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Il fabbisogno di nutrienti e la concimazione della lavanda stoechas

Daria · 02.07.2025.

Quando si coltiva la lavanda stoechas, uno degli aspetti più sorprendenti per molti giardinieri è la sua natura frugale e la sua avversione per i terreni troppo ricchi. Questa pianta, figlia di climi aridi e suoli poveri, ha sviluppato nel corso della sua evoluzione una straordinaria capacità di prosperare con un apporto minimo di nutrienti. Comprendere questa sua caratteristica è fondamentale, poiché un eccesso di zelo nella concimazione può portare a risultati controproducenti, compromettendo la salute della pianta, la qualità della fioritura e l’intensità del suo profumo. Un approccio minimalista alla fertilizzazione non è solo più semplice ed economico, ma è anche la strategia migliore per rispettare la natura intrinseca di questa affascinante specie e per garantirle una crescita equilibrata e sostenibile.

La lavanda stoechas, infatti, non necessita di un programma di concimazione regolare come molte altre piante ornamentali. Un terreno eccessivamente fertile, e in particolare troppo ricco di azoto, stimola la pianta a produrre un’abbondanza di fogliame verde e tenero a discapito dei fiori. Questa crescita lussureggiante non solo riduce il valore ornamentale della pianta, ma la rende anche più debole. I tessuti vegetali diventano più acquosi e meno compatti, rendendo la lavanda più vulnerabile agli attacchi di parassiti come gli afidi, che sono attratti dalla linfa zuccherina, e più suscettibile allo sviluppo di malattie fungine.

Nella maggior parte dei terreni da giardino di media fertilità, la lavanda stoechas trova già tutti gli elementi nutritivi di cui ha bisogno per crescere e fiorire adeguatamente. L’unica vera eccezione è rappresentata da terreni estremamente poveri, sabbiosi o impoveriti da coltivazioni precedenti. In questi casi specifici, un leggero apporto di nutrienti può essere benefico, ma deve essere sempre effettuato con grande cautela e moderazione. La filosofia da adottare è quella di intervenire solo se strettamente necessario, ovvero se la pianta mostra chiari segni di carenza.

La scelta del tipo di fertilizzante è altrettanto importante quanto la decisione di concimare o meno. È fondamentale evitare concimi ad alto titolo di azoto (N), l’elemento che promuove la crescita vegetativa. Al contrario, sono da preferire prodotti bilanciati o con un contenuto leggermente superiore di fosforo (P) e potassio (K). Il fosforo è essenziale per lo sviluppo dell’apparato radicale e per la formazione dei fiori, mentre il potassio contribuisce alla robustezza generale della pianta, alla resistenza alle malattie e all’intensità degli oli essenziali, che ne determinano il profumo.

In sintesi, l’approccio migliore consiste nel preparare bene il terreno al momento dell’impianto e poi lasciare che la pianta faccia il suo corso. Un piccolo apporto iniziale di sostanza organica a lento rilascio, come il compost, è spesso tutto ciò che serve per l’intera vita della pianta. Successivamente, osserva la tua lavanda: se cresce compatta, ha un bel colore e fiorisce abbondantemente, significa che non ha bisogno di alcun aiuto nutrizionale. Intervieni solo se noti una crescita stentata o un fogliame pallido e ingiallito, e anche in quel caso, procedi con la massima leggerezza.

Il ruolo del compost e della materia organica

Sebbene la lavanda stoechas non ami i terreni eccessivamente ricchi, un apporto misurato di materia organica al momento della piantagione è estremamente benefico. Il compost maturo o il letame ben decomposto non agiscono tanto come un fertilizzante potente, quanto come un ammendante del suolo. La loro funzione principale è quella di migliorare la struttura fisica del terreno, aumentandone la capacità di trattenere l’umidità pur garantendo un ottimo drenaggio, e di favorire l’attività microbiologica benefica. Questo crea un ambiente radicale sano e resiliente.

Quando prepari la buca per la messa a dimora, è sufficiente mescolare una o due palate di compost maturo al terreno di scavo. Questo apporto iniziale fornirà un rilascio lento e graduale di una vasta gamma di micro e macro nutrienti in una forma equilibrata, sostenendo la pianta durante la sua fase di attecchimento e per molto tempo a venire. È importante utilizzare compost ben maturo, che appare scuro, friabile e con un odore di terra di bosco, evitando materiali non ancora decomposti che potrebbero sottrarre azoto al terreno durante il loro processo di maturazione.

Un’altra pratica utile è quella di applicare un sottile strato di pacciamatura organica, come corteccia di pino sminuzzata o ghiaia, attorno alla base della pianta. Sebbene la ghiaia sia inerte, la corteccia si decompone molto lentamente nel tempo, rilasciando gradualmente sostanze nutritive nel terreno. La pacciamatura, inoltre, aiuta a sopprimere la crescita delle erbe infestanti, a mantenere il terreno più fresco durante l’estate e a proteggere il colletto della pianta dall’eccessiva umidità, specialmente se si lascia un piccolo spazio libero attorno al fusto.

Per le piante già a dimora da tempo, un leggero rabbocco annuale di compost può essere considerato, ma solo se il terreno è particolarmente povero. In primavera, puoi distribuire un sottile strato di compost (non più di 1-2 cm) sulla superficie del terreno attorno alla pianta, senza ammucchiarlo contro il fusto. Le piogge e l’attività degli organismi del suolo lo incorporeranno gradualmente. Questo approccio “a basso impatto” è molto più sicuro ed efficace rispetto all’uso di fertilizzanti chimici concentrati.

Quando e come concimare (se necessario)

La regola generale è di non concimare la lavanda stoechas, ma ci sono delle eccezioni in cui un intervento mirato può essere giustificato. La necessità di concimare si presenta principalmente in due situazioni: quando la pianta è coltivata in vaso per lungo tempo, oppure quando cresce in un terreno eccezionalmente povero e mostra chiari segni di sofferenza. I sintomi di una carenza nutrizionale includono una crescita molto lenta e stentata, un fogliame di colore verde pallido o giallastro (clorosi) e una fioritura scarsa o assente, nonostante la pianta riceva sole e acqua a sufficienza.

Se decidi che la concimazione è necessaria, il momento migliore per intervenire è all’inizio della primavera, in concomitanza con la ripresa vegetativa. Questo permette alla pianta di utilizzare i nutrienti forniti durante la sua fase di crescita più attiva. Evita assolutamente di concimare in autunno o in inverno, quando la pianta sta entrando o è in dormienza. Una fertilizzazione tardiva potrebbe stimolare una nuova crescita debole e tenera, che sarebbe estremamente vulnerabile ai danni causati dal gelo invernale.

Per quanto riguarda la scelta del prodotto, opta per un fertilizzante granulare a lento rilascio, formulato specificamente per piante fiorite o per piante mediterranee. Controlla l’etichetta e scegli una formula con un basso tenore di azoto (il primo numero nella sigla N-P-K) e un contenuto più elevato di fosforo e potassio. Applica il fertilizzante seguendo attentamente le istruzioni del produttore, o addirittura utilizzando una dose leggermente inferiore a quella consigliata per essere più sicuri. Distribuisci i granuli uniformemente sulla superficie del terreno attorno alla pianta, evitando il contatto diretto con il fusto, e incorporali leggermente con un rastrello, quindi annaffia per attivarli.

Un’alternativa ai concimi granulari sono i fertilizzanti liquidi, che sono particolarmente adatti per le piante in vaso. Anche in questo caso, scegli un prodotto bilanciato per piante da fiore e diluiscilo sempre a metà o anche a un quarto della dose raccomandata. La concimazione liquida va effettuata su un terreno già umido per evitare di bruciare le radici. Generalmente, una sola applicazione all’inizio della primavera è più che sufficiente per l’intera stagione. Ricorda: nel dubbio, è sempre meglio concimare di meno che di più.

Fabbisogno nutritivo della lavanda in vaso

Le piante di lavanda stoechas coltivate in vaso hanno esigenze nutritive leggermente diverse rispetto a quelle in piena terra. Il substrato contenuto in un vaso è un ambiente limitato che, con il tempo e le annaffiature ripetute, tende a perdere i suoi elementi nutritivi. L’acqua che drena dai fori sul fondo del vaso, infatti, porta via con sé una parte dei sali minerali, impoverendo gradualmente il terriccio. Per questo motivo, una lavanda in vaso può richiedere un piccolo aiuto nutrizionale per rimanere vigorosa e fiorifera nel corso degli anni.

Anche in questo caso, la moderazione è essenziale. Un’eccessiva concimazione in vaso è ancora più pericolosa che in piena terra, poiché i sali minerali possono accumularsi rapidamente nel substrato limitato, raggiungendo concentrazioni tossiche e danneggiando le radici. Il momento migliore per un intervento è sempre l’inizio della primavera. Un’unica applicazione annuale è generalmente sufficiente per soddisfare le esigenze della pianta per tutta la stagione di crescita.

Una delle soluzioni più semplici e sicure per nutrire la lavanda in vaso è il “top-dressing” con compost maturo. Ogni primavera, rimuovi delicatamente i primi 2-3 centimetri di terriccio superficiale dal vaso, facendo attenzione a non danneggiare le radici. Sostituisci il terriccio rimosso con uno strato di compost fresco e di buona qualità. Questo metodo non solo apporta nutrienti in modo lento e naturale, ma migliora anche la struttura del terriccio.

Se preferisci utilizzare un fertilizzante liquido, scegline uno specifico per piante da fiore, con un basso contenuto di azoto. Diluiscilo a metà della concentrazione consigliata sulla confezione e usalo per annaffiare la pianta una o due volte al massimo durante la primavera, a distanza di qualche settimana. Ricorda sempre di applicare il fertilizzante liquido su un terriccio già umido. Ogni due o tre anni, inoltre, è consigliabile rinvasare la lavanda in un contenitore leggermente più grande con terriccio fresco; questa operazione da sola fornisce un nuovo apporto di nutrienti che può rendere superflua la concimazione per quella stagione.

Evitare gli errori comuni nella concimazione

Il più grande errore nella gestione nutrizionale della lavanda stoechas è senza dubbio l’eccesso di concimazione. Molti giardinieri, spinti dal desiderio di vedere le proprie piante rigogliose, tendono a esagerare con i fertilizzanti, specialmente quelli ricchi di azoto. Come già sottolineato, questo porta a una pianta con molto fogliame, pochi fiori, una struttura debole e una maggiore suscettibilità a parassiti e malattie. Ricorda che una lavanda sana ha un aspetto compatto e un colore fogliare grigio-verde, non verde scuro e lussureggiante.

Un altro errore comune è quello di concimare nel momento sbagliato dell’anno. Applicare fertilizzanti in estate avanzata o in autunno può stimolare una crescita fuori stagione. Questi nuovi getti non avranno il tempo di lignificare e maturare a sufficienza prima dell’arrivo del freddo, diventando facili prede del gelo. Questo non solo danneggia l’estetica della pianta, ma può creare delle porte d’accesso per agenti patogeni. La concimazione va sempre concentrata nel periodo di crescita attiva, ovvero la primavera.

L’uso di letame fresco o non completamente maturo è un altro sbaglio da evitare assolutamente. Il letame fresco è estremamente ricco di azoto e ammoniaca e può letteralmente “bruciare” le radici della lavanda, causandone la morte. Se desideri utilizzare il letame come ammendante, assicurati che sia stato compostato per almeno un anno e che abbia un aspetto simile a quello del terriccio, senza alcun odore sgradevole. In generale, il compost vegetale è una scelta più sicura e bilanciata per questa tipologia di pianta.

Infine, non interpretare ogni segno di ingiallimento come una carenza di nutrienti da correggere con il fertilizzante. L’ingiallimento delle foglie inferiori, ad esempio, è molto più spesso un sintomo di eccesso d’acqua e di marciume radicale che di una carenza di azoto. Prima di concimare, analizza sempre tutte le altre possibili cause del problema: controlla l’umidità del terreno, verifica il drenaggio, assicurati che la pianta riceva abbastanza sole. La concimazione dovrebbe essere sempre l’ultima risorsa, non la prima soluzione a ogni problema.

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