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La cura del lauroceraso

Daria · 18.03.2025.

Il lauroceraso è una delle piante da siepe e ornamentali più apprezzate nei nostri giardini, grazie alla sua rapida crescita, al fogliame denso e lucido e alla sua notevole resistenza. Per mantenerlo sano, vigoroso e bello esteticamente, è fondamentale dedicargli delle cure costanti e mirate durante tutto l’arco dell’anno. Una corretta gestione della pianta non solo ne garantisce un aspetto impeccabile, ma previene anche l’insorgere di malattie e l’attacco di parassiti che potrebbero comprometterne la salute. Seguire alcune regole di base relative all’irrigazione, alla concimazione e alla potatura è il primo passo per assicurarsi una pianta rigogliosa e longeva. Questo approccio proattivo ti permetterà di godere della bellezza del tuo lauroceraso per molti anni, trasformandolo in un elemento centrale del tuo spazio verde.

Le basi per una crescita sana

Per garantire al lauroceraso uno sviluppo ottimale, è essenziale partire dalle fondamenta, ovvero dalla scelta del giusto substrato e della posizione più adatta. Questa pianta è piuttosto tollerante riguardo alla tipologia di terreno, ma predilige suoli fertili, profondi e, soprattutto, molto ben drenati. I ristagni idrici sono infatti il suo peggior nemico, poiché possono causare rapidamente l’insorgere di marciumi radicali, patologie che portano all’ingiallimento delle foglie e, nei casi più gravi, alla morte della pianta stessa. Pertanto, se il tuo terreno è particolarmente argilloso e compatto, è consigliabile migliorarne la struttura aggiungendo sabbia e materiale organico come compost maturo prima della messa a dimora.

Un altro aspetto cruciale è la preparazione accurata della buca d’impianto. Questa dovrebbe essere significativamente più larga e profonda rispetto al pane di terra della pianta acquistata. Lavorare bene il terreno sul fondo e sui lati della buca favorisce un rapido sviluppo dell’apparato radicale, permettendo alla pianta di ancorarsi saldamente e di esplorare un volume maggiore di suolo alla ricerca di acqua e nutrienti. Sul fondo della buca è sempre una buona pratica stendere uno strato di materiale drenante, come ghiaia o argilla espansa, per migliorare ulteriormente il deflusso dell’acqua in eccesso.

L’acidità del suolo, misurata dal valore di pH, è un altro fattore da non sottovalutare. Il lauroceraso prospera in terreni da sub-acidi a leggermente alcalini, con un intervallo di pH ideale compreso tra 6,0 e 7,5. Terreni eccessivamente calcarei possono portare a fenomeni di clorosi ferrica, una fisiopatia che si manifesta con l’ingiallimento delle foglie più giovani a causa della difficoltà della pianta ad assorbire il ferro. In questi casi, può essere necessario intervenire con prodotti a base di chelati di ferro per correggere lo squilibrio e ripristinare il colore verde brillante del fogliame.

Infine, la posizione gioca un ruolo determinante per la salute a lungo termine del lauroceraso. Sebbene sia una pianta molto versatile, che si adatta bene sia alle esposizioni soleggiate che a quelle in ombra parziale, la condizione ideale è quella che garantisce alcune ore di sole diretto al mattino e un’ombra leggera durante le ore più calde del pomeriggio estivo. Un’eccessiva esposizione al sole cocente può causare scottature sulle foglie, mentre un’ombra troppo fitta può portare a una crescita più rada e a una minore produzione di fiori. Una buona circolazione d’aria, inoltre, aiuta a prevenire le malattie fungine.

Irrigazione corretta e gestione dell’umidità

Una corretta gestione dell’acqua è fondamentale per la salute del lauroceraso, specialmente durante i primi anni dopo l’impianto e nei periodi di siccità. Le giovani piante, con un apparato radicale ancora in via di sviluppo, richiedono annaffiature regolari per attecchire correttamente e iniziare una crescita vigorosa. Durante la prima stagione vegetativa, è consigliabile irrigare abbondantemente una o due volte a settimana, a seconda delle condizioni climatiche e del tipo di terreno, assicurandosi che l’acqua penetri in profondità per stimolare le radici a crescere verso il basso.

Una volta che la pianta si è ben stabilita, diventa molto più resistente alla siccità, ma non bisogna dimenticarsi completamente di lei. Durante le estati lunghe, calde e secche, anche gli esemplari adulti beneficiano di irrigazioni di soccorso, da effettuare preferibilmente al mattino presto o alla sera tardi per minimizzare l’evaporazione. È importante bagnare il terreno in profondità piuttosto che fornire poca acqua frequentemente; questo metodo incoraggia lo sviluppo di un sistema radicale più profondo e resiliente, in grado di resistere meglio ai periodi di stress idrico.

L’osservazione del terreno è il modo migliore per capire quando è il momento di annaffiare. Prima di procedere con una nuova irrigazione, è buona norma verificare che i primi centimetri di suolo siano asciutti al tatto. Come già accennato, il lauroceraso teme i ristagni idrici, quindi è cruciale evitare di mantenere il terreno costantemente inzuppato d’acqua. Un’eccessiva umidità a livello radicale può portare all’asfissia delle radici e favorire lo sviluppo di funghi patogeni responsabili di marciumi.

Per le piante coltivate in vaso, la gestione dell’acqua richiede un’attenzione ancora maggiore. Il substrato nei contenitori tende ad asciugarsi molto più rapidamente rispetto alla piena terra, soprattutto durante la stagione calda. Sarà quindi necessario controllare più di frequente il grado di umidità e irrigare non appena la superficie del terriccio appare asciutta. Assicurati sempre che il vaso abbia dei fori di drenaggio adeguati per permettere all’acqua in eccesso di defluire liberamente, evitando così pericolosi ristagni sul fondo.

L’importanza della potatura

La potatura è una delle pratiche di cura più importanti per il lauroceraso, essenziale per mantenerne la forma, controllarne le dimensioni e garantirne la salute. Questa operazione, se eseguita correttamente, stimola la pianta a produrre nuova vegetazione, rendendo la chioma più densa e compatta, caratteristica particolarmente desiderabile nelle siepi. Inoltre, la potatura permette di eliminare eventuali rami secchi, danneggiati o malati, migliorando la circolazione dell’aria all’interno della chioma e riducendo il rischio di attacchi fungini.

Il periodo migliore per effettuare la potatura principale è alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera, subito dopo la fine delle gelate più intense ma prima che inizi la ripresa vegetativa. Un intervento in questo momento permette alla pianta di cicatrizzare rapidamente le ferite e di concentrare le sue energie sulla produzione di nuovi germogli. È possibile effettuare un secondo intervento di rifinitura alla fine dell’estate, tra agosto e settembre, per mantenere la forma desiderata ed eliminare i rami cresciuti in modo disordinato durante la stagione.

Per quanto riguarda la tecnica, è fondamentale utilizzare sempre attrezzi ben affilati e disinfettati. Cesoie, troncarami o tagliasiepi con lame poco affilate tendono a sfilacciare i tessuti vegetali anziché tagliarli di netto, creando ferite che faticano a rimarginarsi e che rappresentano una facile via d’accesso per funghi e batteri. Disinfettare le lame con alcool o candeggina diluita prima dell’uso e tra una pianta e l’altra aiuta a prevenire la diffusione di eventuali patologie.

Quando si pota, è importante non essere troppo timidi, soprattutto con le siepi. Il lauroceraso risponde molto bene anche ai tagli drastici, rigenerandosi vigorosamente. Per ottenere una siepe densa fin dalla base, è consigliabile darle una forma leggermente trapezoidale, con la base più larga della sommità; questo accorgimento permette alla luce di raggiungere anche i rami più bassi, evitando che si spoglino nel tempo. Per gli esemplari coltivati come alberelli o cespugli isolati, la potatura sarà mirata a mantenere una forma armoniosa e a diradare la chioma interna.

Concimazione e nutrimento

Per sostenere la sua rapida crescita e mantenere un fogliame di un verde intenso e brillante, il lauroceraso necessita di un adeguato apporto di nutrienti. Una corretta concimazione è quindi un aspetto fondamentale della sua cura, specialmente per le piante giovani e per quelle coltivate in vaso, dove le risorse nutritive si esauriscono più rapidamente. I principali elementi di cui ha bisogno sono l’azoto (N), che favorisce lo sviluppo delle foglie, il fosforo (P), importante per l’apparato radicale, e il potassio (K), che aumenta la resistenza alle malattie e agli stress ambientali.

Il momento ideale per fornire i nutrienti è durante il periodo di massima crescita, che va dalla primavera all’inizio dell’autunno. Si consiglia di effettuare una prima concimazione all’inizio della primavera, per supportare la ripresa vegetativa e la produzione di nuovi germogli. Un secondo intervento può essere effettuato all’inizio dell’estate per sostenere la pianta durante il periodo più caldo. È preferibile evitare di concimare in tardo autunno o in inverno, per non stimolare la produzione di nuova vegetazione tenera che potrebbe essere danneggiata dal gelo.

La scelta del concime dipende dalle tue preferenze e dalle esigenze specifiche della pianta. I fertilizzanti a lenta cessione, in formato granulare, sono un’ottima opzione perché rilasciano i nutrienti gradualmente nel tempo, garantendo un nutrimento costante per diversi mesi. In alternativa, si possono utilizzare concimi organici come letame maturo, compost o stallatico pellettato, che oltre a nutrire la pianta migliorano anche la struttura e la fertilità del terreno. Questi vanno incorporati leggermente nello strato superficiale del suolo alla base della pianta.

Durante la distribuzione del concime, fai attenzione a non metterlo a diretto contatto con il fusto o le radici per evitare bruciature. Spargi il prodotto uniformemente nell’area sottostante la chioma, che corrisponde all’incirca all’estensione dell’apparato radicale. Dopo aver distribuito il fertilizzante, è sempre una buona pratica irrigare abbondantemente per favorirne lo scioglimento e la penetrazione nel terreno, rendendolo così immediatamente disponibile per l’assorbimento da parte delle radici. Segui sempre le dosi indicate sulla confezione del prodotto per evitare sovradosaggi dannosi.

Prevenzione di malattie e parassiti

Anche se il lauroceraso è una pianta generalmente robusta, non è immune dall’attacco di alcune malattie e parassiti. Un monitoraggio costante è la prima e più efficace forma di difesa, poiché permette di individuare precocemente eventuali problemi e di intervenire prima che possano causare danni significativi. Ispeziona regolarmente le foglie, sia sulla pagina superiore che su quella inferiore, i rami e il colletto della pianta alla ricerca di segni anomali come macchie, muffe, fori o la presenza di insetti.

Tra le malattie fungine più comuni che possono colpire il lauroceraso c’è l’oidio, o mal bianco, che si manifesta con una patina biancastra e polverulenta sulle foglie. Un’altra patologia frequente è la cosiddetta “perforazione fogliare” o “vaiolatura”, causata da un fungo che provoca la comparsa di piccole macchie rossastre che poi necrotizzano e cadono, lasciando dei fori sulle foglie. Entrambe queste malattie sono favorite da un’elevata umidità ambientale e da una scarsa circolazione d’aria. Per prevenirle, è importante evitare di bagnare il fogliame durante l’irrigazione e garantire una corretta distanza tra le piante.

Dal lato dei parassiti, uno dei nemici più noti del lauroceraso è l’oziorrinco. L’adulto di questo coleottero si nutre di notte, provocando delle caratteristiche erosioni a forma di mezzaluna sui margini delle foglie, mentre le sue larve, che vivono nel terreno, sono molto più dannose in quanto si cibano delle radici, compromettendo la vitalità della pianta. Altri parassiti comuni sono le cocciniglie, che si attaccano a rami e foglie sottraendo linfa, e gli afidi, che infestano i giovani germogli.

In caso di infestazione, la scelta del metodo di lotta dipende dalla gravità del problema. Per attacchi lievi, spesso è sufficiente un intervento manuale o l’utilizzo di prodotti naturali come il sapone di Marsiglia o l’olio di Neem, che agiscono per contatto contro molti insetti. In caso di infestazioni più gravi o di malattie fungine estese, potrebbe essere necessario ricorrere a prodotti fitosanitari specifici. In questo caso, è fondamentale leggere attentamente le istruzioni sull’etichetta e utilizzare i prodotti in modo responsabile, rispettando le dosi e i tempi di carenza indicati.

Cure stagionali specifiche

La cura del lauroceraso non è la stessa durante tutto l’anno, ma deve adattarsi ai cambiamenti stagionali per rispondere al meglio alle esigenze della pianta. In primavera, con la ripresa vegetativa, è il momento di concentrare gli sforzi sulla nutrizione e sulla potatura. È questo il periodo ideale per somministrare un buon concime a lenta cessione che supporti la crescita esplosiva dei nuovi germogli e per dare forma alla pianta o alla siepe, eliminando i danni causati dal freddo invernale. Controlla anche la presenza di eventuali parassiti risvegliatisi dal letargo.

Durante l’estate, l’attenzione si sposta principalmente sulla gestione dell’acqua. Con l’aumento delle temperature e l’insolazione più intensa, il fabbisogno idrico della pianta aumenta significativamente. Le irrigazioni dovranno essere più frequenti e abbondanti, soprattutto in assenza di precipitazioni, prestando sempre attenzione a non creare ristagni. È anche un buon momento per applicare uno strato di pacciamatura alla base delle piante; materiali come corteccia, paglia o foglie secche aiutano a mantenere il terreno più fresco e umido, riducendo la necessità di annaffiare e controllando la crescita delle erbe infestanti.

In autunno, le cure si concentrano sulla preparazione della pianta per il riposo invernale. Riduci gradualmente le irrigazioni man mano che le temperature si abbassano e le piogge diventano più frequenti. È un buon momento per effettuare una pulizia generale, rimuovendo le foglie secche e i detriti vegetali da sotto la chioma, dove potrebbero trovare rifugio parassiti e spore fungine. Se necessario, si può effettuare una leggera potatura di contenimento, ma evita tagli drastici che potrebbero stimolare una nuova crescita tardiva, sensibile al gelo.

L’inverno è il periodo di riposo per il lauroceraso, e le cure richieste sono minime. Le piante adulte e ben stabilite in piena terra generalmente non necessitano di particolari protezioni, essendo molto resistenti al freddo. Un’attenzione particolare va invece riservata alle piante giovani, messe a dimora da poco, o a quelle coltivate in vaso, il cui apparato radicale è più esposto al gelo. In questi casi, può essere utile proteggere la base con uno strato abbondante di pacciamatura e avvolgere il vaso con tessuti isolanti come iuta o tessuto non tessuto per proteggere le radici dalle temperature più rigide.

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