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La messa a dimora e la propagazione della rosa spinosissima

Daria · 21.06.2025.

La messa a dimora e la propagazione della rosa spinosissima sono operazioni relativamente semplici, che rispecchiano la natura vigorosa e adattabile di questo arbusto. Per assicurare un attecchimento rapido e una crescita sana, è cruciale seguire alcune linee guida fondamentali, a partire dalla scelta del periodo ideale per l’impianto, che si colloca preferibilmente in autunno nelle regioni a clima mite, o in primavera in quelle con inverni più rigidi. Questo permette alla pianta di sviluppare un solido apparato radicale prima di dover affrontare lo stress del caldo estivo o del gelo invernale. La preparazione accurata del sito d’impianto, con particolare attenzione al drenaggio, è il primo passo per garantire un futuro rigoglioso a questa rosa tanto affascinante quanto resistente.

La scelta del materiale di partenza è altrettanto importante per un buon risultato. È possibile acquistare piante di rosa spinosissima in vaso presso vivai specializzati, oppure optare per esemplari a radice nuda, disponibili solitamente durante il riposo vegetativo invernale. Le piante in vaso offrono maggiore flessibilità per quanto riguarda il periodo di impianto, ma quelle a radice nuda, se piantate correttamente nel periodo giusto, spesso garantiscono un attecchimento più rapido e vigoroso. Al momento dell’acquisto, è bene ispezionare la pianta, che deve presentarsi sana, con rami robusti e, nel caso delle piante in vaso, con un apparato radicale ben sviluppato ma non eccessivamente spiralizzato.

La procedura di messa a dimora inizia con la preparazione della buca, che, come accennato, deve essere ampia e profonda, circa il doppio del volume delle radici. Prima di inserire la pianta, è buona norma reidratare le radici, immergendo il pane di terra o le radici nude in un secchio d’acqua per circa un’ora. Sul fondo della buca si può aggiungere una manciata di concime organico a lenta cessione o di cornunghia, mescolandolo con la terra di scavo. La pianta va posizionata nella buca in modo che il punto d’innesto (se presente) o il colletto si trovi a livello del terreno circostante. Si riempie poi la buca con la terra precedentemente rimossa, compattandola leggermente per eliminare le sacche d’aria.

Dopo aver colmato la buca, è fondamentale procedere con un’abbondante irrigazione, anche se il terreno è umido. Questa operazione, nota come “bagnatura di assestamento”, serve a far aderire perfettamente la terra alle radici, eliminando ogni spazio vuoto e garantendo un contatto ottimale per l’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti. Nei mesi successivi all’impianto, è importante mantenere il terreno moderatamente umido, ma non zuppo, per sostenere la pianta durante la fase di attecchimento. Una volta che la rosa avrà superato questa fase critica, diventerà molto più autonoma e resistente alla siccità, richiedendo interventi idrici solo in caso di periodi particolarmente secchi e prolungati.

La propagazione per divisione dei polloni

La rosa spinosissima è nota per la sua spiccata tendenza a produrre polloni radicali, ovvero nuovi getti che spuntano dal terreno a una certa distanza dalla pianta madre. Questa caratteristica naturale offre il metodo più semplice ed efficace per la sua propagazione: la divisione dei polloni. Questa tecnica permette di ottenere nuove piante geneticamente identiche alla pianta madre in modo rapido e con un’altissima probabilità di successo. È un’operazione che non solo consente di moltiplicare i propri esemplari, ma serve anche a controllare l’espansione del cespuglio, mantenendolo nelle dimensioni desiderate.

Il periodo migliore per prelevare i polloni è durante il riposo vegetativo, dalla tarda autunno alla fine dell’inverno, quando la pianta è a riposo e lo stress dell’operazione è minimo. Si scelgono i polloni più vigorosi, che abbiano almeno un anno di età e che si trovino a una distanza sufficiente dalla pianta madre per aver sviluppato un proprio apparato radicale. Con una vanga affilata, si scava attorno al pollone per individuare la radice che lo collega alla pianta principale e la si recide con un taglio netto. Successivamente, si estrae il pollone dal terreno con la maggior quantità possibile di radici intatte.

Una volta prelevato, il giovane pollone può essere trattato come una nuova pianta a radice nuda. È consigliabile ridurre leggermente la parte aerea, accorciando i rami di circa un terzo, per bilanciare la chioma con l’apparato radicale, che è stato inevitabilmente ridotto durante l’espianto. Questo accorgimento limita la traspirazione e aiuta la pianta a concentrare le sue energie sullo sviluppo di nuove radici. La nuova piantina può essere messa a dimora direttamente nella posizione definitiva oppure coltivata in un vaso per un anno, per permetterle di irrobustirsi prima di essere trasferita in giardino.

Sia che si scelga la messa a dimora diretta o la coltivazione in vaso, le cure successive sono le stesse di una qualsiasi giovane rosa appena piantata. È fondamentale garantire un’irrigazione regolare per mantenere il terreno umido ma non fradicio, e proteggere la giovane pianta da un’eccessiva insolazione o da venti forti nelle prime settimane. Con queste semplici attenzioni, il pollone radicherà rapidamente, dando vita a un nuovo cespuglio di rosa spinosissima che fiorirà già a partire dalla seconda o terza stagione di crescita.

La propagazione per talea

Un altro metodo efficace per moltiplicare la rosa spinosissima è la talea, una tecnica che consiste nel prelevare una porzione di ramo e indurla a emettere radici. Sebbene richieda qualche attenzione in più rispetto alla divisione dei polloni, la propagazione per talea permette di ottenere un numero maggiore di nuove piante da un singolo esemplare. Si possono utilizzare due tipi di talee: legnose, prelevate in autunno-inverno, o semilegnose, prelevate in estate. Entrambi i metodi hanno buone probabilità di successo con questa specie vigorosa.

Per le talee legnose, si scelgono in tardo autunno rami sani e robusti dell’anno, dello spessore di una matita. Si tagliano porzioni di circa 20-25 centimetri, effettuando un taglio obliquo appena sotto un nodo alla base e un taglio orizzontale sopra un nodo all’apice. Si rimuovono eventuali foglie residue e si immerge la base delle talee in una polvere di ormoni radicanti per stimolare l’emissione delle radici. Le talee vengono poi interrate per circa due terzi della loro lunghezza in un solco scavato in una zona riparata e ben drenata del giardino, o in vasi riempiti con un miscuglio di torba e sabbia.

Le talee semilegnose si prelevano invece in estate, solitamente a luglio o agosto, da rami dell’anno che hanno già iniziato a lignificare alla base ma sono ancora teneri all’apice. Si scelgono porzioni di circa 10-15 centimetri, prelevandole preferibilmente con una piccola porzione del ramo portante (“talea con tallone”). Si eliminano le foglie inferiori e si dimezzano quelle superiori per ridurre la traspirazione. Anche in questo caso, l’uso di ormoni radicanti è consigliato. Le talee vengono poi piantate in vasetti con un substrato leggero e mantenute in un ambiente umido e protetto, come una serra fredda o sotto una copertura di plastica trasparente, fino all’avvenuta radicazione.

Indipendentemente dal metodo scelto, le talee necessitano di tempo e pazienza per radicare. Durante questo periodo, è fondamentale mantenere il substrato costantemente umido ma mai inzuppato d’acqua. Le talee legnose piantate all’aperto inizieranno a emettere radici e germogli la primavera successiva, mentre quelle semilegnose radicheranno in poche settimane. Una volta che le nuove piantine avranno sviluppato un buon apparato radicale e mostreranno una crescita vigorosa, potranno essere trapiantate nella loro dimora definitiva, pronte a trasformarsi in splendidi cespugli fioriti.

La propagazione da seme

La propagazione da seme della rosa spinosissima è un metodo affascinante che, a differenza delle tecniche vegetative, non garantisce piante identiche alla madre, ma può dare origine a nuove e interessanti variazioni. Questo processo è più lungo e complesso rispetto alla divisione o alla talea, ma può essere molto gratificante per il giardiniere paziente e curioso. I semi sono contenuti all’interno dei cinorrodi, i frutti neri che maturano sulla pianta in autunno. Per procedere, è necessario raccogliere i cinorrodi quando sono ben maturi, ma prima che diventino troppo molli o si deteriorino.

Una volta raccolti i frutti, bisogna estrarre i semi. Si tagliano a metà i cinorrodi e si raschiano via i semi, separandoli dalla polpa. È importante pulire bene i semi da ogni residuo di polpa, che contiene sostanze inibitrici della germinazione. Dopo la pulizia, i semi devono essere sottoposti a un processo chiamato “stratificazione a freddo”, che simula le condizioni invernali necessarie per interrompere la loro dormienza. I semi vengono mescolati con un substrato umido, come sabbia, vermiculite o torba, e conservati in un sacchetto di plastica sigillato in frigorifero per un periodo di 2-4 mesi a una temperatura di circa 4°C.

Dopo il periodo di stratificazione, i semi sono pronti per la semina. Si piantano in vassoi o vasetti riempiti con un terriccio da semina di buona qualità, a una profondità di circa mezzo centimetro. Il substrato va mantenuto costantemente umido e i contenitori posti in un luogo luminoso, ma non esposto alla luce solare diretta. La germinazione può essere lenta e irregolare, richiedendo da alcune settimane a diversi mesi. È importante avere pazienza e non scoraggiarsi se non tutti i semi germinano contemporaneamente.

Quando le piantine avranno sviluppato almeno due coppie di foglie vere, potranno essere ripicchettate singolarmente in vasetti più grandi per continuare la loro crescita. Durante questa fase, è importante fornire loro luce adeguata e una fertilizzazione leggera e bilanciata. Le giovani piantine cresceranno lentamente durante il primo anno e dovranno essere protette dal freddo intenso durante il primo inverno. Solitamente, le rose ottenute da seme impiegano almeno due o tre anni prima di raggiungere una dimensione sufficiente per fiorire, ma l’attesa sarà ripagata dalla sorpresa di scoprire le caratteristiche uniche di ogni nuovo esemplare.

L’impianto in contenitore

Sebbene la rosa spinosissima sia ideale per la coltivazione in piena terra, può essere coltivata con successo anche in contenitori di grandi dimensioni, una soluzione perfetta per chi dispone solo di un terrazzo, un balcone o un piccolo patio. La scelta del vaso è fondamentale: deve essere capiente, con un diametro e una profondità di almeno 40-50 centimetri, per permettere un adeguato sviluppo dell’apparato radicale e garantire una buona riserva di terra e umidità. I materiali porosi come la terracotta sono preferibili perché favoriscono la traspirazione, ma anche i vasi in plastica o resina di buona qualità possono funzionare, a patto che siano dotati di ampi fori di drenaggio sul fondo.

La preparazione del substrato per la coltivazione in vaso è ancora più critica che in piena terra. È necessario creare un miscuglio molto drenante per evitare i ristagni idrici, letali per questa specie. Una buona ricetta consiste nel mescolare terriccio universale di alta qualità con circa un terzo di materiale inerte come sabbia grossolana, perlite o pomice. Sul fondo del vaso è indispensabile creare uno strato drenante di almeno 5-10 centimetri con argilla espansa, ghiaia o cocci, per assicurare che l’acqua in eccesso possa defluire liberamente.

L’impianto si svolge in modo simile a quello in piena terra. Si posiziona la pianta al centro del vaso, assicurandosi che il colletto sia al giusto livello, e si riempie con il substrato preparato, compattando leggermente. Dopo l’impianto, si procede con una generosa irrigazione fino a quando l’acqua non inizia a fuoriuscire dai fori di drenaggio. Le piante in vaso richiedono un’attenzione maggiore per quanto riguarda l’irrigazione rispetto a quelle in giardino, poiché il substrato si asciuga molto più rapidamente, soprattutto durante la stagione calda. Sarà necessario controllare regolarmente l’umidità del terriccio e annaffiare quando i primi centimetri risultano asciutti al tatto.

La coltivazione in vaso richiede anche una gestione più attenta della nutrizione. I nutrienti presenti nel limitato volume di terra del contenitore si esauriscono più in fretta. Sarà quindi necessario prevedere concimazioni regolari durante la stagione vegetativa, da primavera a fine estate, utilizzando un fertilizzante bilanciato per piante da fiore, preferibilmente a lenta cessione o liquido diluito nell’acqua di irrigazione ogni 2-3 settimane. Ogni 3-4 anni, inoltre, sarà necessario rinvasare la rosa in un contenitore leggermente più grande o, in alternativa, estrarla, potare parzialmente le radici e sostituire il vecchio terriccio con uno fresco e ricco di nutrienti.

📷No machine-readable author provided. Svdmolen assumed (based on copyright claims).CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

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