che si voglia tentare l’affascinante percorso della semina, la conoscenza delle corrette procedure è la chiave del successo.

La scelta dell’esemplare in vivaio è il primo passo critico nel processo di piantagione. È fondamentale selezionare una pianta sana, con un apparato radicale ben sviluppato ma non spiralizzato all’interno del vaso. Bisogna controllare che la zolla sia compatta e umida, ma non fradicia, e che non ci siano radici che fuoriescono in modo eccessivo dai fori di drenaggio, segno di una permanenza troppo lunga nel contenitore. L’aspetto della parte aerea è altrettanto importante: la chioma deve essere folta, di un colore uniforme e brillante (blu-argenteo, verde o dorato a seconda della varietà) e priva di aghi secchi o ingialliti. Il fusto deve essere dritto e robusto, senza ferite o segni di malattie.

Una volta portato a casa l’esemplare, non bisogna avere fretta di metterlo a dimora immediatamente se le condizioni non sono ideali. È possibile tenerlo nel suo vaso per qualche giorno in una posizione semi-ombreggiata e riparata dal vento, mantenendo il terriccio umido. Questo periodo di acclimatazione permette alla pianta di adattarsi gradualmente al nuovo microclima prima di affrontare lo stress del trapianto. È importante non lasciare mai che la zolla si secchi completamente, poiché le radici fini potrebbero danneggiarsi irreparabilmente. Questo breve periodo di attesa è anche un’ottima occasione per preparare con calma e cura la buca d’impianto.

La pianificazione è tutto quando si tratta di piantare un albero che vivrà per secoli e raggiungerà dimensioni monumentali. Prima ancora di scavare, bisogna visualizzare l’albero nella sua maturità, considerando l’ombra che proietterà, lo sviluppo delle radici e l’ingombro della chioma. È essenziale verificare la presenza di servizi sotterranei come tubazioni dell’acqua, del gas o cavi elettrici per evitare spiacevoli incidenti durante lo scavo. La scelta del momento giusto per la piantagione, preferibilmente in autunno o all’inizio della primavera, è altrettanto cruciale per garantire il successo dell’operazione.

Scelta del sito di impianto perfetto

La selezione del luogo dove piantare il cedro dell’Atlante è forse la decisione più importante che si possa prendere per il suo futuro. Questo albero ama il pieno sole e necessita di almeno 6-8 ore di luce solare diretta al giorno per crescere forte e mantenere una chioma densa e compatta. Un’esposizione insufficiente può portare a una crescita stentata, a un diradamento degli aghi e a una maggiore suscettibilità alle malattie. Pertanto, è necessario scegliere un’area aperta del giardino, lontana dall’ombra proiettata da edifici alti o da altri alberi a chioma fitta. La luce solare è il motore primario della fotosintesi e della vitalità della pianta.

Oltre alla luce, è fondamentale considerare il drenaggio del terreno. Il cedro dell’Atlante non tollera assolutamente i ristagni idrici, che possono portare in breve tempo al marciume radicale. Prima di decidere il punto esatto, è consigliabile eseguire un semplice test di drenaggio: si scava una buca di circa 30-40 cm di profondità, la si riempie d’acqua e si osserva quanto tempo impiega a svuotarsi. Se l’acqua defluisce in poche ore, il drenaggio è buono; se ristagna per un giorno o più, quel sito non è adatto e bisogna scegliere un’altra posizione o intervenire con opere di drenaggio significative. Le zone depresse del giardino o i terreni molto argillosi e compatti sono spesso problematici.

Come già accennato, lo spazio è un fattore non negoziabile. Bisogna piantare il cedro ad una distanza di sicurezza da case, recinzioni, marciapiedi e altre strutture. Una distanza di almeno 8-10 metri è un buon punto di partenza per evitare problemi futuri con le radici che potrebbero sollevare pavimentazioni o danneggiare fondazioni, e con i rami che potrebbero interferire con tetti e facciate. È altrettanto importante considerare la distanza dalle linee aeree elettriche o telefoniche. Pensare a lungo termine è essenziale per prevenire conflitti tra l’albero e l’ambiente costruito, evitando potature drastiche e dannose in futuro.

Infine, bisogna valutare il microclima del sito prescelto. Sebbene il cedro sia resistente, è bene evitare le cosiddette “sacche di gelo”, ovvero le zone più basse e depresse del giardino dove l’aria fredda tende a ristagnare durante le notti invernali, causando potenziali danni ai giovani esemplari. Un sito leggermente sopraelevato o con una buona circolazione d’aria è preferibile. Allo stesso modo, una posizione eccessivamente esposta a venti forti e costanti può causare disidratazione e danni meccanici, specialmente nelle fasi giovanili. Un’attenta osservazione del proprio giardino in diverse stagioni e condizioni meteorologiche aiuterà a individuare il luogo perfetto.

Preparazione del terreno e messa a dimora

Una volta scelto il sito, la preparazione della buca d’impianto è il passo successivo. La regola generale è scavare una buca larga almeno il doppio o il triplo del diametro della zolla della pianta, ma non più profonda. Una buca larga permette alle radici di espandersi facilmente nel terreno circostante smosso, favorendo un rapido attecchimento. La profondità, invece, deve essere tale che il colletto della pianta (il punto in cui il fusto si unisce alle radici) si trovi allo stesso livello o leggermente al di sopra del piano di campagna. Seppellire il colletto è un errore grave che può portare a marciumi e alla morte dell’albero.

La terra di scavo va messa da parte e, se di scarsa qualità, migliorata. È una buona pratica mescolare alla terra rimossa una generosa quantità di ammendante organico, come compost maturo, letame ben decomposto o terriccio di foglie. Questo arricchimento migliora la struttura del suolo, aumenta la sua capacità di ritenzione idrica e fornisce nutrienti a lento rilascio per la giovane pianta. Se il terreno è particolarmente argilloso e pesante, aggiungere una parte di sabbia grossolana o lapillo vulcanico può migliorare significativamente il drenaggio. È importante mescolare bene tutti i componenti per creare un substrato omogeneo.

Prima di posizionare la pianta nella buca, è essenziale maneggiare la zolla con cura. Se l’esemplare è in un vaso di plastica, bisogna rimuoverlo delicatamente, cercando di non rompere il pane di terra. Se le radici appaiono molto compattate o hanno iniziato a crescere in cerchio (spiralizzazione), è importante allentarle delicatamente con le mani o con un piccolo rastrello, tagliando quelle più grosse e legnose che formano un groviglio. Questa operazione, sebbene possa sembrare drastica, stimola la crescita di nuove radici verso l’esterno, nel nuovo terreno. Se la pianta è venduta con la zolla avvolta in iuta, questa può essere lasciata, ma è bene tagliare eventuali lacci o fili metallici e ripiegare i lembi superiori della tela.

Una volta posizionata la pianta al centro della buca, assicurandosi che sia dritta e alla giusta profondità, si inizia a riempire gli spazi vuoti con la terra preparata in precedenza. È importante compattare leggermente il terreno man mano che si aggiunge, per eliminare le sacche d’aria, ma senza esagerare per non ridurre l’ossigenazione. Dopo aver riempito completamente la buca, si crea con la terra avanzata un piccolo anello o “conca” attorno alla base della pianta. Questa struttura aiuterà a trattenere l’acqua delle prime irrigazioni, convogliandola direttamente verso l’apparato radicale. La messa a dimora si conclude con un’abbondante irrigazione, fornendo almeno 20-30 litri d’acqua per assestare bene il terreno e idratare la zolla.

Propagazione per seme

La propagazione del cedro dell’Atlante tramite seme è un processo lungo ma estremamente affascinante, che permette di assistere alla nascita di un nuovo albero fin dal principio. I semi si trovano all’interno delle pigne (strobili), che maturano in circa due anni e poi si disarticolano direttamente sulla pianta, rilasciando i semi alati. La raccolta delle pigne va effettuata in autunno, poco prima che si aprano completamente. Una volta raccolte, le pigne vanno tenute in un luogo caldo e asciutto per favorire l’apertura delle squame e la fuoriuscita dei semi. È importante selezionare solo i semi pieni e vitali, scartando quelli vuoti o danneggiati.

I semi di cedro possiedono una dormienza che deve essere interrotta per poter germinare. Questo processo naturale viene simulato artificialmente tramite la stratificazione a freddo. I semi vanno prima immersi in acqua per 24-48 ore per reidratarli, cambiando l’acqua un paio di volte. Successivamente, si mescolano con un substrato umido ma non bagnato, come torba, sabbia o vermiculite, e si ripongono in un sacchetto di plastica sigillato in frigorifero (a una temperatura di circa 2-4°C) per un periodo di 4-6 settimane. Questo trattamento simula le condizioni invernali e prepara l’embrione alla germinazione.

Dopo il periodo di stratificazione, i semi sono pronti per la semina, che si effettua all’inizio della primavera. Si utilizzano vasetti o contenitori riempiti con un buon terriccio da semina, leggero e ben drenante. I semi vanno interrati a una profondità di circa 1-2 centimetri e il substrato va mantenuto costantemente umido, ma non inzuppato, per tutto il periodo di germinazione. I contenitori vanno posti in una posizione luminosa, ma al riparo dalla luce solare diretta, che potrebbe seccare troppo rapidamente il terriccio. La germinazione avviene solitamente in 3-5 settimane, ma può richiedere più tempo.

Una volta che le piantine sono emerse e hanno sviluppato i primi aghi veri, richiedono cure attente. È fondamentale garantire una buona illuminazione e una corretta ventilazione per prevenire l’insorgere di malattie fungine come il “mal del colletto”. Le piantine vanno annaffiate con delicatezza, preferibilmente dal basso, per non disturbare il fragile apparato radicale. Possono essere trapiantate in vasi singoli più grandi quando sono abbastanza robuste da essere maneggiate. Le giovani piantine di cedro crescono lentamente nel primo anno e andranno protette dal gelo intenso durante il loro primo inverno, prima di poter essere messe a dimora in piena terra dopo 2-3 anni.

Cure post-impianto per giovani esemplari

Le prime settimane e i primi mesi dopo la messa a dimora sono un periodo critico per l’attecchimento del giovane cedro. La priorità assoluta è la gestione dell’acqua. È essenziale mantenere il terreno costantemente umido, ma non saturo d’acqua, per permettere alle radici di rigenerarsi e di iniziare a esplorare il nuovo suolo. Durante il primo anno, specialmente nella stagione secca, sarà necessario irrigare regolarmente e in profondità, controllando l’umidità del terreno con un dito prima di ogni intervento. Una buona regola è fornire abbondante acqua una o due volte a settimana, a seconda del clima e del tipo di terreno, piuttosto che dare poca acqua tutti i giorni.

L’applicazione di uno strato di pacciamatura organica attorno alla base dell’albero è una delle pratiche più benefiche che si possano adottare. Uno strato di 5-10 cm di corteccia, cippato o paglia, tenuto a distanza dal tronco, aiuta a conservare l’umidità del suolo, modera le temperature del terreno (mantenendolo più fresco d’estate e più caldo d’inverno) e sopprime la crescita delle erbe infestanti. Le erbacce sono concorrenti diretti per l’acqua e i nutrienti e possono rallentare significativamente la crescita del giovane cedro. La pacciamatura riduce quindi la necessità di diserbo e crea un ambiente più favorevole per lo sviluppo radicale.

Durante i primi due o tre anni, potrebbe essere necessario fornire un sostegno all’albero, soprattutto se piantato in una zona ventosa o se l’esemplare è particolarmente alto e sottile. L’uso di uno o due tutori piantati nel terreno al di fuori della zolla e collegati al tronco con legature morbide ed elastiche può prevenire il movimento eccessivo causato dal vento, che potrebbe danneggiare le nuove e fragili radici. È fondamentale controllare periodicamente le legature per assicurarsi che non stiano strozzando il tronco in crescita e rimuovere l’intero sistema di tutoraggio non appena l’albero è stabile e ben ancorato, di solito dopo 2-3 anni.

Infine, la concimazione nei primi anni dovrebbe essere molto cauta. Un eccesso di fertilizzanti, soprattutto quelli azotati, può “bruciare” le giovani radici e stimolare una crescita della chioma troppo rapida e debole, a scapito dello sviluppo radicale. È preferibile attendere almeno un anno dalla messa a dimora prima di iniziare a concimare. Al secondo anno, si può applicare in primavera un concime granulare a lento rilascio specifico per conifere, seguendo attentamente le dosi consigliate in etichetta. La cosa più importante nelle prime fasi è promuovere la salute delle radici, non forzare la crescita della parte aerea.

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