La piantagione dei tuberi di dalia e la loro successiva propagazione sono momenti chiave per chiunque desideri coltivare con successo queste affascinanti piante. La corretta messa a dimora dei tuberi in primavera è la base fondamentale per assicurarsi una crescita sana e una fioritura spettacolare durante l’estate e l’autunno. Allo stesso modo, padroneggiare le tecniche di propagazione, come la divisione dei tuberi o la produzione di talee, permette non solo di moltiplicare le proprie piante preferite, ma anche di rinvigorire i vecchi cespi, garantendo piante più forti e produttive anno dopo anno. Approfondire questi aspetti significa trasformare una semplice coltivazione in una vera e propria passione, capace di regalare immense soddisfazioni e un giardino sempre più ricco e colorato.
La preparazione del terreno è il primo passo, essenziale per accogliere al meglio i tuberi. Le dalie richiedono un terreno sciolto, fertile e, soprattutto, con un ottimo drenaggio, poiché i tuberi sono suscettibili ai marciumi in caso di ristagno idrico. Prima di procedere con la piantagione, è necessario lavorare il terreno in profondità, almeno per 30-40 cm, arricchendolo con abbondante sostanza organica come compost maturo o letame ben decomposto. Questo non solo fornirà i nutrienti necessari per la fase iniziale di crescita, ma migliorerà anche la struttura del suolo, rendendolo più soffice e in grado di gestire al meglio l’umidità. Verificare il pH, che dovrebbe essere idealmente tra 6.5 e 7.0, è un’ulteriore accortezza per creare l’ambiente di crescita perfetto.
Il momento ideale per la piantagione dei tuberi varia a seconda del clima, ma la regola generale è attendere che il rischio di gelate tardive sia completamente passato e che il terreno si sia riscaldato a sufficienza, raggiungendo una temperatura di circa 15°C. Generalmente, questo periodo coincide con la fine di aprile o l’inizio di maggio. I tuberi vanno piantati in buche larghe e profonde circa 10-15 cm, posizionandoli orizzontalmente con il “colletto” (il punto da cui si svilupperanno i germogli, spesso riconoscibile dai resti dello stelo dell’anno precedente) rivolto verso l’alto. È importante mantenere una distanza adeguata tra le piante, che varia dai 30 cm per le varietà nane ai 90 cm per quelle più grandi, per garantire una buona circolazione d’aria.
Dopo aver posizionato il tubero nella buca, lo si ricopre con la terra precedentemente rimossa, senza compattarla eccessivamente. Un errore comune è quello di irrigare abbondantemente subito dopo la piantagione; è invece preferibile attendere la comparsa dei primi germogli fuori dal terreno prima di iniziare ad annaffiare regolarmente. Il tubero contiene già al suo interno le riserve di acqua e nutrienti necessarie per avviare la crescita, e un eccesso di umidità in questa fase delicata potrebbe facilmente provocarne il marciume. L’unica eccezione è se il terreno è eccezionalmente secco al momento della piantagione, nel qual caso si può procedere con una leggera bagnatura.
La scelta e la preparazione dei tuberi
La qualità dei tuberi di partenza è fondamentale per il successo della coltivazione. Al momento dell’acquisto o quando si recuperano i tuberi conservati durante l’inverno, è importante effettuare un’attenta ispezione. Un tubero sano deve essere sodo, compatto e privo di muffe, marciumi o segni di disidratazione eccessiva (non deve apparire raggrinzito). L’elemento più importante da verificare è la presenza del colletto, ovvero la porzione dello stelo dell’anno precedente da cui si originano le gemme. Senza una porzione di colletto attaccata, un singolo tubero, per quanto grande e sano, non sarà in grado di germogliare.
Prima della piantagione, è buona pratica preparare i cespi di tuberi conservati durante l’inverno. Questo è il momento ideale per dividerli, un’operazione che non solo serve a moltiplicare le piante, ma anche a rinvigorirle, poiché i cespi troppo grandi e vecchi tendono a produrre piante meno vigorose. La divisione va effettuata con un coltello affilato e disinfettato, assicurandosi che ogni sezione ottenuta abbia almeno un tubero sano e una porzione di colletto con una o più gemme visibili. Le gemme appaiono come piccoli “occhi” o rigonfiamenti sul colletto e sono il punto da cui nasceranno i nuovi steli.
Dopo la divisione, è consigliabile lasciare asciugare le superfici di taglio per un giorno o due in un luogo arieggiato, per permettere la formazione di un tessuto cicatriziale che preverrà l’ingresso di patogeni una volta nel terreno. Alcuni giardinieri spolverano i tagli con polvere di zolfo o carbone di legna per le loro proprietà fungicide, offrendo una protezione aggiuntiva contro i marciumi. Questa fase di “cura” è particolarmente importante se si piantano i tuberi in terreni umidi o in condizioni climatiche non ancora ottimali.
Per chi desidera anticipare la fioritura, è possibile avviare la crescita dei tuberi in vaso circa 4-6 settimane prima della data prevista per la messa a dimora all’esterno. I tuberi vengono piantati in vasi riempiti con terriccio leggero e ben drenante, mantenuti in un luogo luminoso e protetto come una serra o una veranda. Questo “pre-risveglio” permette alla pianta di sviluppare un piccolo apparato radicale e i primi germogli, dandole un vantaggio di crescita una volta trasferita in giardino, non appena le condizioni climatiche lo consentono.
La tecnica della messa a dimora
La tecnica corretta di messa a dimora è cruciale per garantire una partenza ottimale alle piante di dalia. Una volta preparato il terreno, si scava una buca di dimensioni adeguate, generalmente larga il doppio del cespo di tuberi e profonda circa 15 centimetri. Sul fondo della buca è utile aggiungere una manciata di concime a basso contenuto di azoto e ricco di fosforo e potassio, come la farina d’ossa, per stimolare lo sviluppo radicale e la futura fioritura. Questo fertilizzante va mescolato con un po’ di terra sul fondo per evitare il contatto diretto con il tubero, che potrebbe causare bruciature.
Il tubero deve essere posizionato orizzontalmente all’interno della buca, con le gemme o il “colletto” rivolti verso l’alto. Questa posizione favorisce lo sviluppo di un apparato radicale più ampio e stabile. Se si piantano varietà alte che necessiteranno di un tutore, è fondamentale inserire il palo di sostegno nella buca in questo momento, prima di ricoprire il tubero. Inserire il tutore in un secondo momento, a pianta già cresciuta, comporta un alto rischio di perforare e danneggiare irrimediabilmente i tuberi sottostanti, compromettendo la salute dell’intera pianta.
Dopo aver posizionato il tubero e l’eventuale tutore, si ricopre la buca con il terreno precedentemente scavato, senza pressarlo troppo per non ostacolare l’emergere dei delicati germogli. È importante etichettare chiaramente ogni pianta, indicando la varietà, soprattutto se si coltivano diverse tipologie di dalia. Questa accortezza si rivelerà preziosa durante la stagione per riconoscere le piante e al momento della raccolta autunnale dei tuberi, per conservarle correttamente divise per varietà.
Una volta completata la piantagione, la pazienza è una virtù essenziale. Come già accennato, non bisogna irrigare fino a quando i germogli non spuntano dal terreno, processo che può richiedere da due a cinque settimane a seconda della temperatura del suolo e della vitalità del tubero. In questa fase, l’umidità naturale del terreno è generalmente sufficiente. Solo quando i germogli saranno ben visibili e la pianta inizierà la sua crescita attiva, si potrà iniziare un programma di irrigazione regolare, fornendo acqua in abbondanza ma senza creare ristagni.
La propagazione per divisione dei tuberi
La divisione dei tuberi è il metodo più comune ed efficace per propagare le dalie. Questa operazione si effettua preferibilmente in primavera, poco prima della piantagione, piuttosto che in autunno, prima della conservazione invernale. In primavera, infatti, le gemme sul colletto sono più gonfie e visibili, rendendo molto più semplice identificare i punti in cui effettuare i tagli per assicurarsi che ogni nuova sezione sia vitale. Dividere un grande cespo in sezioni più piccole non solo aumenta il numero di piante, ma favorisce anche una crescita più vigorosa e una fioritura più abbondante.
Per procedere con la divisione, è necessario munirsi di un coltello robusto, affilato e pulito, disinfettandolo con alcool o candeggina diluita per prevenire la trasmissione di malattie. Si inizia rimuovendo eventuali tuberi vecchi, sottili o danneggiati dal cespo principale. Successivamente, si osserva attentamente il colletto per individuare le gemme (gli “occhi”). L’obiettivo è tagliare il colletto in più parti, facendo in modo che ogni parte abbia almeno un tubero sano attaccato e, soprattutto, una o più gemme vitali. Una divisione senza gemme non darà origine a nessuna pianta.
Ogni taglio deve essere netto e deciso per creare una superficie liscia che cicatrizzi più facilmente. A seconda delle dimensioni del cespo di partenza, si possono ottenere da tre a più di dieci nuove piante. È importante non essere troppo avidi: sezioni con 2-3 tuberi e un buon numero di gemme hanno maggiori probabilità di svilupparsi in piante forti e robuste rispetto a sezioni con un solo piccolo tubero. La qualità è più importante della quantità.
Una volta ottenute le nuove divisioni, si lasciano asciugare le superfici di taglio all’aria per un paio di giorni, in un luogo fresco e asciutto. Questo permette la formazione di un callo protettivo che riduce il rischio di infezioni fungine e marciumi una volta che i tuberi vengono messi a dimora nel terreno. A questo punto, le nuove sezioni sono pronte per essere piantate seguendo le stesse indicazioni valide per i tuberi interi, dando così inizio a un nuovo ciclo di vita per le nostre dalie.
La propagazione per talea
La propagazione per talea è un’altra tecnica molto efficace, particolarmente apprezzata dai coltivatori professionisti e dagli appassionati che desiderano ottenere un gran numero di piante identiche alla pianta madre in breve tempo. Questo metodo si pratica in primavera, utilizzando i germogli che spuntano dai tuberi messi a radicare in anticipo. Per iniziare, circa 6-8 settimane prima dell’ultima gelata, i tuberi vengono posti in cassette con torba o terriccio leggermente umido e mantenuti in un ambiente caldo e luminoso, come una serra riscaldata.
Quando i nuovi germogli prodotti dai tuberi raggiungono un’altezza di circa 8-10 centimetri, sono pronti per essere prelevati. Utilizzando un coltello affilato e sterilizzato, si taglia il germoglio alla base, proprio nel punto in cui si unisce al colletto del tubero. È importante cercare di prelevare una piccola porzione del tessuto del colletto (“tallone”) insieme alla talea, poiché questa zona è ricca di cellule indifferenziate che favoriscono una più rapida emissione di radici. Dal punto in cui è stata prelevata la talea, il tubero spesso produrrà nuovi germogli, permettendo più raccolte.
Una volta prelevata, la talea deve essere preparata per la radicazione. Si rimuovono le foglie più basse, lasciando solo le due o tre coppie di foglie apicali per ridurre la traspirazione. La base della talea può essere immersa in una polvere ormonale radicante per accelerare il processo, anche se le dalie radicano con relativa facilità anche senza. Le talee vengono quindi inserite in vasetti o vassoi alveolari riempiti con un substrato molto leggero e drenante, come una miscela di torba e perlite o vermiculite.
I contenitori con le talee devono essere mantenuti in un ambiente caldo, umido e luminoso, ma al riparo dalla luce solare diretta. Coprire i vassoi con un coperchio di plastica trasparente o un sacchetto di polietilene aiuta a mantenere alta l’umidità, creando un effetto serra. Nel giro di 2-4 settimane, le talee svilupperanno il proprio apparato radicale. A questo punto, possono essere gradualmente acclimatate all’ambiente esterno e, una volta scongiurato ogni pericolo di gelo, trapiantate in giardino, dove cresceranno e fioriranno nella stessa stagione.