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La potatura e il taglio dell’acero giapponese

Daria · 21.07.2025.

La potatura dell’acero giapponese è un’arte sottile, un dialogo tra il giardiniere e la pianta che mira a esaltarne la bellezza naturale piuttosto che a imporre una forma artificiale. A differenza di molti altri alberi e arbusti, l’acero non richiede interventi drastici; al contrario, una potatura eccessiva o eseguita in modo scorretto può comprometterne irrimediabilmente l’elegante portamento e la salute. L’obiettivo principale è quello di mantenere una struttura aperta e armoniosa, migliorare la circolazione dell’aria all’interno della chioma e rimuovere il legno secco o danneggiato. Comprendere quando e come intervenire, con tocchi leggeri e mirati, è fondamentale per preservare e valorizzare nel tempo la scultura vivente che è un acero giapponese ben curato.

Prima di prendere in mano le cesoie, è essenziale osservare attentamente la pianta da ogni angolazione, studiandone la struttura, il flusso dei rami e il suo portamento naturale. Ogni varietà ha una sua forma caratteristica – eretta, a cascata, espansa – e la potatura dovrebbe rispettare e accentuare questa tendenza innata. L’approccio non è quello di forzare la pianta in una forma predefinita, ma di guidarla delicatamente nel suo sviluppo, correggendo piccoli difetti e valorizzando i suoi punti di forza. La pazienza e la moderazione sono le virtù più importanti in questo processo.

La potatura si concentra principalmente su tre tipi di interventi: la pulizia, lo sfoltimento e la formazione. La potatura di pulizia consiste nella rimozione di tutti i rami secchi, malati o danneggiati dalle intemperie. Questo è l’intervento più importante per la salute della pianta, in quanto previene la diffusione di malattie e migliora l’aspetto generale. Lo sfoltimento mira a eliminare i rami che si incrociano, che sfregano tra loro o che crescono verso l’interno della chioma, per migliorare la penetrazione della luce e dell’aria. Infine, la potatura di formazione, da eseguire con estrema cautela soprattutto sugli esemplari giovani, serve a guidare la struttura principale dell’albero.

Gli attrezzi giusti sono indispensabili per un lavoro ben fatto. Utilizza sempre cesoie, seghetti e troncarami di alta qualità, con lame ben affilate e pulite. Un taglio netto e preciso cicatrizza molto più rapidamente e riduce il rischio di infezioni rispetto a un taglio sfilacciato e impreciso. È una buona pratica disinfettare le lame con alcol o candeggina diluita prima di iniziare il lavoro e tra una pianta e l’altra, per evitare di trasmettere eventuali patogeni.

Il momento migliore per potare

Il periodo dell’anno in cui si effettua la potatura è di cruciale importanza per la salute dell’acero giapponese. Il momento ideale per gli interventi più significativi è durante il periodo di dormienza invernale, solitamente tra novembre e la fine di gennaio. In questa fase, la pianta è priva di foglie, il che permette di vedere chiaramente la sua struttura scheletrica e di identificare con precisione i rami su cui intervenire. La visibilità della struttura rende molto più semplice prendere decisioni informate su quali rami rimuovere per migliorare la forma e l’equilibrio della chioma.

Potare durante la dormienza minimizza lo stress per la pianta. Poiché il flusso di linfa è ridotto al minimo, i tagli non causeranno la tipica “emorragia” o “pianto” che si verifica se si pota in tarda primavera. Questa abbondante fuoriuscita di linfa, sebbene non sia necessariamente letale, indebolisce la pianta e può attirare insetti e patogeni. Inoltre, l’assenza di parassiti attivi e di spore fungine nell’aria fredda dell’inverno riduce significativamente il rischio di infezioni sulle ferite da potatura.

È fondamentale evitare la potatura nel periodo che va dalla fine dell’inverno all’inizio della primavera, quando la linfa inizia a risalire con forza per alimentare le nuove gemme. Un taglio in questa fase provocherebbe la massima perdita di linfa. Allo stesso modo, è sconsigliato potare in autunno, quando la pianta sta immagazzinando le energie nelle radici per l’inverno; i tagli potrebbero stimolare una nuova crescita fuori stagione, che verrebbe poi danneggiata dal gelo.

Una potatura molto leggera, limitata alla rimozione di piccoli rametti o alla cimatura di nuovi getti per infoltire la chioma, può essere effettuata anche in estate. Questo tipo di intervento, noto come “potatura verde”, deve essere estremamente conservativo e mirato a piccoli aggiustamenti. La rimozione di una grande quantità di fogliame in piena estate ridurrebbe la capacità fotosintetica della pianta e la esporrebbe a un maggiore stress da calore.

Tecniche di taglio corrette

La corretta esecuzione del taglio è tanto importante quanto la decisione di quale ramo rimuovere. Ogni taglio è una ferita per la pianta, e un taglio ben fatto favorisce una rapida cicatrizzazione. Quando si rimuove un intero ramo, il taglio deve essere effettuato appena al di fuori del “colletto del ramo”. Il colletto è l’area leggermente ingrossata e rugosa alla base del ramo, dove questo si unisce al tronco o a un ramo più grande. Quest’area contiene tessuti specializzati che promuovono una rapida e corretta chiusura della ferita.

Evita assolutamente di effettuare un taglio a filo del tronco (taglio raso), che rimuove il colletto e crea una ferita molto più grande e difficile da cicatrizzare. Allo stesso modo, non lasciare un moncone troppo lungo, poiché questo morirà e diventerà un punto di ingresso per marciumi e malattie. Il taglio ideale è leggermente inclinato, a pochi millimetri dal colletto, seguendone l’angolazione. Per i rami di diametro superiore ai 2-3 centimetri, è consigliabile utilizzare la tecnica del triplo taglio per evitare di scortecciare il tronco.

La tecnica del triplo taglio previene che il peso del ramo, cadendo, strappi la corteccia lungo il tronco. Si inizia praticando un primo taglio dal basso verso l’alto, a circa 20-30 centimetri dal punto di taglio finale, per circa un terzo del diametro del ramo. Il secondo taglio si esegue dall’alto verso il basso, qualche centimetro più all’esterno del primo, fino a far cadere il ramo. A questo punto, rimarrà solo un moncone corto e leggero, che potrà essere rimosso in sicurezza con un terzo e ultimo taglio preciso, eseguito correttamente appena fuori dal colletto.

Quando invece si vuole solo accorciare un ramo, il taglio va effettuato circa 5-6 millimetri sopra una gemma laterale rivolta verso l’esterno. La gemma dovrebbe puntare nella direzione in cui si desidera che il nuovo ramo cresca. Il taglio dovrebbe essere leggermente inclinato, con la parte più bassa dal lato della gemma e la parte più alta dal lato opposto, per far scivolare via l’acqua e non lasciarla stagnare sulla ferita o sulla gemma stessa.

Potatura di pulizia e sfoltimento

La potatura di pulizia è il primo e più fondamentale intervento da eseguire. Inizia ispezionando attentamente tutta la pianta e rimuovendo tutti i rami che appaiono secchi, rotti o chiaramente malati. I rami secchi si riconoscono dal colore più scuro, dalla corteccia che tende a staccarsi e dall’assenza di gemme vive. Per essere sicuri, si può grattare leggermente la corteccia con un’unghia: se il tessuto sottostante è verde e umido il ramo è vivo, se è marrone e secco è morto. Questo tipo di pulizia può essere fatto in qualsiasi momento dell’anno, non appena si nota un ramo danneggiato.

Successivamente, si passa alla potatura di sfoltimento, che mira a migliorare la struttura interna della chioma. L’obiettivo è creare uno spazio tra i rami per permettere alla luce e all’aria di penetrare fino al centro della pianta. Cerca e rimuovi i rami che crescono verso l’interno, quelli che si incrociano o sfregano l’uno contro l’altro (scegliendo di eliminare quello più debole o mal posizionato), e i rami che crescono paralleli e troppo vicini tra loro.

Un altro obiettivo dello sfoltimento è eliminare i rami deboli o malformati e i cosiddetti “succhioni”, che sono getti vigorosi e verticali che spesso partono dalla base del tronco o dai rami principali. Questi rami tolgono energia alla pianta e ne rovinano la forma. Anche i rami che crescono con un angolo di inserzione molto stretto rispetto al tronco sono strutturalmente deboli e andrebbero rimossi precocemente per evitare che si spezzino in futuro.

Durante questa fase, è importante procedere con gradualità. Rimuovi pochi rami alla volta, poi fai un passo indietro e osserva l’effetto complessivo sulla silhouette della pianta. È facile farsi prendere la mano e tagliare troppo. Ricorda la regola generale: non rimuovere mai più del 20-25% della massa fogliare totale in una singola stagione di potatura. L’obiettivo è un aspetto naturale e arieggiato, non una chioma svuotata e spoglia.

Potatura di formazione e per stili specifici

La potatura di formazione viene eseguita principalmente sugli aceri giovani per stabilire una solida e armoniosa struttura principale che durerà per tutta la vita della pianta. Nei primi anni, si tratta di selezionare i 3-5 rami principali (branche primarie) meglio disposti attorno al tronco, che andranno a formare l’impalcatura dell’albero. Si eliminano i rami concorrenti o quelli posizionati male, favorendo una distribuzione equilibrata nello spazio.

Questo tipo di potatura deve essere molto conservativo. L’idea è di guidare la crescita naturale, non di forzarla. Si può intervenire per correggere un doppio fusto, eliminando quello più debole, o per alzare leggermente la chioma rimuovendo i rami più bassi, ma sempre con grande cautela. Sulle piante giovani, ogni taglio ha un impatto significativo sulla forma futura, quindi è meglio tagliare poco e spesso, piuttosto che fare un intervento drastico tutto in una volta.

Per le varietà nane o a portamento piangente (‘Dissectum’), la potatura è ancora più mirata. L’obiettivo è esaltare il loro portamento a cascata e la finezza del fogliame. Si interviene sfoltendo leggermente l’interno per evitare un aspetto troppo congestionato e per mettere in risalto la bellezza contorta dei rami. Si rimuovono i rami che crescono in modo anomalo verso l’alto o quelli che toccano terra, mantenendo un aspetto leggero ed elegante.

La potatura può anche essere utilizzata per creare stili specifici, come quelli ispirati all’arte del bonsai ma su scala da giardino (niwaki). Questo richiede una conoscenza più approfondita e una visione a lungo termine, creando “nuvole” o “palchi” di fogliame separati da spazi vuoti che mettono in risalto la struttura dei rami e del tronco. Questo tipo di potatura artistica è un processo continuo che si sviluppa nel corso di molti anni e richiede interventi costanti e precisi per mantenere la forma desiderata.

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