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La svernamento dell’acero giapponese

Daria · 17.06.2025.

L’arrivo dell’inverno rappresenta un periodo critico per l’acero giapponese, soprattutto per gli esemplari giovani, quelli coltivati in vaso o le varietà più delicate. Sebbene molte cultivar siano resistenti al freddo, le gelate intense, i venti sferzanti e l’alternanza di cicli di gelo e disgelo possono causare danni significativi ai rami, alla corteccia e, soprattutto, all’apparato radicale. Assicurare una corretta preparazione e protezione durante la stagione fredda è un passo fondamentale per garantire non solo la sopravvivenza della pianta, ma anche una vigorosa ripresa vegetativa in primavera. Le strategie di svernamento variano a seconda che l’acero sia coltivato in piena terra o in contenitore, ma l’obiettivo comune è quello di mitigare gli stress ambientali e creare un microclima più stabile possibile per la pianta dormiente.

Il processo di preparazione allo svernamento inizia già in tarda estate. È di vitale importanza, come già accennato, sospendere qualsiasi tipo di concimazione a partire dalla fine di luglio. Questo permette alla pianta di interrompere la produzione di nuova vegetazione tenera e di avviare il processo di lignificazione dei rami, un meccanismo naturale che li rende più robusti e resistenti alle basse temperature. Stimolare la crescita in autunno renderebbe la pianta estremamente vulnerabile ai danni da gelo, compromettendone la salute.

Con l’avvicinarsi della stagione fredda, è importante ridurre gradualmente la frequenza delle irrigazioni. Il terreno non deve mai asciugarsi completamente, ma un suolo eccessivamente bagnato è più suscettibile al gelo e può causare danni alle radici. L’obiettivo è mantenere un livello di umidità minimo ma costante, che impedisca la disidratazione della pianta durante il periodo di dormienza. Una buona regola è quella di controllare il terreno nelle giornate più miti e senza gelo, e annaffiare con moderazione solo se necessario.

La pulizia dell’area attorno alla base della pianta è un altro passo importante. Rimuovere le foglie cadute e altri detriti organici aiuta a prevenire che parassiti e spore fungine possano trovare un rifugio confortevole per svernare e attaccare la pianta alla ripresa vegetativa. Questa semplice operazione di igiene contribuisce a ridurre il rischio di malattie nella stagione successiva, garantendo un inizio più sano e vigoroso per il tuo acero.

Proteggere le radici dal gelo

L’apparato radicale è la parte più vulnerabile dell’acero giapponese durante l’inverno, specialmente nei primi anni dopo l’impianto. Il gelo che penetra in profondità nel terreno può danneggiare o uccidere le radici più sottili e superficiali. La tecnica più efficace per proteggerle è l’applicazione di uno spesso strato di pacciamatura organica. In tardo autunno, dopo le prime gelate leggere ma prima che il terreno geli completamente, distribuisci uno strato di 10-15 centimetri di materiale isolante come foglie secche, paglia, corteccia di pino o cippato.

La pacciamatura agisce come una coperta, isolando il terreno e moderando le sue fluttuazioni di temperatura. Questo non solo protegge le radici dal freddo intenso, ma previene anche i dannosi cicli di gelo e disgelo, che possono causare il sollevamento della pianta dal terreno, specialmente per gli esemplari più giovani. Lo strato di pacciame deve essere distribuito sull’intera area radicale, che si estende all’incirca fino alla proiezione della chioma, ma è fondamentale lasciare sempre qualche centimetro di spazio libero attorno al tronco per evitare marciumi.

Questo strato protettivo offre anche il vantaggio di conservare una certa umidità nel terreno, prevenendo la disidratazione delle radici durante gli inverni secchi e ventosi. In primavera, quando il pericolo delle forti gelate è passato, una parte del pacciame può essere rimossa o incorporata più leggermente nel terreno per permettere al suolo di riscaldarsi più rapidamente e favorire la ripresa vegetativa. La parte che rimane continuerà a offrire i suoi benefici durante la stagione di crescita.

Per gli aceri piantati in posizioni particolarmente esposte o in regioni con inverni molto rigidi, si possono adottare misure aggiuntive. Creare barriere frangivento temporanee utilizzando teli di iuta o reti ombreggianti fissate a dei paletti può ridurre l’impatto dei venti gelidi e sferzanti, che sono una delle principali cause di disidratazione invernale (la cosiddetta “siccità invernale”), un fenomeno che danneggia i rami e le gemme.

Svernamento degli aceri in vaso

Gli aceri coltivati in vaso sono estremamente più vulnerabili al gelo rispetto a quelli in piena terra. In un contenitore, l’apparato radicale è esposto al freddo da tutte le direzioni (dall’alto, dai lati e dal basso) e non beneficia della massa isolante del terreno circostante. Pertanto, lasciare un acero in vaso all’aperto senza alcuna protezione in un clima con inverni rigidi è una pratica che quasi certamente porterà alla morte della pianta. Le radici possono gelare completamente e morire, anche se la parte aerea sembra resistere.

La strategia di protezione più sicura è spostare il vaso in un luogo riparato e non riscaldato, come un garage, una cantina fredda o una serra non riscaldata, dove la temperatura si mantenga costantemente sopra lo zero ma al di sotto dei 10°C. Questo permette alla pianta di completare il suo necessario periodo di dormienza invernale senza essere esposta a temperature letali. Durante questo periodo, il terreno va mantenuto appena umido, con irrigazioni molto sporadiche (circa una volta al mese), solo per evitare che il pane di terra si secchi completamente.

Se non si dispone di un locale adatto, è possibile proteggere l’acero all’esterno con alcune accortezze. Raggruppa i vasi uno vicino all’altro, addossati a un muro della casa esposto a nord o a est, per proteggerli dai venti freddi e dal sole invernale che potrebbe causare sbalzi di temperatura. Avvolgi i vasi con diversi strati di pluriball (la plastica a bolle), iuta o vecchie coperte per isolare le pareti del contenitore e proteggere le radici. Anche posizionare il vaso su un pannello di polistirolo o su dei listelli di legno aiuta a isolarlo dal terreno gelato.

Un’altra tecnica efficace per la protezione esterna è quella di “interrare” il vaso. Si scava una buca nel giardino abbastanza grande da contenere l’intero vaso e la si riempie con foglie secche o paglia. In questo modo, il vaso beneficerà dell’effetto isolante del terreno circostante, simulando le condizioni di una pianta in piena terra. La superficie del terreno nel vaso dovrebbe comunque essere coperta con uno strato abbondante di pacciame. Indipendentemente dal metodo scelto, è cruciale proteggere le radici, che sono l’organo più sensibile al gelo.

Protezione della chioma e del tronco

Oltre alle radici, anche le parti aeree della pianta possono subire danni durante l’inverno. La corteccia sottile degli aceri giovani è particolarmente suscettibile alla cosiddetta “spaccatura da gelo” o “crepa da sole”. Questo fenomeno si verifica durante le giornate invernali soleggiate, quando il sole riscalda la corteccia sul lato sud-ovest del tronco. Al tramonto, la temperatura precipita bruscamente, causando una contrazione rapida della corteccia che può portare alla formazione di lunghe fessure verticali.

Per prevenire questo problema, è possibile avvolgere il tronco degli esemplari più giovani e vulnerabili con delle specifiche fasce protettive per alberi, in iuta o carta crespata, oppure dipingerlo con vernice bianca per tronchi. Entrambi i metodi riflettono la luce solare e mantengono la corteccia a una temperatura più stabile, riducendo lo stress termico. Questa protezione va applicata in tardo autunno e rimossa all’inizio della primavera per evitare di creare un ambiente umido che potrebbe favorire malattie.

Anche le nevicate abbondanti possono rappresentare un pericolo, specialmente per le varietà con una struttura a più tronchi o con rami orizzontali. Il peso della neve bagnata e pesante può piegare o spezzare i rami. Dopo una forte nevicata, è buona norma scuotere delicatamente i rami con una scopa per rimuovere la neve in eccesso, evitando così che il suo peso causi danni strutturali alla pianta. Procedi sempre con delicatezza per non danneggiare i rami fragili a causa del gelo.

Per le varietà nane o particolarmente delicate, può essere utile creare una sorta di gabbia attorno alla pianta utilizzando dei paletti e avvolgendola con della tela di iuta. Questa struttura protegge la chioma dai venti gelidi e dalla neve, creando un microclima più mite al suo interno. È importante che la copertura non sia a diretto contatto con i rami e che permetta una certa circolazione dell’aria per evitare la formazione di condensa e muffe. Questa protezione extra è particolarmente raccomandata per il primo inverno dopo la messa a dimora.

La gestione dell’acqua in inverno

La gestione idrica durante l’inverno è un aspetto spesso trascurato ma di fondamentale importanza. Sebbene la pianta sia in dormienza e le sue necessità siano ridotte al minimo, non è immune alla disidratazione. Gli inverni secchi, ventosi e soleggiati possono sottrarre umidità ai rami e alle gemme, mentre il terreno gelato impedisce alle radici di assorbire nuova acqua per compensare le perdite. Questo fenomeno, noto come disidratazione invernale o siccità fisiologica, può causare il disseccamento di intere porzioni di chioma.

Per contrastare questo problema, è essenziale che l’acero arrivi all’inverno ben idratato. Assicurati di annaffiare abbondantemente la pianta in autunno, prima che il terreno geli, specialmente se la stagione è stata secca. Questo crea una riserva d’acqua nel terreno a cui la pianta potrà attingere durante i periodi di disgelo. L’applicazione di un generoso strato di pacciame aiuta a trattenere questa umidità e a prevenire un’eccessiva evaporazione.

Durante l’inverno, è importante monitorare le condizioni del terreno nei periodi in cui non è gelato. Se si verificano lunghi periodi senza precipitazioni e con temperature sopra lo zero, potrebbe essere necessario effettuare un’irrigazione di soccorso. Scegli una giornata mite per annaffiare, preferibilmente a metà mattina, per dare all’acqua il tempo di penetrare nel terreno prima di un’eventuale gelata notturna. Questa pratica è particolarmente importante per le piante sempreverdi e per gli aceri con corteccia colorata (come l’Acer palmatum ‘Sango-kaku’), che traspirano anche in inverno.

Per gli aceri in vaso ricoverati in luoghi protetti come garage o cantine, le irrigazioni devono essere estremamente limitate. L’obiettivo è solo quello di evitare che il pane di terra si secchi completamente. Controlla l’umidità del substrato una volta al mese e fornisci una piccola quantità d’acqua solo se necessario. Un eccesso d’acqua in un ambiente freddo e con scarsa evaporazione porterebbe quasi certamente al marciume delle radici, vanificando tutti gli sforzi fatti per proteggere la pianta.

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