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La potatura e il taglio dell’abete di Douglas

Linden · 16.08.2025.

La potatura dell’abete di Douglas è un argomento che spesso suscita dubbi e incertezze tra i giardinieri. A differenza di molte piante latifoglie, le conifere hanno una capacità di ricaccio più limitata e reagiscono ai tagli in modo diverso, rendendo necessario un approccio più cauto e ponderato. Sebbene un abete di Douglas lasciato crescere naturalmente sviluppi una forma conica armoniosa e maestosa, in determinati contesti la potatura può diventare uno strumento utile, se non necessario, per correggere difetti strutturali, mantenere dimensioni contenute, migliorare l’estetica o garantire la sicurezza. Comprendere quando, perché e come potare correttamente questa magnifica conifera è fondamentale per evitare di causare danni irreparabili e per raggiungere gli obiettivi desiderati. Un taglio sbagliato può compromettere la salute e la bellezza dell’albero per sempre. Questo articolo fornirà una guida dettagliata alle tecniche di potatura, aiutandoti a intervenire con cognizione di causa e rispetto per la biologia della pianta.

È importante partire da un presupposto fondamentale: l’abete di Douglas, nella maggior parte dei casi, non necessita di potature regolari per vivere bene. La sua forma piramidale naturale è geneticamente determinata e rappresenta la struttura più efficiente per catturare la luce e resistere agli agenti atmosferici. La potatura dovrebbe quindi essere considerata un intervento straordinario, da effettuare solo per ragioni specifiche e ben motivate. Interventi drastici, come la cimatura (il taglio della punta principale), sono da evitare assolutamente, in quanto rovinano permanentemente la forma naturale dell’albero e possono portare a problemi strutturali futuri con lo sviluppo di più apici deboli.

Prima di prendere in mano le forbici o il seghetto, è cruciale avere ben chiaro l’obiettivo della potatura. Stai potando per rimuovere un ramo secco o danneggiato? Vuoi correggere la presenza di un doppio apice? Devi ridurre la chioma per problemi di spazio o di sicurezza? O forse stai praticando la sramatura in un contesto forestale per migliorare la qualità del legno? Ogni obiettivo richiede una tecnica e un’attenzione specifica. Potare senza uno scopo preciso rischia solo di infliggere ferite inutili alla pianta.

Gli strumenti utilizzati devono essere adeguati e in perfette condizioni. Per i rami più piccoli sono sufficienti delle forbici da potatura o un troncarami di buona qualità. Per i rami di diametro maggiore è necessario un seghetto a lama curva. È fondamentale che le lame siano ben affilate per effettuare tagli netti e precisi, che facilitano una rapida cicatrizzazione. Altrettanto importante è la disinfezione degli attrezzi prima dell’uso e tra un albero e l’altro, utilizzando alcool o candeggina diluita, per evitare di trasmettere eventuali malattie.

Infine, bisogna comprendere come reagisce l’albero al taglio. A differenza di molte latifoglie, le conifere non possiedono gemme avventizie dormienti sul legno vecchio. Questo significa che se si taglia un ramo fino a una sezione priva di aghi o di rametti laterali, quel ramo non sarà più in grado di germogliare e rimarrà un moncone secco. Pertanto, ogni taglio di raccorciamento deve essere effettuato in corrispondenza di una biforcazione o di un rametto laterale che possa fungere da “tiralinfa”, continuando a tirare la linfa verso quella parte del ramo e mantenendola viva.

Il momento giusto per potare

La scelta del periodo in cui effettuare la potatura è cruciale per minimizzare lo stress per l’albero e favorire una rapida guarigione delle ferite. Il momento migliore in assoluto per la maggior parte degli interventi di potatura sull’abete di Douglas è il tardo inverno o l’inizio della primavera, durante il periodo di dormienza vegetativa ma prima che inizi la nuova crescita. Potare in questo periodo offre diversi vantaggi: la pianta è a riposo e subisce meno stress, la fuoriuscita di resina è limitata e la struttura dei rami è ben visibile senza il fogliame nuovo. Inoltre, le ferite da taglio inizieranno a cicatrizzare immediatamente con la ripresa vegetativa primaverile.

È possibile effettuare piccoli interventi di potatura di rifinitura e modellazione anche a fine primavera o inizio estate, subito dopo che la nuova crescita si è sviluppata. Questo permette di vedere l’effetto finale del taglio sulla forma della pianta. Tuttavia, in questo periodo la pianta è in piena attività e la fuoriuscita di resina sarà più abbondante. La resina ha una funzione protettiva, sigillando la ferita e proteggendola da funghi e batteri, ma può essere esteticamente sgradevole e attirare alcuni insetti.

Il periodo assolutamente da evitare per la potatura è la fine dell’estate e l’autunno. Un taglio effettuato in questo periodo potrebbe stimolare la pianta a produrre una nuova crescita tardiva. Questi nuovi germogli non avrebbero il tempo di lignificare e maturare a sufficienza prima dell’arrivo dei primi geli invernali, e sarebbero quindi destinati a essere danneggiati o uccisi dal freddo, causando un inutile dispendio di energie per la pianta.

La rimozione di rami secchi, malati o danneggiati può e deve essere fatta in qualsiasi momento dell’anno non appena si nota il problema. Lasciare legno morto sull’albero non è solo antiestetico, ma può essere pericoloso (rischio di caduta) e può rappresentare un focolaio per malattie e parassiti. In questo caso, l’urgenza di rimuovere il problema prevale sulla scelta del periodo ideale.

Tecniche di taglio corrette

La corretta esecuzione del taglio è fondamentale per la salute dell’albero. Quando si rimuove un intero ramo, è essenziale individuare il “collare” e la “cresta della corteccia”. La cresta della corteccia è la linea di corteccia rialzata che si forma nell’angolo superiore tra il ramo e il tronco. Il collare è il leggero rigonfiamento alla base del ramo, dove i tessuti del ramo si uniscono a quelli del tronco. Il collare contiene tessuti specializzati che sono responsabili della compartimentazione e della cicatrizzazione della ferita.

Il taglio di rimozione deve essere effettuato appena al di fuori del collare, senza danneggiarlo, e seguendo un’angolazione che sia quasi parallela alla cresta della corteccia. Non bisogna mai effettuare un taglio a filo del tronco, perché questo rimuoverebbe il collare, creando una ferita molto più grande e difficile da cicatrizzare. Allo stesso modo, non bisogna lasciare un moncone troppo lungo, perché questo morirebbe e diventerebbe una via d’ingresso per i patogeni. Un taglio corretto al collare promuove la formazione di un anello di callo cicatriziale sano e veloce.

Per rimuovere rami pesanti e di grosse dimensioni, è fondamentale utilizzare la tecnica del “taglio a tre passaggi” per evitare che il peso del ramo, cadendo, provochi una lacerazione della corteccia del tronco (scosciatura). Il primo taglio si effettua sulla parte inferiore del ramo, a circa 20-30 cm dal tronco, e deve essere profondo per circa un quarto del diametro del ramo. Il secondo taglio si effettua sulla parte superiore del ramo, un po’ più all’esterno del primo, fino a quando il ramo si spezza e cade. A questo punto rimarrà solo un moncone corto e leggero, che può essere rimosso in sicurezza con il terzo e ultimo taglio, eseguito correttamente appena fuori dal collare.

Quando si esegue un taglio di raccorciamento su un ramo, come accennato in precedenza, è vitale tagliare sempre in corrispondenza di un ramo laterale. Il ramo laterale scelto dovrebbe avere un diametro di almeno un terzo rispetto al ramo che si sta tagliando. Il taglio deve essere leggermente angolato, in modo da non lasciare un moncone sopra il ramo laterale, ma anche senza tagliare troppo vicino ad esso. Questa tecnica assicura che il flusso di linfa venga deviato nel ramo laterale, mantenendo la vitalità dell’intera struttura.

Potatura di formazione e correzione

La potatura di formazione viene eseguita sui giovani alberi, nei primi anni dopo l’impianto, per aiutarli a sviluppare una struttura forte, sana e ben bilanciata. Uno degli interventi più importanti in questa fase è la correzione dei doppi apici o delle cime multiple. L’abete di Douglas dovrebbe avere un unico fusto principale dominante (freccia). Se si sviluppano due o più leader in competizione, la struttura dell’albero può essere compromessa, creando un punto debole che in futuro potrebbe spaccarsi sotto il peso della neve o per l’azione del vento.

Per correggere questo difetto, si sceglie il leader più forte, dritto e meglio posizionato e si rimuove completamente l’altro (o gli altri), tagliandolo alla base della sua inserzione. Questo intervento va fatto il prima possibile, quando i rami sono ancora piccoli. Se i due leader sono cresciuti per un po’ e sono entrambi importanti, si può optare per una “subordinazione” del leader meno desiderabile, accorciandolo di circa un terzo. Questo lo renderà meno vigoroso e permetterà all’altro di affermare la sua dominanza, senza dover praticare un taglio di rimozione drastico.

Un altro intervento di formazione comune è la gestione dei rami. Si possono rimuovere i rami che crescono con un angolo di inserzione troppo stretto rispetto al tronco, poiché sono strutturalmente più deboli. Si possono anche eliminare i rami che si incrociano o sfregano tra loro, per prevenire ferite che potrebbero diventare punti di ingresso per le malattie. L’obiettivo è creare una chioma ben spaziata, con rami distribuiti uniformemente attorno al tronco.

È importante sottolineare che la potatura di formazione deve essere minima e mirata. L’obiettivo non è stravolgere la forma della pianta, ma guidarla dolcemente verso una struttura ottimale. Rimuovere troppa massa fogliare da un albero giovane può rallentarne la crescita, poiché si riduce la sua capacità fotosintetica. Una buona regola è non rimuovere mai più del 25% della chioma viva in una singola stagione.

La sramatura (o potatura dal basso)

La sramatura, conosciuta anche come “alzare la chioma”, è una pratica di potatura che consiste nella rimozione dei rami più bassi del tronco. Questa operazione può essere eseguita per diverse ragioni. In un contesto di giardino, può essere necessaria per creare spazio sotto l’albero, per permettere il passaggio di persone o tosaerba, o per dare più luce alle piante che crescono alla sua base. Dal punto di vista estetico, può mettere in risalto la bellezza del tronco e dare all’albero un aspetto più formale e “pulito”.

In silvicoltura, la sramatura è una pratica agronomica fondamentale per la produzione di legname di alta qualità. La rimozione dei rami bassi quando l’albero è ancora giovane fa sì che il tronco cresca senza nodi (o con nodi molto piccoli e confinati al centro). Il legno privo di nodi (“clear wood”) ha un valore commerciale molto più elevato. Questa operazione viene eseguita gradualmente, rimuovendo uno o due palchi di rami ogni pochi anni, man mano che l’albero cresce in altezza.

Indipendentemente dallo scopo, la sramatura deve essere eseguita con criterio. Non bisogna mai rimuovere troppi rami in una sola volta. Una regola pratica è che la chioma viva dovrebbe sempre costituire almeno i due terzi dell’altezza totale dell’albero. Rimuovere una porzione eccessiva della chioma riduce drasticamente la capacità fotosintetica dell’albero, rallentandone la crescita e indebolendolo.

La tecnica di taglio per la sramatura è la stessa descritta per la rimozione dei rami: un taglio netto, eseguito appena al di fuori del collare, senza lasciare monconi. È importante iniziare quando i rami sono ancora di piccolo diametro, poiché le ferite più piccole si chiudono molto più rapidamente, riducendo il rischio di infezioni. La sramatura è un processo graduale che accompagna la crescita dell’albero nel tempo.

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