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Lo svernamento della pervinca del Madagascar

Daria · 09.06.2025.

La pervinca del Madagascar è una pianta perenne nel suo habitat tropicale d’origine, ma nei climi temperati la sua sensibilità al freddo la rende una sfida per la sopravvivenza invernale. Le temperature inferiori ai 7-10°C possono danneggiarla, e una gelata, anche breve, le è quasi sempre fatale. Per questo motivo, molti giardinieri la trattano come una pianta annuale, riacquistandola ogni primavera. Tuttavia, con le giuste precauzioni, è possibile far svernare con successo i propri esemplari, conservandoli per la stagione successiva e ottenendo piante più grandi e robuste anno dopo anno. Imparare le tecniche corrette per lo svernamento ti permetterà di preservare le tue varietà preferite e di godere della loro bellezza per molto più tempo.

La decisione di tentare lo svernamento dipende principalmente dal clima della tua zona e dallo spazio a disposizione per ricoverare le piante. Se vivi in una regione con inverni molto miti, dove le gelate sono rare e leggere, potresti riuscire a farla sopravvivere all’aperto con adeguate protezioni. Nella maggior parte dei climi italiani, tuttavia, l’unica opzione sicura è quella di portare le piante al riparo, in un ambiente protetto ma non eccessivamente riscaldato, dove possano trascorrere l’inverno in uno stato di semi-dormienza.

Il processo di svernamento non consiste semplicemente nello spostare i vasi al chiuso. Richiede una preparazione adeguata della pianta durante l’autunno, la scelta di un luogo con le giuste condizioni di luce e temperatura, e un cambio radicale nelle pratiche di cura, soprattutto per quanto riguarda l’irrigazione. Un errore comune è quello di trattare la pianta svernante come una pianta d’appartamento attiva, annaffiandola e concimandola eccessivamente, il che porta inevitabilmente a marciumi e alla sua morte.

Superare con successo l’inverno con la tua pervinca del Madagascar non è solo una questione pratica, ma anche una grande soddisfazione per un giardiniere. Significa comprendere più a fondo il ciclo vitale della pianta e le sue esigenze, e vedere i propri sforzi ripagati in primavera, quando la pianta si risveglia dal suo riposo e si prepara a regalare una nuova, spettacolare stagione di fioritura. Con un po’ di attenzione e le giuste conoscenze, puoi trasformare questa “annuale” in una compagna duratura del tuo spazio verde.

Decidere se e come svernare la pianta

La prima valutazione da fare in autunno è se valga la pena tentare lo svernamento. Considera la salute e il vigore della tua pianta. Un esemplare forte, sano e privo di malattie o parassiti ha molte più probabilità di superare l’inverno rispetto a una pianta debole o già compromessa. Se la tua pervinca ha sofferto durante l’estate, potrebbe essere più saggio considerarla un’annuale e concentrare i tuoi sforzi sulla raccolta dei semi o sulla preparazione di nuove talee da piante sane.

Il secondo fattore da considerare è il clima locale. Se vivi in zone costiere del sud Italia o in altre aree a clima particolarmente mite (classificate come zona di rusticità USDA 10 o superiore), potresti tentare lo svernamento all’aperto. In questo caso, la pianta dovrà essere posizionata in un luogo molto riparato, ad esempio contro un muro esposto a sud, e protetta con uno strato abbondante di pacciamatura alla base e, se necessario, con teli di tessuto non tessuto durante le notti più fredde. Tuttavia, questa rimane un’opzione rischiosa.

Per la maggior parte dei climi, lo svernamento al chiuso è l’unica via sicura. Questo richiede di avere a disposizione un locale adatto. L’ambiente ideale è un luogo luminoso e fresco, ma al riparo dal gelo. Esempi perfetti includono una serra fredda, una veranda non riscaldata, un vano scale molto luminoso o una stanza della casa poco utilizzata e non eccessivamente riscaldata. Le temperature ideali per lo svernamento si aggirano tra i 10°C e i 15°C. Ambienti troppo caldi e secchi, come un tipico soggiorno riscaldato, possono stressare la pianta e favorire attacchi di parassiti come il ragnetto rosso.

Un’alternativa allo svernamento dell’intera pianta, specialmente se di grandi dimensioni, è quella di prelevare delle talee in tarda estate. Le talee radicate possono essere coltivate in piccoli vasi su un davanzale luminoso durante l’inverno, occupando molto meno spazio e garantendo la sopravvivenza della genetica della pianta madre. In primavera, queste giovani piante saranno pronte per essere trapiantate all’esterno e cresceranno rapidamente. Questa tecnica è spesso più semplice e con un tasso di successo più elevato rispetto al tentativo di far sopravvivere una pianta adulta in condizioni non ideali.

Preparazione della pianta per l’inverno

La preparazione per lo svernamento inizia già a fine estate o inizio autunno. Riduci gradualmente e poi sospendi completamente le concimazioni per non stimolare una nuova crescita tenera, che sarebbe particolarmente vulnerabile al freddo e alle malattie durante l’inverno. Lascia che la pianta rallenti naturalmente il suo metabolismo e si prepari al periodo di riposo. Anche le irrigazioni andranno progressivamente diradate, lasciando che il terreno si asciughi più a fondo tra una bagnatura e l’altra.

Prima di portare la pianta al chiuso, è fondamentale eseguire un’accurata ispezione e pulizia. Controlla attentamente ogni parte della pianta, compresa la pagina inferiore delle foglie, alla ricerca di parassiti come afidi, acari o cocciniglie. Portare al chiuso una pianta infestata significa creare un ambiente ideale per la proliferazione dei parassiti, che possono poi diffondersi anche alle altre piante d’appartamento. Se trovi dei parassiti, effettua un trattamento adeguato con sapone di potassio o olio di neem qualche giorno prima del ricovero.

È anche una buona pratica potare la pianta prima di spostarla al chiuso. Riduci la chioma di circa un terzo o metà della sua dimensione, eliminando gli steli deboli, danneggiati o troppo lunghi. Questa potatura ha diversi vantaggi: riduce le dimensioni complessive della pianta, rendendola più facile da gestire e da posizionare; elimina eventuali parti malate; riduce la superficie fogliare che traspira, diminuendo il fabbisogno idrico durante l’inverno; e stimola una crescita più compatta e ramificata alla ripresa vegetativa in primavera.

Infine, se la pianta è coltivata in piena terra, dovrai estirparla con delicatezza, cercando di conservare un pane di terra il più integro possibile. Trapiantala in un vaso di dimensioni adeguate, riempiendo gli spazi con terriccio fresco e ben drenato. Annaffia leggermente e lasciala assestare per qualche giorno in una posizione riparata all’esterno prima di portarla definitivamente nel suo ricovero invernale. Questo passaggio va fatto prima che le temperature notturne scendano costantemente sotto i 10°C.

Condizioni ideali per il ricovero invernale

Una volta preparata, la pervinca del Madagascar va spostata nel suo alloggio invernale. La scelta del luogo è determinante per il successo dell’operazione. La luce è uno dei fattori più importanti. La pianta ha bisogno di un’esposizione molto luminosa anche durante il periodo di riposo. Un davanzale esposto a sud o a ovest è ideale. Se non disponi di una luce naturale sufficiente, puoi supplementare con luci di coltivazione artificiali per alcune ore al giorno. Una luce insufficiente causerà un indebolimento della pianta e la crescita di steli eziolati (sottili e allungati).

La temperatura è l’altro parametro cruciale. Come accennato, l’intervallo ideale è tra 10°C e 15°C. Queste temperature fresche, ma non gelide, permettono alla pianta di entrare in uno stato di semi-dormienza, rallentando la sua crescita e il suo metabolismo al minimo, ma senza subire danni da freddo. Evita di posizionarla vicino a fonti di calore come termosifoni o stufe, che creano un ambiente troppo caldo e secco, o vicino a porte e finestre soggette a spifferi di aria gelida.

L’umidità ambientale in un ambiente interno riscaldato è spesso troppo bassa per la pervinca. L’aria secca può causare il disseccamento delle foglie e favorire infestazioni di ragnetto rosso. Per aumentare l’umidità intorno alla pianta, puoi posizionare il vaso su un vassoio riempito di argilla espansa o ghiaia e un po’ d’acqua, assicurandoti che il fondo del vaso non sia a diretto contatto con l’acqua. In alternativa, puoi raggruppare più piante vicine per creare un microclima più umido.

Durante il ricovero invernale, la pianta non avrà bisogno di molto spazio, ma è comunque importante garantire una minima circolazione dell’aria per prevenire problemi fungini. Non ammassare troppe piante in uno spazio ristretto e, se possibile, arieggia il locale nelle giornate più miti e soleggiate. Controlla periodicamente la pianta per assicurarti che non ci siano problemi e per rimuovere eventuali foglie secche o ingiallite che potrebbero diventare un veicolo per le malattie.

Cure durante il periodo di dormienza e risveglio primaverile

Durante l’inverno, le cure per la pervinca del Madagascar devono essere ridotte al minimo indispensabile. L’errore più grave e comune è l’eccesso di irrigazione. La pianta, essendo in uno stato di quasi riposo, consuma pochissima acqua. Annaffia solo quando il terreno è completamente asciutto per diversi centimetri in profondità. La frequenza potrebbe essere anche solo una volta ogni 3-4 settimane, a seconda delle condizioni ambientali. È molto più probabile uccidere la pianta per eccesso d’acqua che per siccità durante lo svernamento.

Non concimare assolutamente la pianta durante tutto il periodo invernale. La fertilizzazione stimolerebbe una crescita forzata e debole che la pianta non sarebbe in grado di sostenere con la scarsa luce e le temperature fresche. L’apporto di nutrienti va ripreso solo in primavera, quando la pianta mostra chiari segni di risveglio e la crescita attiva ricomincia. Un leggero ingiallimento e una certa perdita di foglie durante l’inverno sono normali; non farti prendere dal panico e non cercare di compensare con più acqua o concime.

Verso la fine dell’inverno o l’inizio della primavera, quando le giornate si allungano e le temperature iniziano a salire, la pianta comincerà a mostrare i primi segni di risveglio, come la comparsa di nuovi germogli. Questo è il segnale per iniziare a prepararla per il ritorno all’aperto. Puoi effettuare una seconda potatura, più leggera, per dare forma alla pianta e stimolare la nuova crescita. Inizia anche ad aumentare gradualmente la frequenza delle annaffiature, seguendo la ripresa dell’attività vegetativa.

Il ritorno all’aperto deve essere un processo graduale, proprio come per le giovani piantine. Quando le temperature notturne sono stabilmente sopra i 10-12°C e non c’è più rischio di gelate, inizia a portare la pianta fuori per qualche ora al giorno in una posizione ombreggiata. Nell’arco di una o due settimane, aumenta progressivamente il tempo di permanenza all’esterno e l’esposizione al sole diretto. Questo processo di acclimatazione è essenziale per evitare scottature alle foglie e stress alla pianta, garantendole una transizione dolce verso una nuova e rigogliosa stagione di crescita.

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