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Fabbisogno nutritivo e concimazione della mandevilla sanderi

Linden · 17.06.2025.

Per poter sfoggiare la sua esuberante e prolungata fioritura che la rende tanto amata, la Mandevilla sanderi è una pianta che richiede un notevole dispendio energetico. Questa energia deve essere costantemente reintegrata attraverso un’adeguata e regolare nutrizione. Una corretta concimazione è, insieme a luce e acqua, uno dei pilastri fondamentali per ottenere una pianta non solo sana e rigogliosa, ma anche capace di produrre fiori ininterrottamente da primavera fino all’autunno. Trascurare l’aspetto nutritivo significa condannare la pianta a una crescita stentata e a una fioritura scarsa o addirittura assente. Approfondiamo insieme come e quando nutrire al meglio la nostra rampicante.

La Mandevilla è una pianta a crescita rapida e molto “golosa”, soprattutto durante il suo periodo vegetativo. I tre macroelementi fondamentali per la sua salute, come per tutte le piante, sono l’azoto (N), il fosforo (P) e il potassio (K). L’azoto è essenziale per lo sviluppo delle foglie e dei fusti, promuovendo una crescita verde e lussureggiante. Il fosforo gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell’apparato radicale, nella formazione dei fiori e nella maturazione dei semi. Il potassio, infine, è fondamentale per la robustezza generale della pianta, la resistenza alle malattie e la qualità dei fiori, influenzandone il colore e la durata.

Durante la fase di crescita attiva, è importante fornire un fertilizzante che abbia un buon equilibrio di questi tre elementi, ma con una particolarità. Per stimolare al massimo la fioritura, è preferibile scegliere un concime con un titolo di potassio (K) e fosforo (P) leggermente superiore a quello dell’azoto (N). Un eccesso di azoto, infatti, spingerebbe la pianta a produrre moltissime foglie a discapito dei fiori, un risultato che chi coltiva la Mandevilla per la sua bellezza ornamentale vuole assolutamente evitare.

Oltre ai macroelementi, sono importanti anche i microelementi come ferro, manganese, boro, zinco e rame. Sebbene necessari in quantità molto inferiori, la loro carenza può causare seri problemi fisiologici. Il ferro, ad esempio, è indispensabile per la fotosintesi clorofilliana; una sua mancanza provoca la cosiddetta clorosi ferrica, che si manifesta con un ingiallimento delle foglie giovani (le nervature rimangono verdi). I buoni concimi liquidi per piante fiorite contengono solitamente anche un mix bilanciato di questi microelementi essenziali.

Il fabbisogno nutritivo della Mandevilla è strettamente legato al suo ciclo vitale. La richiesta di nutrienti è massima dalla primavera all’inizio dell’autunno, quando la pianta cresce, produce nuovi rami e fiorisce incessantemente. In questo periodo, la concimazione deve essere regolare e costante. Al contrario, durante il tardo autunno e l’inverno, quando la pianta entra in riposo vegetativo, il suo metabolismo rallenta e la concimazione deve essere completamente sospesa per non danneggiare le radici inattive e non forzare una crescita fuori stagione.

Scegliere il concime giusto

In commercio esistono diverse formulazioni di concimi, ma per la Mandevilla coltivata in vaso la scelta più pratica ed efficace è rappresentata dal concime liquido. Questo tipo di fertilizzante va diluito nell’acqua di irrigazione e permette un assorbimento rapido e diretto dei nutrienti da parte delle radici. La sua azione è immediata, ma di breve durata, il che lo rende perfetto per sostenere la pianta con apporti frequenti e regolari durante tutta la stagione di crescita, adattando facilmente le dosi alle esigenze del momento.

Quando acquisti un concime liquido, leggi attentamente l’etichetta per verificare il titolo N-P-K (la percentuale dei tre macroelementi). Cerca una formulazione specifica per piante da fiore o piante fiorite, che avrà un rapporto bilanciato a favore di fosforo e potassio. Un esempio di titolo adeguato potrebbe essere 10-20-20 o simili. Come già detto, controlla anche che il prodotto sia arricchito con microelementi, spesso indicati come “chelati”, il che significa che sono in una forma chimica facilmente assimilabile dalla pianta.

Un’alternativa al concime liquido sono i concimi granulari a lento rilascio. Questi fertilizzanti si presentano sotto forma di piccoli granuli che vengono mescolati al terriccio al momento del rinvaso o sparsi sulla superficie del terreno all’inizio della stagione di crescita. Il loro vantaggio è che rilasciano i nutrienti gradualmente nel corso di diversi mesi, riducendo la necessità di interventi frequenti. Possono essere un’ottima soluzione di base, da integrare eventualmente con concimazioni liquide nei periodi di massimo sforzo della pianta, come il picco della fioritura.

Infine, esistono i bastoncini fertilizzanti da inserire direttamente nel terreno. Sebbene siano molto comodi, il loro svantaggio è che distribuiscono i nutrienti in modo poco uniforme nel vaso, concentrandoli solo nell’area in cui sono inseriti. Per una pianta esigente come la Mandevilla, che necessita di un nutrimento costante e ben distribuito a tutto l’apparato radicale, le concimazioni liquide rimangono la scelta più raccomandabile per ottenere i migliori risultati in termini di salute e generosità della fioritura.

Calendario della concimazione: quando e quanto

Il programma di concimazione deve seguire il ritmo stagionale della pianta. Inizia a fertilizzare all’inizio della primavera, solitamente verso marzo o aprile, quando la Mandevilla si risveglia dal riposo invernale e inizia a produrre i primi nuovi germogli. Questo primo apporto nutritivo darà alla pianta la spinta necessaria per ripartire con vigore dopo la stasi invernale. Da questo momento, la concimazione dovrà diventare un appuntamento fisso.

Durante tutta la primavera e l’estate, fino a circa settembre, la concimazione deve essere regolare. Utilizzando un concime liquido, la frequenza ideale è ogni 10-15 giorni. Diluisci il prodotto nell’acqua dell’annaffiatura seguendo scrupolosamente le dosi indicate sulla confezione. È importante non eccedere con le dosi nella speranza di ottenere più fiori; un eccesso di concime può “bruciare” le radici e causare danni gravi e permanenti alla pianta, molto più difficili da risolvere rispetto a una leggera carenza.

È fondamentale somministrare il concime solo quando il terriccio è già leggermente umido. Concimare un substrato completamente asciutto è un errore grave, perché le radici, assetate, assorbirebbero una soluzione troppo concentrata di sali minerali, con il rischio di subire ustioni chimiche. Pertanto, se il terreno è molto secco, è consigliabile prima annaffiare con un po’ di acqua pura, attendere un’ora e poi procedere con l’acqua concimata.

Con l’arrivo dell’autunno, quando le temperature si abbassano e la pianta inizia a rallentare la sua attività, è necessario ridurre progressivamente anche le concimazioni. Da settembre-ottobre, si può passare a una fertilizzazione al mese. Successivamente, da novembre fino a fine febbraio, la concimazione va sospesa del tutto. Riprendere a concimare durante il riposo invernale sarebbe controproducente e dannoso, poiché la pianta non sarebbe in grado di utilizzare i nutrienti forniti.

Concimazione organica contro quella chimica

La scelta tra un concime organico e uno chimico (o minerale) dipende dalle preferenze del giardiniere e dagli obiettivi di coltivazione. I concimi chimici, come i liquidi e i granulari menzionati, forniscono nutrienti in una forma immediatamente disponibile per la pianta, garantendo risultati rapidi e visibili. Sono precisi, facili da dosare e molto efficaci nel sostenere le performance di piante da fiore esigenti come la Mandevilla. La loro composizione è studiata per rispondere in modo mirato alle esigenze della pianta.

I concimi organici, d’altra parte, sono derivati da materiali naturali come letame maturo, compost, humus di lombrico o guano. Il loro principale vantaggio è che, oltre a nutrire la pianta, migliorano la struttura e la fertilità del terreno a lungo termine. Favoriscono l’attività dei microrganismi benefici nel suolo, aumentano la capacità del terriccio di trattenere l’acqua e rilasciano i nutrienti più lentamente e gradualmente. Questo riduce il rischio di sovradosaggio e di “bruciature” radicali.

Per la coltivazione in vaso della Mandevilla, una strategia molto efficace è quella di integrare i due tipi di concimazione. Si può, ad esempio, arricchire il terriccio al momento del rinvaso con una buona dose di humus di lombrico o compost maturo. Questo creerà una base di fertilità organica e duratura nel substrato. Successivamente, durante la stagione di crescita, si potrà intervenire regolarmente con un concime liquido chimico specifico per piante fiorite per sostenere l’intensa attività di fioritura.

L’uso di fertilizzanti organici liquidi, come gli estratti di alghe o i macerati vegetali, è un’altra ottima opzione per chi preferisce un approccio più naturale. Questi prodotti, oltre a fornire nutrienti, apportano anche ormoni vegetali e sostanze biostimolanti che migliorano la salute generale della pianta e la sua resistenza agli stress ambientali. Sebbene la loro azione possa essere leggermente meno “esplosiva” di quella dei concimi chimici, contribuiscono a un benessere più equilibrato e sostenibile della pianta nel tempo.

Riconoscere i sintomi di carenze nutritive

Imparare a osservare la propria pianta è fondamentale per capire se sta ricevendo il giusto nutrimento. Una carenza di azoto, ad esempio, si manifesta con una crescita lenta e debole e con l’ingiallimento uniforme delle foglie più vecchie, quelle alla base della pianta, che poi tendono a cadere prematuramente. La pianta appare nel complesso pallida e poco vigorosa. In questo caso, un intervento con un concime più bilanciato o un apporto azotato specifico può risolvere il problema.

La carenza di fosforo è più difficile da diagnosticare, ma può manifestarsi con una colorazione più scura del normale delle foglie, a volte con sfumature violacee, e soprattutto con una fioritura scarsa o assente. La pianta può sembrare sana dal punto di vista del fogliame, ma non riesce a produrre boccioli. Questo è un chiaro segnale che è necessario un fertilizzante con un titolo di fosforo più elevato per stimolare il processo di fioritura.

Una carenza di potassio si riconosce spesso dai bordi delle foglie più vecchie, che iniziano a ingiallire e poi a seccare, diventando marroni e quasi “bruciati”, mentre il centro della foglia rimane verde. I fiori, se presenti, possono essere piccoli, di colore sbiadito e poco duraturi. Il potassio è essenziale per la qualità della fioritura, quindi questo sintomo indica la necessità di un apporto specifico di questo elemento.

La carenza di ferro, o clorosi ferrica, è una delle più comuni e riconoscibili. Si manifesta con un ingiallimento diffuso delle foglie più giovani, quelle apicali, mentre le nervature rimangono marcatamente verdi. Questo crea un contrasto cromatico molto evidente. La causa è spesso un pH del terreno troppo alcalino, che blocca l’assorbimento del ferro. Il problema si risolve somministrando un prodotto a base di ferro chelato (chiamato anche sequestrene), che rende l’elemento assimilabile anche in condizioni di pH non ottimali.

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