Share

Lo svernamento della mandevilla sanderi

Linden · 28.08.2025.

Essendo una pianta originaria delle zone tropicali del Brasile, la Mandevilla sanderi non possiede alcuna resistenza al gelo. Le basse temperature invernali tipiche dei climi temperati rappresentano una minaccia mortale per questa magnifica rampicante. Pertanto, per poter godere della sua compagnia anno dopo anno, è assolutamente indispensabile garantirle un adeguato ricovero invernale. Il processo di svernamento non consiste semplicemente nel portare la pianta al chiuso, ma richiede una serie di accorgimenti per prepararla al riposo e per gestirla correttamente durante i mesi freddi, fino al suo risveglio primaverile. Un corretto svernamento è la chiave per avere una pianta più forte e fiorifera nella stagione successiva.

La preparazione per il riposo invernale deve iniziare gradualmente in autunno, quando le temperature notturne iniziano a scendere costantemente sotto i 15°C. Il primo passo consiste nel ridurre progressivamente le annaffiature, lasciando che il terreno si asciughi più a fondo tra un’irrigazione e l’altra. Questo aiuta a rallentare l’attività vegetativa della pianta e a preparare i tessuti a sopportare le condizioni meno favorevoli del periodo invernale. Un terriccio troppo umido all’inizio del ricovero aumenterebbe notevolmente il rischio di marciumi radicali.

Contemporaneamente alla riduzione dell’acqua, è necessario sospendere completamente la somministrazione di qualsiasi tipo di concime. Fertilizzare la pianta in autunno o in inverno sarebbe un grave errore, poiché stimolerebbe una nuova crescita debole e filata (eziolata), che sarebbe estremamente vulnerabile al freddo e alle malattie. La pianta deve entrare in una fase di dormienza, o semi-dormienza, e non deve essere spinta a produrre nuovi getti. L’ultima concimazione dovrebbe avvenire al più tardi alla fine di settembre.

Prima di trasferire la pianta al riparo, è fondamentale effettuare un’accurata ispezione per individuare l’eventuale presenza di parassiti. Il ricovero in un ambiente chiuso, spesso con scarsa ventilazione, può favorire la proliferazione di cocciniglie, afidi o ragnetti rossi. Controlla attentamente ogni parte della pianta, specialmente la pagina inferiore delle foglie e le ascelle fogliari. In caso di infestazione, esegui un trattamento specifico prima di portarla all’interno, per evitare di contaminare altre piante e di trovarsi con un problema serio in primavera.

Un’operazione molto utile prima dello svernamento è una leggera potatura di contenimento. Non si tratta della potatura principale, che andrà fatta a fine inverno, ma di un semplice taglio per ridurre l’ingombro della chioma e facilitare lo spostamento e il posizionamento della pianta nel suo ricovero invernale. Si possono accorciare i rami più lunghi e disordinati e rimuovere eventuali parti secche o danneggiate. Questo migliora anche la circolazione dell’aria all’interno della chioma durante l’inverno.

La scelta del luogo ideale per lo svernamento

Il successo dello svernamento dipende in gran parte dalla scelta del luogo in cui la pianta trascorrerà i mesi freddi. L’ambiente ideale deve avere due caratteristiche fondamentali: deve essere luminoso e fresco. La temperatura ottimale per il riposo della Mandevilla si aggira tra i 10°C e i 15°C. Temperature più alte potrebbero impedirle di entrare in un vero stato di riposo, mentre temperature che scendono costantemente sotto i 7-8°C potrebbero danneggiarla. Il gelo, anche per breve tempo, è letale.

Un luogo perfetto per lo svernamento è una serra fredda o una veranda non riscaldata. Anche un vano scale molto luminoso, un garage con una grande finestra o un sottotetto ben illuminato possono andare bene, a patto che le temperature rimangano nel range corretto. È importante che il luogo sia luminoso, poiché la Mandevilla, anche durante il riposo, ha bisogno di luce per mantenere vitali le sue foglie e per la fotosintesi, seppur ridotta. Una totale oscurità causerebbe la perdita di tutto il fogliame e un forte indebolimento della pianta.

Evita assolutamente di posizionare la pianta all’interno di un appartamento riscaldato. L’aria secca e le temperature elevate (sopra i 20°C) sono estremamente dannose per una Mandevilla in fase di riposo. Queste condizioni, infatti, non solo favoriscono l’attacco di parassiti come il ragnetto rosso, ma impediscono alla pianta di riposare, costringendola a un’attività vegetativa debole e innaturale durante l’inverno. Questo la esaurirebbe, compromettendo gravemente la sua capacità di ripartire con vigore in primavera.

È altresì importante che il luogo scelto sia protetto dalle correnti d’aria fredda. Spifferi continui possono causare stress alla pianta e provocare la caduta improvvisa delle foglie. Prima di posizionare la pianta, controlla bene finestre e porte. Assicurati inoltre di arieggiare la stanza di tanto in tanto nelle giornate più miti e soleggiate, per favorire un ricambio d’aria e prevenire la formazione di muffe, ma senza creare sbalzi termici violenti.

Cure durante il periodo invernale

Una volta posizionata nel suo ricovero, la Mandevilla richiede cure minime, ma non deve essere completamente dimenticata. La gestione dell’acqua è l’aspetto più critico. Le annaffiature devono essere estremamente scarse e diradate. L’obiettivo è solo quello di impedire al pane di terra di seccarsi completamente, il che danneggerebbe le radici. Indicativamente, può essere sufficiente una piccola quantità d’acqua ogni 3-4 settimane, ma la frequenza esatta dipende dalla temperatura e dall’umidità del locale. Controlla sempre il terreno prima di intervenire.

Durante l’inverno, è normale che la pianta perda una parte delle sue foglie. Un leggero ingiallimento e la caduta delle foglie basali non devono destare eccessiva preoccupazione, fa parte del suo naturale adattamento al periodo di riposo con meno luce e temperature più basse. Tuttavia, una perdita massiccia e improvvisa di foglie potrebbe essere un segnale di stress, come una corrente d’aria fredda, un colpo di siccità o, al contrario, un inizio di marciume radicale. Controlla le condizioni ambientali e lo stato del terriccio.

Come già detto, la concimazione deve essere totalmente sospesa per tutto il periodo invernale, da novembre fino alla fine di febbraio o all’inizio di marzo. Le radici della pianta sono in una fase di quasi inattività e non sarebbero in grado di assorbire i nutrienti. Fornire fertilizzante in questo periodo non solo sarebbe inutile, ma dannoso, poiché i sali minerali si accumulerebbero nel terreno, rischiando di bruciare le radici e alterare l’equilibrio chimico del substrato.

Continua a ispezionare periodicamente la pianta, anche durante l’inverno, per verificare che non ci siano attacchi di parassiti. Le cocciniglie, in particolare, possono approfittare della debolezza della pianta per proliferare. Un controllo mensile è sufficiente per cogliere sul nascere eventuali problemi e intervenire con metodi manuali (come un batuffolo di cotone e alcool) prima che l’infestazione diventi seria e difficile da debellare con l’arrivo della primavera.

Il risveglio primaverile: come riattivare la pianta

Con l’arrivo della primavera, solitamente verso marzo, quando le giornate si allungano e le temperature iniziano a salire, la Mandevilla comincerà a mostrare i primi segni di risveglio, come l’ingrossamento delle gemme o la comparsa di nuovi piccoli germogli. Questo è il momento di iniziare a prepararla per la nuova stagione di crescita. Il primo passo è aumentare gradualmente la frequenza delle annaffiature, seguendo la ripresa dell’attività vegetativa. Inizia a bagnare un po’ più abbondantemente, ma lascia sempre asciugare il terriccio tra un intervento e l’altro.

Questo è anche il momento ideale per effettuare la potatura principale della pianta. Una potatura energica a fine inverno stimola la produzione di nuovi getti vigorosi, che sono quelli che porteranno i fiori. Accorcia tutti i rami dell’anno precedente, lasciando 2-3 nodi (gemme) per ogni ramo. Elimina completamente i rami secchi, deboli o danneggiati durante l’inverno. Non aver paura di tagliare: una buona potatura è fondamentale per mantenere la pianta compatta e per garantire una fioritura abbondante.

Dopo la potatura, e quando la crescita è ripartita in modo evidente, si può riprendere con il programma di concimazione. Inizia con una dose dimezzata rispetto a quella consigliata, per poi passare alla dose piena dopo un paio di settimane. Questo primo apporto nutritivo supporterà la pianta nello sforzo di produrre la nuova vegetazione. È anche il momento giusto per un eventuale rinvaso, se noti che le radici hanno completamente riempito il vaso.

L’ultimo passo è il trasferimento all’esterno, che deve avvenire in modo molto graduale. Non esporre la pianta direttamente al sole pieno e alle condizioni esterne dopo mesi passati al riparo. Scegli un periodo in cui le temperature minime notturne si siano stabilizzate sopra i 12-15°C. Inizia posizionando la pianta all’esterno in un luogo ombreggiato e riparato per poche ore al giorno, aumentandone progressivamente l’esposizione alla luce e al sole diretto nell’arco di una o due settimane. Questo processo di “acclimatazione” è essenziale per evitare scottature alle foglie e shock alla pianta.

Potrebbe piacerti anche