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Fabbisogno idrico e irrigazione della mandevilla sanderi

Linden · 22.05.2025.

L’acqua è l’elemento vitale per ogni pianta e la Mandevilla sanderi non fa eccezione. Gestire correttamente l’irrigazione è forse l’aspetto più critico e delicato nella coltivazione di questa splendida rampicante tropicale. Un equilibrio perfetto tra il fornire l’umidità necessaria e l’evitare i pericolosi ristagni idrici è la chiave per una pianta sana, vigorosa e soprattutto fiorifera. Molti dei problemi che affliggono la Mandevilla, come l’ingiallimento delle foglie o il marciume radicale, derivano proprio da errori nell’annaffiatura. Comprendere a fondo le esigenze idriche di questa pianta ti permetterà di evitare gli sbagli più comuni e di garantirle una vita lunga e rigogliosa.

La Mandevilla, pur amando un’umidità costante, è estremamente sensibile all’eccesso d’acqua a livello radicale. Il suo apparato radicale, infatti, necessita di un substrato ben aerato per poter respirare e funzionare correttamente. Un terreno costantemente inzuppato d’acqua porta a una condizione di asfissia, in cui le radici non ricevono più ossigeno, iniziano a deperire e diventano facile preda di funghi patogeni che causano il marciume. Per questo motivo, la regola d’oro è sempre la stessa: è meglio una leggera carenza d’acqua che un eccesso.

Le esigenze idriche della pianta variano significativamente in base a diversi fattori, tra cui la stagione, la temperatura, l’esposizione al sole, la dimensione del vaso e il tipo di terriccio utilizzato. Durante la stagione di crescita attiva, dalla primavera all’estate, quando la pianta produce foglie e fiori in abbondanza, il suo fabbisogno di acqua è al massimo. Al contrario, durante il periodo di riposo invernale, l’attività metabolica rallenta drasticamente e, di conseguenza, la necessità di acqua si riduce al minimo indispensabile.

È fondamentale imparare a “leggere” la pianta e il suo substrato piuttosto che seguire un calendario di irrigazione rigido e preimpostato. Il metodo più affidabile per capire quando è il momento di annaffiare è controllare l’umidità del terreno. Infila un dito nel terriccio per una profondità di circa 3-4 centimetri: se lo senti asciutto e friabile, è il momento di irrigare. Se invece lo percepisci ancora umido e fresco, è meglio attendere ancora uno o due giorni e ricontrollare.

Un altro indicatore, sebbene meno preciso, può essere il peso del vaso. Con l’esperienza, imparerai a distinguere il peso del vaso quando il terriccio è bagnato rispetto a quando è asciutto. Sollevando il vaso, potrai farti un’idea del suo contenuto di umidità. Questo metodo è particolarmente utile per i vasi più piccoli, dove la differenza di peso è più evidente. Ricorda che la superficie del terriccio si asciuga più velocemente, quindi non basarti solo sull’aspetto superficiale per decidere se annaffiare.

Tecniche di irrigazione corrette

La tecnica con cui si fornisce l’acqua è tanto importante quanto la frequenza. Il modo migliore per irrigare la Mandevilla è farlo abbondantemente ma a intervalli ben distanziati. Quando annaffi, bagna uniformemente tutta la superficie del terriccio fino a quando l’acqua non inizia a fuoriuscire dai fori di drenaggio sul fondo del vaso. Questo assicura che l’intero apparato radicale venga idratato in modo omogeneo e contribuisce a “lavare” via eventuali accumuli di sali minerali dal substrato.

Dopo aver annaffiato abbondantemente, è cruciale non lasciare mai acqua stagnante nel sottovaso. Attendi circa 15-30 minuti per permettere al terriccio di drenare completamente l’acqua in eccesso, dopodiché svuota scrupolosamente il sottovaso. Lasciare le radici a contatto prolungato con l’acqua è una delle cause principali del marciume radicale. Se non puoi essere presente per svuotare il sottovaso, puoi sollevare il vaso posizionandolo su dei piedini o degli spessori per tenerlo staccato dal fondo.

Evita di bagnare le foglie e i fiori durante l’irrigazione, soprattutto nelle ore più calde e soleggiate della giornata. Le gocce d’acqua sulle foglie possono agire come delle lenti d’ingrandimento, causando scottature solari. Inoltre, un fogliame costantemente umido, specialmente durante la notte, può favorire lo sviluppo di malattie fungine come l’oidio (mal bianco). Dirigi il getto d’acqua direttamente alla base della pianta, sul terriccio.

L’orario migliore per annaffiare è la mattina presto. In questo modo, la pianta ha tutta la giornata per assorbire l’acqua di cui ha bisogno e l’eventuale umidità in eccesso sulla superficie del terreno può evaporare rapidamente con il calore del giorno. Irrigare di sera, al contrario, può lasciare il terriccio e la base della pianta umidi per tutta la notte, creando le condizioni ideali per la proliferazione di funghi e muffe, specialmente in ambienti poco ventilati.

La frequenza dell’irrigazione in base alle stagioni

Durante la primavera e l’estate, il periodo di massima crescita e fioritura, la Mandevilla richiede annaffiature regolari e generose. A seconda del clima e delle dimensioni del vaso, potrebbe essere necessario irrigare ogni 2-4 giorni. Nelle giornate particolarmente calde, ventose o quando la pianta è esposta a molto sole, il substrato si asciuga più rapidamente, quindi i controlli dovranno essere più frequenti. Ricorda sempre di verificare l’umidità del terreno prima di procedere.

Quando arriva l’autunno, le temperature iniziano a scendere e le ore di luce diminuiscono. Di conseguenza, la crescita della pianta rallenta e il suo fabbisogno idrico si riduce. In questo periodo, è necessario diradare gradualmente le annaffiature. Lascia che il terreno si asciughi più a fondo tra un’irrigazione e l’altra. Passerai da annaffiature ogni pochi giorni a interventi settimanali o anche più distanziati, sempre in base alle condizioni ambientali e alla risposta della pianta.

Durante l’inverno, se la pianta viene ricoverata in un ambiente fresco e protetto per il riposo vegetativo (svernamento), le irrigazioni devono essere drasticamente ridotte. In questa fase, la pianta è quasi dormiente e un eccesso d’acqua sarebbe letale. È sufficiente fornire pochissima acqua, appena quanto basta per non far seccare completamente il pane di terra. Indicativamente, un’annaffiatura leggera ogni 3-4 settimane può essere sufficiente. L’obiettivo è mantenere le radici vitali senza stimolare una nuova crescita.

Con il ritorno della primavera e l’aumento delle temperature, la pianta si risveglierà dal suo riposo invernale. Noterai la comparsa di nuovi germogli e foglioline. Questo è il segnale per riprendere gradualmente ad aumentare la frequenza e la quantità delle irrigazioni. Inizia con annaffiature moderate e incrementale man mano che la crescita diventa più vigorosa, per poi tornare al regime estivo quando la pianta sarà di nuovo in piena attività vegetativa.

Segnali di eccesso o carenza d’acqua

La Mandevilla comunica il suo stato di salute attraverso le foglie, ed è importante imparare a interpretare i suoi segnali. Uno dei sintomi più comuni di un’eccessiva irrigazione è l’ingiallimento delle foglie, in particolare quelle più basse e vecchie, che poi tendono a cadere. Le foglie possono apparire molli e flosce, e nei casi più gravi, la base del fusto può diventare scura e marcescente. Se noti questi segnali, sospendi immediatamente le annaffiature e controlla lo stato delle radici.

Un altro segnale di troppa acqua può essere una crescita stentata e l’assenza di fioritura, nonostante la pianta sia apparentemente verde. Se il terreno è costantemente bagnato, le radici non riescono a svolgere la loro funzione di assorbimento dei nutrienti, portando a uno stato di sofferenza generale. La comparsa di muffa grigia sulla superficie del terriccio è un’ulteriore conferma che l’ambiente è troppo umido. In questi casi, è necessario far asciugare il substrato e rivedere completamente la propria routine di irrigazione.

Al contrario, una carenza d’acqua si manifesta solitamente con l’appassimento delle foglie e dei germogli più teneri. La pianta appare floscia e priva di turgore. Se la siccità è prolungata, i bordi delle foglie possono iniziare a seccarsi e ad accartocciarsi, diventando marroni e croccanti. I boccioli floreali possono seccarsi e cadere prima di aprirsi. In genere, se la carenza non è troppo grave, la pianta si riprende rapidamente dopo una buona annaffiatura.

È importante distinguere l’appassimento da carenza d’acqua da quello da eccesso d’acqua. Se la pianta è floscia ma il terreno è asciutto, il problema è la sete. Se invece la pianta è floscia e il terreno è bagnato, il problema è molto più grave: le radici sono probabilmente danneggiate dal marciume e non riescono più ad assorbire acqua, quindi la pianta appassisce pur essendo in un terreno umido. In quest’ultimo caso, l’unica speranza è un rinvaso d’emergenza in terriccio asciutto, dopo aver eliminato tutte le radici marce.

Qualità dell’acqua e umidità ambientale

Anche la qualità dell’acqua utilizzata per l’irrigazione ha la sua importanza. La Mandevilla, come molte altre piante, preferisce un’acqua a temperatura ambiente e non troppo calcarea. L’acqua del rubinetto, se particolarmente “dura” (ricca di calcare), a lungo andare può alterare il pH del terreno, rendendolo troppo alcalino e ostacolando l’assorbimento di alcuni micronutrienti essenziali, come il ferro. Questo può portare a fenomeni di clorosi ferrica, con le foglie che ingialliscono mantenendo le nervature verdi.

Per ovviare a questo problema, l’ideale sarebbe utilizzare acqua piovana, che è naturalmente priva di calcare e leggermente acida. Se non hai la possibilità di raccoglierla, puoi lasciare decantare l’acqua del rubinetto in un annaffiatoio per almeno 24 ore prima di utilizzarla. Questo permette al cloro di evaporare e a una parte del calcare di depositarsi sul fondo. In alternativa, si può utilizzare acqua demineralizzata, la stessa che si usa per i ferri da stiro.

Oltre all’irrigazione del terreno, la Mandevilla apprezza molto un’elevata umidità ambientale, che ricorda quella del suo habitat tropicale di origine. In ambienti particolarmente secchi, come gli appartamenti con riscaldamento acceso in inverno o durante le ondate di calore estive, le foglie possono disidratarsi e i temibili ragnetti rossi possono trovare le condizioni ideali per proliferare. Per aumentare l’umidità, è utile nebulizzare regolarmente la chioma con acqua demineralizzata.

Un’altra tecnica efficace per creare un microclima più umido intorno alla pianta è il già citato metodo del sottovaso con argilla espansa. Riempi un sottovaso largo con uno strato di argilla espansa e mantienila costantemente bagnata. Posiziona il vaso della Mandevilla sopra l’argilla, facendo attenzione che il fondo del vaso non sia immerso nell’acqua. L’evaporazione costante dell’acqua dall’argilla aumenterà l’umidità nell’immediata vicinanza della pianta, giovando alla salute del fogliame e tenendo lontani alcuni parassiti.

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