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Le malattie e i parassiti dell’acacia di Costantinopoli

Daria · 27.05.2025.

Nonostante l’acacia di Costantinopoli sia generalmente considerata una pianta robusta e resistente, non è immune dall’attacco di malattie e parassiti che possono comprometterne la salute e la bellezza. Riconoscere tempestivamente i segni di un’infestazione o di una patologia è il primo passo per un intervento efficace e mirato. Spesso, la comparsa di questi problemi è legata a condizioni di coltivazione non ottimali, come un’eccessiva umidità, una scarsa circolazione dell’aria o uno stato di stress generale della pianta. Una gestione agronomica corretta, che include una giusta irrigazione, una concimazione equilibrata e potature adeguate, rappresenta quindi la più importante strategia di prevenzione. Conoscere i principali nemici dell’Albizia julibrissin e i metodi per contrastarli permette al giardiniere di agire con prontezza, proteggendo l’investimento di tempo e cura dedicato a questo magnifico albero ornamentale.

I problemi fitosanitari che possono colpire l’Albizia si dividono principalmente in due categorie: le malattie, causate da agenti patogeni come funghi e batteri, e gli attacchi di parassiti, ovvero insetti e acari che si nutrono della linfa o dei tessuti della pianta. Tra le malattie fungine, una delle più temute è il cancro rameale, che colpisce i rami e il tronco, mentre tra i parassiti, la psilla dell’albizia è uno degli insetti più specifici e fastidiosi. Entrambi possono causare danni significativi se non controllati adeguatamente.

La prevenzione gioca un ruolo chiave nella difesa della pianta. Assicurare una buona circolazione dell’aria attraverso la chioma, mediante potature di sfoltimento, riduce l’umidità e crea un ambiente meno favorevole allo sviluppo dei funghi. Evitare di bagnare il fogliame durante l’irrigazione e pulire regolarmente il terreno dalle foglie cadute in autunno sono altre pratiche importanti per limitare la diffusione delle spore fungine. Una pianta forte e in salute, coltivata nelle giuste condizioni di luce e terreno, è inoltre naturalmente più capace di respingere gli attacchi dei parassiti.

Quando la prevenzione non è sufficiente, è necessario passare a metodi di lotta specifici. È sempre preferibile iniziare con trattamenti a basso impatto ambientale, come l’uso di insetticidi naturali (olio di Neem, sapone di Marsiglia) o l’introduzione di insetti utili che predano i parassiti. Solo in caso di infestazioni gravi e persistenti si dovrebbe ricorrere a prodotti chimici di sintesi, utilizzandoli sempre con cautela, seguendo scrupolosamente le istruzioni riportate in etichetta e agendo nelle ore più fresche della giornata per proteggere gli insetti impollinatori.

Identificazione delle malattie fungine comuni

Una delle patologie più gravi che possono colpire l’acacia di Costantinopoli è causata da un fungo del genere Fusarium, che provoca un’avvizzimento vascolare. Questa malattia ostruisce i vasi linfatici della pianta, impedendo il flusso di acqua e nutrienti. I sintomi iniziano con un ingiallimento e un appassimento di un singolo ramo o di una porzione della chioma, che poi si estende rapidamente al resto della pianta, portandola alla morte in breve tempo. Spesso, alla base del tronco si può notare una colorazione scura del legno. Purtroppo, non esistono cure efficaci per questa malattia e la prevenzione, attraverso l’uso di attrezzi disinfettati e la messa a dimora in terreni non infetti, è l’unica arma.

Un’altra problematica fungina è il cancro rameale, causato da diversi tipi di funghi patogeni che penetrano nella pianta attraverso ferite da potatura o altre lesioni. Questa malattia si manifesta con aree depresse, scure e necrotiche sulla corteccia dei rami o del tronco. Con il tempo, il cancro si espande, anellando il ramo e causandone il disseccamento della parte soprastante. La lotta consiste nella rimozione tempestiva e completa dei rami colpiti, tagliando ben al di sotto della zona infetta, su legno sano. È fondamentale disinfettare gli attrezzi da potatura dopo ogni taglio per non diffondere l’infezione.

La verticillosi è un’altra malattia vascolare, simile alla fusariosi, che può colpire l’Albizia. Anche in questo caso, i sintomi includono un avvizzimento improvviso delle foglie su uno o più rami, seguito da un rapido disseccamento. Un taglio trasversale di un ramo infetto rivela spesso un anello scuro nei tessuti vascolari. Come per la fusariosi, non esistono trattamenti curativi e la gestione si basa sulla prevenzione, evitando terreni dove in precedenza sono state coltivate piante sensibili (come pomodori o patate) e garantendo un drenaggio ottimale.

Meno gravi, ma comunque fastidiose, sono le malattie fogliari come la ruggine o la ticchiolatura, che si manifestano con macchie o pustole sulle foglie, soprattutto in condizioni di elevata umidità. Sebbene raramente compromettano la salute generale dell’albero, possono ridurne il valore estetico. La rimozione delle foglie infette e trattamenti a base di rame o zolfo in primavera possono aiutare a contenere la diffusione di queste patologie, ma la misura preventiva più efficace rimane quella di garantire una buona ventilazione della chioma.

Prevenzione e trattamento delle malattie fungine

La prevenzione è la strategia più efficace contro le malattie fungine. Tutto inizia con la scelta di una posizione di impianto adeguata, che garantisca pieno sole e un’ottima circolazione dell’aria. Un terreno ben drenato è assolutamente cruciale per prevenire i marciumi radicali e le malattie vascolari, poiché i funghi patogeni prosperano in condizioni di ristagno idrico. Evitare di piantare l’Albizia in terreni dove in passato si sono manifestate problematiche legate a Verticillium o Fusarium è un’altra importante misura precauzionale.

Le pratiche di potatura corrette sono fondamentali. Eseguire i tagli durante il periodo di riposo vegetativo, quando la circolazione della linfa è ridotta, limita la fuoriuscita di essudati che possono attrarre i patogeni. È imperativo utilizzare sempre attrezzi puliti e disinfettati, passando la lama su una fiamma o pulendola con alcool o candeggina tra un taglio e l’altro, soprattutto se si lavora su piante malate. Le grandi ferite da potatura possono essere protette con mastici specifici per prevenire l’ingresso di funghi.

Una corretta irrigazione contribuisce in modo significativo alla prevenzione. Come già detto, è importante bagnare il terreno alla base della pianta ed evitare di spruzzare acqua sulla chioma, poiché un fogliame umido è l’ambiente ideale per la germinazione delle spore fungine. La pulizia autunnale, con la rimozione e la distruzione delle foglie cadute, riduce la quantità di inoculo del fungo che potrebbe svernare nel terreno e infettare nuovamente la pianta nella primavera successiva.

In caso di malattia conclamata, come il cancro rameale, l’unica soluzione è la rimozione chirurgica delle parti infette. Il ramo deve essere tagliato almeno 10-15 cm al di sotto dell’area visibilmente malata, per assicurarsi di rimuovere tutto il tessuto colonizzato dal fungo. Per le malattie fogliari, in caso di attacchi gravi, si può ricorrere a fungicidi a base di rame (poltiglia bordolese) o zolfo, da applicare preventivamente all’inizio della primavera o ai primi segni di infezione, seguendo sempre le dosi e le modalità indicate dal produttore.

Riconoscimento dei parassiti più frequenti

Tra i parassiti che possono infestare l’acacia di Costantinopoli, la psilla dell’albizia (Acizzia jamatonica) è forse il più specifico e comune. Questi piccoli insetti, simili a minuscole cicale, si nutrono della linfa delle foglie e dei giovani germogli. La loro presenza è rivelata dalla produzione abbondante di melata, una sostanza zuccherina e appiccicosa che imbratta le foglie e le superfici sottostanti, sulla quale si sviluppa poi la fumaggine, una muffa nerastra che riduce la capacità fotosintetica della pianta. Le foglie colpite appaiono deformate e la crescita può essere rallentata.

Anche gli afidi, i comuni “pidocchi delle piante”, possono colonizzare i giovani germogli e la pagina inferiore delle foglie, specialmente in primavera. Similmente alla psilla, si nutrono di linfa, indebolendo la pianta e producendo melata. Le infestazioni di afidi sono spesso associate alla presenza di formiche, che si nutrono della melata e proteggono gli afidi dai loro predatori naturali. Un’infestazione massiccia può portare all’arricciamento e all’ingiallimento delle foglie.

Le cocciniglie, in particolare quelle cotonose o a scudetto, sono un altro nemico da non sottovalutare. Si attaccano a rami, fusti e foglie, apparendo come piccoli batuffoli di cotone o minuscole conchiglie. Succhiano la linfa e, come gli altri parassiti omotteri, producono melata. Le cocciniglie sono particolarmente difficili da debellare a causa della loro protezione cerosa o dello scudetto, che le rende resistenti a molti insetticidi di contatto.

Infine, in condizioni di clima caldo e secco, può comparire il ragnetto rosso (Tetranychus urticae). Questi minuscoli acari, appena visibili a occhio nudo, si sviluppano sulla pagina inferiore delle foglie, provocando una fine punteggiatura giallastra e, nei casi più gravi, la comparsa di sottili ragnatele. Le foglie colpite assumono un aspetto bronzeo, si seccano e cadono prematuramente. Un’infestazione di ragnetto rosso è spesso sintomo di un ambiente troppo secco e di una pianta in stato di stress.

Metodi di lotta biologica e chimica ai parassiti

Per contrastare i parassiti dell’Albizia, l’approccio biologico dovrebbe essere sempre la prima scelta. Contro afidi e psille, un forte getto d’acqua può essere sufficiente per allontanare le colonie più piccole. L’uso di sapone molle di potassio o sapone di Marsiglia, disciolto in acqua e spruzzato sulle parti colpite, è un metodo efficace che agisce per contatto, sciogliendo la cuticola protettiva degli insetti a corpo molle. L’olio di Neem, un insetticida naturale, ha un’azione più complessa, agendo come repellente, fagodeterrente e regolatore di crescita.

Incoraggiare la presenza di predatori naturali nel giardino è una strategia biologica a lungo termine molto efficace. Le coccinelle e le loro larve sono voraci predatori di afidi, così come i sirfidi e le crisope. Installare casette per insetti o coltivare piante che attirano questi preziosi alleati (come finocchio, calendula o facelia) può aiutare a mantenere sotto controllo le popolazioni di parassiti. Anche gli uccelli insettivori contribuiscono a limitare le infestazioni.

Per le cocciniglie, la lotta è più complessa. Se l’infestazione è limitata, possono essere rimosse manualmente con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool. Per attacchi più estesi, un trattamento con olio minerale bianco, effettuato durante il riposo vegetativo invernale, è molto efficace, in quanto agisce per asfissia, soffocando sia le forme adulte che le uova. In estate, si possono usare oli minerali leggeri, facendo attenzione a non trattare durante le ore più calde per evitare fitotossicità.

Quando i metodi biologici non sono sufficienti a contenere un’infestazione grave, si può ricorrere a insetticidi chimici specifici. È importante scegliere un prodotto registrato per la coltura e per il parassita da combattere. Contro psille e afidi sono efficaci prodotti a base di piretroidi o neonicotinoidi (questi ultimi da usare con estrema cautela per la loro tossicità sulle api). Contro il ragnetto rosso si devono usare acaricidi specifici. È fondamentale leggere attentamente l’etichetta, rispettare le dosi e i tempi di carenza, e trattare la sera per proteggere gli insetti impollinatori.

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