Share

Malattie e parassiti del cedro dell’Atlante

Linden · 02.08.2025.

Il cedro dell’Atlante è un albero generalmente robusto e resistente, che raramente viene colpito da gravi problemi fitosanitari, soprattutto se coltivato nelle condizioni ideali di suolo e di esposizione. Tuttavia, come ogni essere vivente, non è completamente immune all’attacco di alcuni parassiti o all’insorgenza di malattie, specialmente se indebolito da stress ambientali come siccità, ristagni idrici o cure colturali inadeguate. Imparare a riconoscere i principali avversari del cedro e, soprattutto, a prevenire i loro attacchi attraverso pratiche agronomiche corrette, è il modo migliore per garantire al nostro albero una vita lunga e in salute. Un monitoraggio costante e un intervento tempestivo ai primi segnali di allarme possono fare la differenza, evitando che un piccolo problema si trasformi in una minaccia seria per la sopravvivenza della pianta.

La prevenzione è la strategia di difesa più efficace. Un cedro forte e vigoroso, che cresce in un ambiente a lui congeniale, è molto meno suscettibile agli attacchi di parassiti e patogeni. Questo significa garantire una corretta esposizione al sole, un terreno profondo e ben drenato, un’irrigazione adeguata (evitando sia la siccità prolungata che i ristagni), una concimazione equilibrata e uno spazio sufficiente per la crescita. Una buona circolazione dell’aria attorno alla chioma è fondamentale per ridurre l’umidità e prevenire lo sviluppo di molte malattie fungine. Evitare di provocare ferite al tronco o alle radici durante i lavori di giardinaggio è altrettanto importante, poiché le ferite sono le principali vie d’ingresso per molti agenti patogeni.

Un’ispezione visiva periodica dell’albero è la prima linea di difesa attiva. Almeno una volta al mese durante la stagione di crescita, è bene prendersi del tempo per osservare attentamente la pianta. Bisogna controllare il colore e l’aspetto degli aghi, cercando eventuali ingiallimenti, macchie, seccumi o deformazioni. Si deve ispezionare la corteccia del tronco e dei rami alla ricerca di crepe anomale, fuoriuscite di resina, fori o la presenza di insetti o di corpi fruttiferi di funghi. Anche la presenza di un gran numero di formiche che si arrampicano sul tronco può essere un indizio della presenza di insetti che producono melata, come gli afidi.

In caso di infestazione o di malattia conclamata, è importante identificare correttamente il problema prima di intervenire. Un’identificazione errata può portare a trattamenti inutili o addirittura dannosi. Se non si è sicuri, si possono scattare delle foto dettagliate delle parti colpite e consultare un esperto, un vivaista di fiducia o un forum di giardinaggio specializzato. Oggi esistono anche diverse applicazioni per smartphone che possono aiutare a riconoscere malattie e parassiti. Una diagnosi precisa è il presupposto indispensabile per scegliere il trattamento più corretto ed efficace.

Principali parassiti animali

Tra i parassiti che possono occasionalmente attaccare il cedro dell’Atlante, gli afidi sono tra i più comuni. In particolare, la specie Cinara cedri è un afide specifico del cedro, di colore grigio-nerastro, che si riunisce in colonie sui rami e sui giovani germogli per nutrirsi della linfa. La loro presenza è spesso tradita da un’abbondante produzione di melata, una sostanza zuccherina e appiccicosa che imbratta la chioma e sulla quale può svilupparsi la fumaggine, una muffa nerastra che riduce la fotosintesi. Sebbene un’infestazione lieve non sia particolarmente dannosa, attacchi massicci possono indebolire la pianta e causare il disseccamento dei rametti.

La lotta agli afidi si basa principalmente sulla prevenzione e sull’uso di metodi a basso impatto ambientale. Favorire la presenza di insetti predatori naturali, come coccinelle e sirfidi, piantando nel giardino fiori che li attraggono, è una strategia a lungo termine molto efficace. In caso di infestazioni localizzate, si può intervenire con un forte getto d’acqua per disperdere le colonie. Per attacchi più consistenti, si possono utilizzare prodotti a base di sapone molle di potassio o olio di Neem, che agiscono per contatto e hanno un basso impatto sugli insetti utili. I trattamenti vanno eseguiti nelle ore più fresche della giornata, bagnando bene le zone colpite.

Un altro parassita da tenere sotto controllo è la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa), che sebbene prediliga i pini, in assenza di questi può occasionalmente attaccare anche i cedri. Le larve di questo lepidottero sono molto voraci e possono causare defogliazioni significative. Sono inoltre pericolose per l’uomo e gli animali domestici a causa dei loro peli urticanti. La loro presenza è facilmente riconoscibile dai caratteristici nidi sericei bianchi che costruiscono sulle cime dei rami durante l’inverno. La lotta è obbligatoria in molte regioni e prevede la rimozione e la distruzione dei nidi in inverno, l’uso di trappole a feromoni per la cattura dei maschi adulti in estate e, nei casi più gravi, trattamenti con Bacillus thuringiensis, un insetticida biologico selettivo.

Più rari ma potenzialmente dannosi sono gli attacchi di alcuni coleotteri scolitidi, piccoli insetti che scavano gallerie sotto la corteccia per deporre le uova. Questi parassiti attaccano solitamente alberi già stressati o deperienti e la loro presenza è spesso un sintomo di un problema preesistente. Si riconoscono dai piccoli fori sulla corteccia e dalla presenza di rosura fine. La lotta è molto difficile e si basa quasi esclusivamente sulla prevenzione, mantenendo l’albero in ottima salute. In caso di attacco, è fondamentale rimuovere e distruggere i rami colpiti per evitare la diffusione dell’infestazione.

Malattie fungine più comuni

Le malattie fungine sono una minaccia potenziale, favorita soprattutto da un’eccessiva umidità e da una scarsa circolazione dell’aria. Una delle problematiche più frequenti è il disseccamento dei rami, che può essere causato da diversi funghi patogeni, come Sirococcus o Diplodia. Questi funghi penetrano attraverso piccole ferite e causano il progressivo disseccamento di singoli rami o di intere branche, partendo dall’apice e procedendo verso il basso. La prevenzione si basa sulla potatura di rami secchi o danneggiati, eseguendo tagli netti e disinfettando gli attrezzi tra un taglio e l’altro. I rami colpiti vanno rimossi completamente e bruciati.

Il marciume radicale è senza dubbio la malattia più grave e letale per il cedro dell’Atlante. È causato da oomiceti del genere Phytophthora o da altri funghi che prosperano in terreni pesanti, asfittici e costantemente bagnati. I sintomi sulla parte aerea, come ingiallimento, crescita stentata e deperimento generale, compaiono solo quando l’apparato radicale è già gravemente compromesso. La lotta è quasi impossibile una volta che l’infezione è avanzata. Tutta la strategia deve essere focalizzata sulla prevenzione: scegliere un sito con un drenaggio perfetto, evitare di piantare il cedro in terreni argillosi senza averli prima ammendati e gestire l’irrigazione con estrema attenzione per evitare i ristagni.

Occasionalmente, sugli aghi possono comparire malattie come la ruggine, che si manifesta con piccole pustole polverulente di colore arancione o giallastro. Queste malattie raramente causano danni gravi su un albero adulto e ben ventilato. Un’altra problematica è la fumaggine, una muffa nerastra che, come già accennato, si sviluppa sulla melata prodotta da insetti come gli afidi. La fumaggine non è un parassita diretto della pianta, ma la sua copertura scura limita la fotosintesi. La soluzione consiste nel controllare l’insetto che produce la melata; una volta eliminata la fonte di nutrimento, la fumaggine verrà gradualmente dilavata dalle piogge.

Infine, bisogna prestare attenzione ai funghi agenti di carie del legno, che possono infettare il tronco e i rami principali attraverso grosse ferite da potatura o rotture. Questi funghi decompongono il legno dall’interno, indebolendo la struttura dell’albero e aumentando il rischio di crolli. La loro presenza è spesso rivelata dalla comparsa di corpi fruttiferi (i classici “funghi a mensola”) sul tronco o sui rami. La prevenzione è fondamentale e consiste nell’evitare ferite di grandi dimensioni e nel praticare potature corrette, che permettano all’albero di cicatrizzare rapidamente. In presenza di carie estese su un albero maturo, è indispensabile la valutazione di un arboricoltore professionista.

Fisiopatie e stress ambientali

Spesso, i sintomi di deperimento di un cedro non sono causati da un parassita o da una malattia infettiva, ma da una fisiopatia, ovvero una sofferenza della pianta dovuta a condizioni ambientali o colturali avverse. Il ristagno idrico, come più volte sottolineato, è la causa più comune di problemi, portando ad asfissia radicale e sintomi di deperimento generalizzato. Al contrario, una siccità prolungata, soprattutto su esemplari giovani, può causare il disseccamento degli aghi, a partire da quelli più vecchi, e un rallentamento della crescita. È fondamentale trovare il giusto equilibrio nella gestione dell’acqua.

Il seccume invernale è un’altra fisiopatia comune, specialmente in climi freddi con inverni ventosi e soleggiati. Si verifica quando il terreno è gelato e le radici non possono assorbire acqua, ma la chioma continua a traspirare a causa del sole e del vento, portando a una progressiva disidratazione degli aghi che diventano bruni e secchi. Per prevenirlo, è utile assicurarsi che la pianta arrivi all’inverno ben idratata, effettuando un’abbondante irrigazione prima delle prime gelate, e proteggere la base con una spessa pacciamatura per limitare il congelamento del suolo in profondità.

Le scottature solari sulla corteccia possono verificarsi su alberi giovani con tronco esposto, specialmente sul lato sud-ovest durante l’inverno, quando il sole pomeridiano scalda la corteccia che poi subisce un rapido raffreddamento notturno, causando fessurazioni. Per prevenire questo problema, si può proteggere il tronco dei giovani esemplari con delle fasce di iuta o delle vernici specifiche per tronchi. Man mano che l’albero cresce e la sua chioma si infoltisce, il tronco verrà naturalmente ombreggiato e il problema non si presenterà più.

Infine, i danni da sale disgelante sono una seria minaccia per i cedri piantati vicino a strade o marciapiedi. L’accumulo di cloruro di sodio nel terreno è tossico per le radici, ostacola l’assorbimento dell’acqua e può causare bruciature e disseccamenti sulla chioma, specialmente sul lato esposto alla strada. La prevenzione consiste nel creare barriere fisiche (es. teli) durante l’inverno per proteggere l’area radicale dagli spruzzi e, se possibile, utilizzare prodotti disgelanti alternativi e meno dannosi. Se si sospetta un accumulo di sale, in primavera si può tentare di “lavare” il terreno con abbondanti irrigazioni.

Potrebbe piacerti anche