Share

Lo svernamento della dalia

Daria · 15.05.2025.

Lo svernamento, ovvero la pratica di conservare i tuberi di dalia durante i mesi invernali, è un passaggio fondamentale per la coltivazione di queste piante nelle regioni con climi freddi dove il terreno gela. Poiché le dalie non sono resistenti al gelo, lasciare i loro preziosi tuberi nel terreno durante l’inverno significherebbe condannarli a morte certa. Padroneggiare le tecniche di estrazione, pulizia, e conservazione permette non solo di salvare le proprie piante anno dopo anno, ma anche di avere a disposizione materiale sano e vigoroso per la primavera successiva. Una corretta gestione dello svernamento è l’atto finale di cura della stagione e la premessa indispensabile per un nuovo, spettacolare ciclo di fioriture.

Il processo di svernamento inizia in autunno, con l’arrivo delle prime gelate. È importante non avere fretta di estrarre i tuberi dal terreno. La prima gelata leggera, che annerisce il fogliame, è un segnale naturale che induce la pianta ad entrare in dormienza e a trasferire le ultime energie dalle parti aeree ai tuberi, contribuendo alla loro maturazione. Dopo questo evento, è il momento di agire: si tagliano gli steli a circa 10-15 centimetri dal suolo, lasciando un moncone che servirà come pratica impugnatura per maneggiare il cespo di tuberi.

L’estrazione dal terreno deve essere eseguita con la massima delicatezza per evitare di danneggiare i tuberi, che sono fragili e si rompono facilmente. L’attrezzo più indicato è una forca da giardino, non una vanga che potrebbe tranciare i tuberi. Si inserisce la forca nel terreno a una distanza di sicurezza (circa 20-30 cm) dalla base della pianta, si fa leva per smuovere la zolla di terra e poi si solleva con cautela l’intero cespo. È fondamentale non tirare la pianta per il moncone di stelo, ma usarlo solo per guidare e stabilizzare il cespo una volta sollevato.

Una volta estratto, il cespo di tuberi deve essere preparato per la conservazione. Il primo passo è la pulizia: si rimuove la maggior parte della terra attaccata, scuotendo delicatamente il cespo e usando le mani o una spazzola morbida. Molti coltivatori sconsigliano di lavare i tuberi con acqua, poiché un’eccessiva umidità aumenta il rischio di marciumi durante lo stoccaggio. Se si sceglie comunque di lavarli per una pulizia più accurata, è assolutamente cruciale lasciarli asciugare perfettamente per diversi giorni prima di riporli.

La preparazione dei tuberi per la conservazione

Dopo la pulizia iniziale, è il momento di un’accurata ispezione dei tuberi. Con un paio di cesoie pulite o un coltello, si eliminano tutte le radici sottili e fibrose e si tagliano via eventuali tuberi che appaiono molli, marci, o visibilmente danneggiati durante l’estrazione. Rimuovere le parti malate è fondamentale per prevenire che i problemi si diffondano all’intero cespo durante i lunghi mesi di conservazione. È anche il momento di rifinire il taglio dello stelo principale, lasciandone solo un breve pezzo attaccato al colletto.

La fase successiva è l’asciugatura, o “curing”. I cespi di tuberi puliti e ispezionati devono essere lasciati ad asciugare per un periodo che va da qualche giorno a una o due settimane, a seconda dell’umidità ambientale. Il luogo ideale per questa operazione è un ambiente protetto dalla pioggia e dal gelo, ma fresco e ben ventilato, come un portico coperto, un garage o una tettoia. I tuberi possono essere disposti su griglie o cassette per favorire la circolazione dell’aria su tutti i lati. Questo processo aiuta la buccia dei tuberi a indurirsi e le ferite da taglio a cicatrizzare, creando una barriera protettiva contro la disidratazione e i patogeni.

Durante l’asciugatura, è utile etichettare ogni cespo con il nome della varietà. Si può scrivere direttamente sul tubero con un pennarello indelebile oppure attaccare un’etichetta di plastica al moncone dello stelo. Questa semplice operazione eviterà confusioni in primavera, permettendo di pianificare con precisione la disposizione delle diverse varietà nel giardino in base al colore, all’altezza e alla forma del fiore.

Un dibattito comune tra i giardinieri riguarda il momento in cui dividere i tuberi: in autunno, prima della conservazione, o in primavera, prima della piantagione. Entrambe le opzioni hanno pro e contro. Dividere in autunno permette di risparmiare spazio di stoccaggio e di controllare meglio ogni singolo tubero. Tuttavia, le gemme (gli “occhi”) sono molto meno visibili in autunno, aumentando il rischio di creare divisioni non vitali. Dividere in primavera, quando le gemme iniziano a gonfiarsi, è più sicuro dal punto di vista della vitalità delle sezioni, anche se richiede di conservare i cespi interi. Molti esperti consigliano di dividere in primavera.

Metodi e materiali per la conservazione

Una volta che i tuberi sono puliti, asciutti e curati, sono pronti per essere riposti per l’inverno. L’obiettivo della conservazione è mantenere i tuberi in uno stato di dormienza, proteggendoli sia dal gelo che dalla disidratazione e dai marciumi. Il luogo di conservazione ideale deve essere buio, fresco (con una temperatura costante tra 4°C e 10°C) e con un’umidità moderata. Cantine, garage non riscaldati o sottoscala sono spesso luoghi adatti, a patto che le temperature non scendano mai sotto lo zero.

Esistono diversi metodi e materiali per conservare i tuberi. Una tecnica molto comune consiste nel riporli in scatole di cartone, cassette di legno o di plastica, circondandoli con un materiale che aiuti a isolarli e a regolare l’umidità. Tra i materiali più usati ci sono la torba leggermente umida, la vermiculite, la segatura, la sabbia o anche la carta di giornale appallottolata. I tuberi vengono disposti in strati, alternati al materiale di riempimento, facendo attenzione che non si tocchino tra loro per evitare la diffusione di eventuali marciumi.

Un altro metodo consiste nell’avvolgere singolarmente ogni cespo o ogni tubero diviso in fogli di giornale, per poi riporli nelle scatole. Questo sistema offre un buon isolamento e assorbe l’umidità in eccesso. Alcuni giardinieri preferiscono invece usare sacchetti di carta o sacchi di iuta, che permettono una buona traspirazione. Un metodo alternativo, che mira a prevenire la disidratazione, è quello di immergere i tuberi nella paraffina fusa o avvolgerli strettamente nella pellicola per alimenti, anche se queste tecniche richiedono più lavoro e una certa pratica.

Qualunque sia il metodo scelto, è fondamentale non sigillare mai i contenitori in modo ermetico, ad esempio in sacchetti di plastica chiusi, poiché la mancanza di circolazione d’aria favorirebbe la condensa e lo sviluppo di muffe e marciumi. I tuberi sono organi vivi che continuano a respirare anche durante la dormienza e necessitano di un minimo scambio gassoso con l’ambiente esterno. L’equilibrio tra mantenere l’umidità per non farli raggrinzire e garantire una sufficiente aerazione per evitare che marciscano è la vera chiave per una conservazione di successo.

Controllo durante l’inverno e preparazione primaverile

La conservazione invernale non è un processo da “imposta e dimentica”. È buona norma controllare i tuberi conservati almeno una volta al mese durante tutto l’inverno. Durante queste ispezioni, si deve verificare lo stato generale dei tuberi e intervenire se necessario. Si controlla che non ci siano segni di marciume o di muffa; se si trova un tubero malato, va rimosso immediatamente per evitare che contagi gli altri.

Allo stesso tempo, si valuta il grado di umidità. Se i tuberi appaiono molto raggrinziti e leggeri, significa che si stanno disidratando troppo. In questo caso, si può spruzzare leggermente con acqua il materiale di riempimento (come la torba o la vermiculite) per aumentare l’umidità ambientale, facendo attenzione a non bagnare direttamente i tuberi. Se, al contrario, si nota troppa condensa o umidità nel contenitore, è necessario aprirlo e lasciarlo arieggiare per qualche giorno in un ambiente asciutto.

Con l’avvicinarsi della primavera, circa 4-6 settimane prima della data prevista per l’ultima gelata, è il momento di “risvegliare” i tuberi. Si estraggono dai contenitori di conservazione e si ispezionano nuovamente con attenzione. Questo è il momento ideale per procedere con la divisione dei cespi, se non è stata fatta in autunno. Le gemme sul colletto dovrebbero ora essere più visibili, simili a piccoli puntini o rigonfiamenti rosati o violacei, rendendo l’operazione di divisione più facile e sicura.

Dopo la divisione, le nuove sezioni sono pronte per essere piantate. Per chi vive in climi con primavere lunghe e fredde, è possibile avviare la crescita dei tuberi in vaso, in un ambiente protetto come una serra o una veranda. Questo permette di dare alle piante un vantaggio di crescita, anticipando la fioritura una volta che potranno essere trasferite all’esterno. Inizia così un nuovo ciclo, reso possibile dalla cura e dall’attenzione dedicate durante il fondamentale periodo dello svernamento.

Potrebbe piacerti anche