Share

Lo svernamento della rosa spinosissima

Daria · 11.05.2025.

La rosa spinosissima è rinomata per la sua eccezionale rusticità e resistenza al freddo, una caratteristica che le permette di superare senza difficoltà anche gli inverni più rigidi di molte regioni a clima temperato e freddo. Questa sua innata capacità di sopportare le basse temperature, spesso ben al di sotto dello zero, la rende una pianta a bassissima manutenzione durante la stagione invernale. Per gli esemplari adulti e ben consolidati piantati in piena terra, di solito non è necessaria alcuna protezione specifica. Tuttavia, per le piante giovani, appena messe a dimora, o per quelle coltivate in vaso, alcune semplici precauzioni possono contribuire a garantire un superamento ottimale del periodo di riposo, assicurando una ripresa vegetativa vigorosa in primavera.

La preparazione allo svernamento inizia già in tarda estate e in autunno, attraverso pratiche di coltivazione corrette. È fondamentale sospendere qualsiasi tipo di concimazione, soprattutto quelle azotate, a partire dalla fine di luglio o inizio agosto. Questo permette alla pianta di interrompere la produzione di nuova vegetazione tenera e di concentrare le sue energie sulla lignificazione dei rami esistenti, un processo che li rende molto più resistenti al gelo. Continuare a fertilizzare in autunno stimolerebbe una crescita fuori stagione che verrebbe irrimediabilmente danneggiata dalle prime gelate.

Un’altra pratica autunnale importante è ridurre gradualmente le irrigazioni, lasciando che il terreno si asciughi maggiormente tra un intervento e l’altro. Questo segnala alla pianta l’avvicinarsi del periodo di riposo e favorisce il processo di “indurimento” necessario per affrontare il freddo. In autunno, è anche consigliabile eseguire una pulizia generale attorno alla base del cespuglio, rimuovendo le foglie secche cadute, eventuali erbe infestanti e detriti. Questa operazione non solo migliora l’estetica, ma riduce anche il rischio che parassiti o spore di funghi possano svernare nel materiale in decomposizione e attaccare la pianta la primavera successiva.

A differenza di molte altre rose, la rosa spinosissima non richiede una potatura autunnale prima dell’inverno. Anzi, è preferibile rimandare qualsiasi intervento di potatura alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera. Lasciare intatta la chioma durante i mesi freddi offre una protezione naturale al centro della pianta e ai punti di crescita. Inoltre, i suoi caratteristici cinorrodi neri persistono sui rami per gran parte dell’inverno, offrendo un notevole interesse ornamentale e una preziosa fonte di cibo per gli uccelli selvatici, elementi che andrebbero persi con una potatura anticipata.

La protezione delle giovani piante

Le giovani piante di rosa spinosissima, messe a dimora da meno di due anni, sono più vulnerabili al freddo rispetto agli esemplari adulti, poiché il loro apparato radicale non è ancora completamente sviluppato e profondo. Per queste piante, soprattutto se l’inverno nella propria zona è particolarmente rigido e caratterizzato da gelate intense e prolungate, può essere utile adottare qualche misura protettiva. Queste precauzioni aiuteranno la giovane rosa a superare indenne il suo primo o secondo inverno, garantendole un futuro di crescita vigorosa.

La pacciamatura è la tecnica più semplice ed efficace per proteggere l’apparato radicale, la parte più sensibile della pianta. Dopo le prime leggere gelate, quando il terreno ha iniziato a raffreddarsi, si può accumulare uno strato abbondante di materiale isolante attorno alla base del cespuglio. Materiali ideali sono foglie secche, paglia, corteccia sminuzzata o compost grossolano. Questo strato, alto circa 15-20 centimetri, aiuta a isolare il terreno dagli sbalzi di temperatura, proteggendo le radici dal ciclo di gelo e disgelo che può danneggiarle e “scalzare” la pianta dal terreno.

È importante applicare la pacciamatura nel momento giusto. Farlo troppo presto, quando il terreno è ancora caldo, potrebbe ritardare l’entrata in dormienza della pianta e creare un ambiente umido ideale per la proliferazione di funghi e per i roditori. È meglio attendere che il freddo sia arrivato. In primavera, quando il rischio di forti gelate è passato, la pacciamatura invernale andrà rimossa gradualmente dalla base del fusto per permettere al terreno di riscaldarsi e all’aria di circolare, prevenendo così la formazione di marciumi al colletto.

In regioni con inverni eccezionalmente freddi, con temperature che scendono costantemente sotto i -20°C, si potrebbe considerare anche una protezione per la parte aerea delle piante più giovani e delicate. Questo può essere fatto avvolgendo la chioma con teli di tessuto non tessuto (TNT), che proteggono dal vento gelido e dal sole invernale senza impedire la traspirazione. Un’altra opzione è creare una sorta di gabbia con della rete metallica attorno alla pianta e riempirla di foglie secche, creando un cappotto isolante naturale. Tuttavia, per la rosa spinosissima, questi interventi sono raramente necessari se non in climi estremi.

Lo svernamento delle rose in vaso

Le rose coltivate in vaso sono significativamente più esposte ai danni da gelo rispetto a quelle in piena terra. Nel vaso, l’apparato radicale non beneficia dell’inerzia termica della grande massa di suolo del giardino ed è esposto al freddo su tutti i lati. Per questo motivo, la protezione invernale delle rose spinosissima in contenitore è un’operazione fondamentale per la loro sopravvivenza, specialmente nelle zone con inverni rigidi. Senza adeguate precauzioni, il pane di terra può gelare completamente, uccidendo le radici.

La prima strategia consiste nello spostare il vaso in una posizione più riparata. L’ideale è collocarlo vicino a un muro della casa esposto a sud o a ovest, dove sarà protetto dai venti freddi del nord e potrà beneficiae del calore irradiato dalla parete. Se possibile, è utile sollevare il vaso da terra, appoggiandolo su piedini di terracotta, mattoni o listelli di legno, per evitare il contatto diretto con il suolo gelato e favorire il drenaggio dell’acqua in eccesso. Raggruppare più vasi vicini aiuta a creare un microclima più mite, riducendo la dispersione di calore.

Per una protezione ancora maggiore, è possibile isolare il vaso stesso. Un metodo efficace è avvolgere il contenitore con materiali isolanti come pluriball (la plastica a bolle), juta, vecchie coperte o pannelli di polistirolo. Questo strato protettivo va fissato attorno al vaso, dalla base fino al bordo superiore, e aiuterà a smorzare gli sbalzi di temperatura e a prevenire il congelamento completo del terriccio. Anche in questo caso, una generosa pacciamatura sulla superficie del terriccio con foglie secche o paglia contribuirà a proteggere le radici più superficiali.

In climi estremamente freddi, dove le temperature scendono per lunghi periodi sotto i -10/-15°C, potrebbe essere necessario ricoverare la pianta in un luogo non riscaldato ma protetto dal gelo, come un garage, una cantina luminosa o una serra fredda. In questo caso, la pianta entrerà in completa dormienza e avrà bisogno solo di irrigazioni molto sporadiche, giusto per non far seccare completamente il terriccio. È importante che il luogo di ricovero sia freddo, per non interrompere il riposo vegetativo, ma che la temperatura si mantenga costantemente sopra lo zero.

I pericoli dell’inverno: non solo il gelo

Sebbene il gelo sia il principale nemico delle piante durante l’inverno, non è l’unico pericolo da cui proteggerle. Altre condizioni invernali possono causare stress o danni, anche a una pianta rustica come la rosa spinosissima. Comprendere questi fattori permette di mettere in atto le giuste contromisure e di interpretare correttamente eventuali segni di sofferenza che si manifestano alla ripresa primaverile. La combinazione di diversi fattori di stress è spesso più dannosa del singolo elemento.

La disidratazione invernale è un problema comune, soprattutto per le piante in vaso e per quelle sempreverdi, ma può colpire anche le rose. In giornate fredde ma soleggiate e ventose, la pianta può perdere acqua per traspirazione attraverso i fusti, mentre le radici non riescono ad assorbirne dal terreno gelato. Questo fenomeno, noto come “siccità fisiologica”, può portare al disseccamento dei rami. Assicurarsi che la pianta arrivi all’inverno ben idratata (ma non in un terreno fradicio) e proteggerla dai venti gelidi con barriere frangivento o teli può mitigare questo rischio.

Il peso della neve può essere un altro fattore di rischio. Nevicate abbondanti e pesanti possono accumularsi sui rami, causandone la piegatura o la rottura. Sebbene la struttura della rosa spinosissima sia robusta, è buona norma scuotere delicatamente i rami dopo una forte nevicata per rimuovere l’eccesso di neve ed evitare danni meccanici alla struttura del cespuglio. Questo è particolarmente importante per le piante più giovani o per quelle con rami molto lunghi e flessibili.

Infine, i danni causati da animali possono essere più frequenti in inverno. Quando il cibo scarseggia, animali come conigli, lepri o caprioli possono essere tentati di rosicchiare la corteccia dei rami più giovani per nutrirsi. Fortunatamente, la fitta copertura di spine della rosa spinosissima agisce come un eccellente deterrente naturale contro la maggior parte di questi animali. Tuttavia, i roditori come le arvicole possono scavare gallerie nel terreno e danneggiare le radici, soprattutto se trovano riparo sotto uno spesso strato di pacciamatura. Ispezionare periodicamente la base della pianta può aiutare a individuare precocemente il problema.

📷No machine-readable author provided. Svdmolen assumed (based on copyright claims).CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Potrebbe piacerti anche