Share

Lo svernamento del castagno

Daria · 26.03.2025.

Il castagno è un albero deciduo ben adattato ai climi temperati, capace di sopportare senza problemi gli inverni rigidi tipici delle sue aree di origine. Il suo ciclo naturale prevede un periodo di riposo vegetativo, o dormienza, durante la stagione fredda, una strategia di sopravvivenza essenziale per superare le basse temperature e la ridotta disponibilità di luce e acqua. Sebbene gli alberi adulti e ben stabiliti non richiedano cure particolari per superare l’inverno, una maggiore attenzione è necessaria per le giovani piante appena messe a dimora, che sono più vulnerabili al gelo e agli stress invernali. Comprendere i processi fisiologici della dormienza e adottare alcuni semplici accorgimenti può aiutare a garantire che tutti i tuoi alberi, dai più giovani ai più vecchi, superino l’inverno in perfetta salute e siano pronti per una vigorosa ripresa primaverile.

Durante l’autunno, con l’accorciarsi delle giornate e l’abbassarsi delle temperature, il castagno inizia un processo fisiologico complesso noto come “entrata in dormienza”. La pianta rallenta progressivamente il suo metabolismo, le foglie cambiano colore e cadono, e la linfa smette di circolare attivamente. Questo stato di vita latente permette all’albero di conservare energia e di proteggere i suoi tessuti vitali dai danni che potrebbero essere causati dal gelo. La capacità di resistere al freddo, o “acclimatazione”, viene acquisita gradualmente durante l’autunno e raggiunge il suo massimo picco in pieno inverno.

Un albero adulto di Castanea sativa in buone condizioni fitosanitarie può tollerare temperature invernali anche molto basse, fino a -20°C o -25°C, senza subire danni. La sua corteccia spessa e le gemme ben protette da perule coriacee forniscono un’efficace barriera contro il freddo. I rischi maggiori non provengono tanto dal freddo intenso e costante, quanto dagli sbalzi di temperatura. Un riscaldamento anomalo in pieno inverno, seguito da un brusco ritorno del gelo, può “ingannare” la pianta, inducendo una parziale ripresa dell’attività metabolica che la rende nuovamente vulnerabile ai danni da freddo.

Le parti più sensibili dell’albero sono le radici, i giovani rami non ancora ben lignificati e le gemme. Le radici sono generalmente protette dallo strato di terreno, che agisce da isolante, ma geli intensi e prolungati su terreno nudo e asciutto possono danneggiare l’apparato radicale più superficiale. I giovani alberi, con un tronco di piccolo diametro e una corteccia sottile, sono complessivamente più esposti al rischio di danni da gelo, come le spaccature della corteccia causate dall’alternanza di gelo e disgelo.

La fase di uscita dalla dormienza, in tarda primavera, è un altro momento critico. Le gelate tardive, che si verificano quando le gemme si sono già schiuse e i giovani germogli sono in fase di accrescimento, possono causare danni gravissimi. I tessuti giovani e teneri, ricchi d’acqua, sono estremamente sensibili al gelo e possono essere completamente distrutti da una notte di temperature sotto lo zero. Questo evento, noto come “brinata”, può compromettere non solo la produzione dell’anno, ma anche la crescita della pianta.

La preparazione delle giovani piante all’inverno

Le giovani piante di castagno, soprattutto nel loro primo e secondo anno dopo l’impianto, richiedono una cura particolare per affrontare il loro primo inverno. Il loro apparato radicale non è ancora ben sviluppato e il loro fusto sottile offre poca protezione. Una delle pratiche più importanti e semplici per proteggerle è la pacciamatura. Verso la fine dell’autunno, dopo le prime gelate ma prima che il terreno geli in profondità, è consigliabile distribuire uno spesso strato (10-15 cm) di materiale isolante alla base della pianta.

Materiali come paglia, foglie secche, corteccia di pino o letame maturo sono ideali per la pacciamatura invernale. Questo strato protettivo agisce come una coperta, isolando le radici dalle temperature più estreme e riducendo la profondità di penetrazione del gelo nel terreno. La pacciamatura aiuta anche a mitigare gli sbalzi termici nel suolo e a conservare una certa umidità. È importante applicare la pacciamatura in un raggio di almeno 50-60 cm attorno al fusto, ma avendo cura di lasciare qualche centimetro libero proprio a contatto con il colletto per evitare di creare un ambiente troppo umido che potrebbe favorire l’insorgere di marciumi.

Per proteggere il fusto delle giovani piante, si possono utilizzare diversi materiali. L’uso di teli di tessuto non tessuto, stuoie di iuta o specifici tubi protettivi (shelter) può essere molto efficace. Questi materiali avvolgono il tronco e le branche principali, proteggendoli dai venti freddi e disidratanti e, soprattutto, dalle cosiddette “spaccature da gelo”. Queste lesioni longitudinali sulla corteccia si formano a causa della rapida escursione termica tra il lato del tronco esposto al sole invernale, che si riscalda, e il lato in ombra che rimane gelato.

È fondamentale sospendere qualsiasi tipo di concimazione, specialmente quelle azotate, a partire dalla fine dell’estate. Un apporto tardivo di azoto stimolerebbe una nuova crescita vegetativa, con la produzione di germogli teneri che non avrebbero il tempo di lignificare a sufficienza prima dell’arrivo del freddo. Questi tessuti immaturi sarebbero estremamente vulnerabili al gelo e verrebbero quasi certamente danneggiati durante l’inverno. La preparazione all’inverno inizia quindi con una corretta gestione della nutrizione durante tutta la stagione vegetativa.

La gestione del terreno e dell’acqua in autunno

Una corretta gestione del suolo in autunno può influenzare positivamente la resistenza del castagno al freddo invernale. È importante che l’albero entri nella stagione fredda con un’adeguata riserva idrica a livello radicale. Se l’autunno è particolarmente secco, un’abbondante irrigazione prima dell’arrivo dei geli profondi può essere molto benefica. Un terreno moderatamente umido immagazzina più calore e gela meno profondamente rispetto a un terreno completamente secco, offrendo una migliore protezione alle radici.

Tuttavia, è altrettanto cruciale evitare i ristagni d’acqua. Un terreno saturo d’acqua in inverno è estremamente dannoso. L’acqua, gelando, aumenta di volume e può causare danni fisici alle radici. Inoltre, un suolo eccessivamente bagnato e freddo crea condizioni di asfissia radicale. Assicurarsi che il terreno sia ben drenato è quindi una priorità. Eventuali lavorazioni del terreno dovrebbero essere evitate in tardo autunno, specialmente su suoli argillosi, per non peggiorare i problemi di compattamento e drenaggio.

La gestione della copertura del suolo è un altro aspetto rilevante. La presenza di un cotico erboso controllato (inerbimento) o dei residui della pacciamatura estiva aiuta a isolare il terreno e a proteggere la struttura del suolo dall’azione battente della pioggia invernale. Lasciare il terreno completamente nudo e lavorato durante l’inverno lo espone a un maggiore rischio di erosione e a un raffreddamento più rapido e profondo.

È anche il momento di fare pulizia alla base degli alberi. Rimuovere le castagne e i ricci non raccolti e le foglie cadute, soprattutto se mostrano segni di malattie, è una pratica importante. Questa operazione di sanificazione riduce la quantità di inoculo di funghi patogeni (come quelli responsabili dell’antracnosi o della monilia) che potrebbero svernare nei residui vegetali e infettare nuovamente la pianta la primavera successiva. Una buona igiene colturale è una forma di prevenzione che costa poca fatica e dà grandi risultati.

Cosa fare durante e dopo l’inverno

Durante i mesi invernali, le cure richieste dal castagno sono minime. È il periodo ideale per eseguire la potatura di produzione sugli alberi adulti. La potatura va effettuata durante la fase di dormienza profonda, preferibilmente nei mesi di gennaio e febbraio, scegliendo giornate asciutte e non eccessivamente fredde. Potare con temperature molto al di sotto dello zero può rendere il legno più fragile e causare spaccature indesiderate.

In caso di forti e abbondanti nevicate, può essere opportuno controllare gli alberi, soprattutto quelli più giovani o con branche molto lunghe e orizzontali. Il peso eccessivo della neve bagnata può talvolta causare la rottura di rami. Se necessario, si può scuotere delicatamente i rami per far cadere la neve in eccesso, prestando molta attenzione a non danneggiarli. In generale, comunque, il castagno ha una struttura robusta e ben adatta a sopportare il carico della neve.

Alla fine dell’inverno, quando il rischio di gelate intense è passato, è il momento di rimuovere gradualmente le protezioni invernali. Le coperture sul fusto e lo strato più spesso della pacciamatura vanno tolti per evitare che mantengano un’eccessiva umidità attorno al colletto e che ritardino il riscaldamento del terreno in primavera. Un leggero strato di pacciamatura può essere lasciato o incorporato superficialmente al terreno, poiché continuerà a fornire benefici in termini di controllo delle infestanti e apporto di sostanza organica.

Dopo il disgelo, è buona norma ispezionare le giovani piante per verificare eventuali danni subiti durante l’inverno. Controllare la presenza di spaccature sulla corteccia o di rami disseccati dal gelo. Eventuali rami danneggiati vanno potati, effettuando un taglio netto sul legno sano. Questa ispezione primaverile permette di intervenire tempestivamente e di aiutare la pianta a ripartire nelle migliori condizioni possibili per la nuova stagione vegetativa.

Potrebbe piacerti anche