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Il fabbisogno di luce del melo cotogno

Daria · 16.06.2025.

La luce solare è la fonte di energia primaria per la vita di quasi tutte le piante, e il melo cotogno non fa eccezione. Il suo fabbisogno di luce è un fattore agronomico di primaria importanza, che influenza in modo diretto e profondo ogni aspetto della sua fisiologia, dalla crescita vegetativa alla produzione di frutti, fino alla resistenza alle malattie. Una corretta esposizione alla luce solare è il motore del processo di fotosintesi, attraverso il quale la pianta converte l’energia luminosa in energia chimica, producendo gli zuccheri necessari per vivere, crescere e fruttificare. Comprendere l’importanza della luce e come gestirla attraverso la scelta del sito di impianto e le pratiche di potatura è essenziale per qualsiasi coltivatore che aspiri a ottenere piante sane, vigorose e produttive.

Il melo cotogno è una specie eliofila, ovvero amante del sole. Per prosperare e raggiungere il suo massimo potenziale produttivo, necessita di un’esposizione in pieno sole per la maggior parte della giornata. Idealmente, un albero di cotogno dovrebbe ricevere almeno sei-otto ore di luce solare diretta ogni giorno durante la stagione di crescita. Una posizione soleggiata non solo massimizza l’efficienza della fotosintesi, ma favorisce anche una migliore lignificazione dei rami, una maggiore differenziazione delle gemme a fiore e, di conseguenza, una fruttificazione più abbondante. La luce solare diretta è inoltre cruciale per lo sviluppo delle caratteristiche qualitative dei frutti, come la colorazione, il contenuto zuccherino e l’intensità aromatica.

Una scarsa illuminazione, al contrario, ha molteplici effetti negativi sulla pianta. In condizioni di ombra, il cotogno tende a “filare”, ovvero a sviluppare rami lunghi, sottili e deboli, con internodi distanziati, nel tentativo di raggiungere la luce. La chioma diventa rada, la produzione di fiori e frutti si riduce drasticamente e si concentra solo sulle parti più esterne e meglio esposte. I pochi frutti prodotti in ombra sono spesso di pezzatura inferiore, meno saporiti, meno colorati e maturano più tardi e in modo disomogeneo. L’ombra, inoltre, crea un ambiente più umido e meno ventilato all’interno della chioma, favorendo l’insorgenza e la diffusione di malattie fungine.

La gestione della luce non si limita alla sola scelta della posizione, ma continua per tutta la vita della pianta attraverso la potatura. Una potatura di allevamento ben eseguita nei primi anni mira a creare una struttura scheletrica forte e aperta, che permetta alla luce di penetrare in profondità. Successivamente, la potatura di produzione annuale ha l’obiettivo di mantenere questo equilibrio, diradando la chioma, eliminando i rami in eccesso e garantendo che anche le parti interne dell’albero ricevano una quantità adeguata di luce. Una buona illuminazione di tutta la chioma è sinonimo di una distribuzione uniforme della produzione e di frutti di alta qualità.

L’importanza della fotosintesi clorofilliana

La fotosintesi è il processo biochimico che sta alla base della vita del melo cotogno e il suo carburante è la luce solare. Le foglie della pianta contengono la clorofilla, un pigmento verde in grado di catturare l’energia dei fotoni luminosi. Utilizzando questa energia, la pianta combina l’anidride carbonica (CO2) prelevata dall’aria attraverso gli stomi e l’acqua (H2O) assorbita dalle radici per produrre glucosio (uno zucchero semplice) e ossigeno, che viene rilasciato nell’atmosfera. Il glucosio è la fonte di energia primaria per tutte le attività metaboliche della pianta: la respirazione, la crescita di nuovi tessuti, la produzione di fiori e frutti.

Una maggiore quantità di luce, fino a un certo punto di saturazione, si traduce in un tasso fotosintetico più elevato. Questo significa che una pianta ben esposta al sole produce più zuccheri, ha più energia a disposizione e può quindi sostenere una crescita più vigorosa e una produzione più abbondante. Gli zuccheri prodotti in eccesso rispetto al fabbisogno immediato vengono convertiti in amido o altri carboidrati complessi e immagazzinati come riserve energetiche nelle radici, nel tronco e nei rami. Queste riserve sono fondamentali per la sopravvivenza durante l’inverno e per sostenere la ripresa vegetativa in primavera.

La qualità della luce è altrettanto importante quanto la sua quantità. La luce solare è composta da uno spettro di diverse lunghezze d’onda, e la clorofilla assorbe principalmente la luce nelle regioni del blu e del rosso. Oltre alla fotosintesi, la luce regola molti altri processi fisiologici, come la germinazione delle gemme, l’orientamento della crescita (fototropismo) e la fioritura. La luce solare diretta, con il suo spettro completo, è quindi insostituibile per un corretto ed equilibrato sviluppo della pianta.

Una ridotta attività fotosintetica a causa di una scarsa illuminazione indebolisce l’intera pianta. Con meno energia a disposizione, la crescita rallenta, il sistema immunitario della pianta si indebolisce, rendendola più vulnerabile all’attacco di malattie e parassiti. La produzione di composti di difesa, come tannini e polifenoli, diminuisce. Pertanto, garantire un’eccellente esposizione alla luce non è solo una questione di massimizzare il raccolto, ma è una condizione fondamentale per mantenere la pianta in uno stato di salute e benessere ottimale.

Scelta della posizione e orientamento

La pianificazione di un impianto di meli cotogni, sia che si tratti di un singolo albero in giardino o di un frutteto commerciale, deve partire da un’attenta valutazione dell’esposizione solare del sito. La posizione ideale è un’area aperta, lontana da grandi edifici, alberi ad alto fusto o altre fonti di ombreggiamento. È importante considerare il percorso del sole durante l’arco della giornata e delle stagioni. Una posizione che riceve il sole del mattino è particolarmente vantaggiosa, poiché permette alla rugiada notturna di asciugarsi rapidamente dalle foglie, riducendo il rischio di infezioni fungine.

L’orientamento dei filari in un frutteto è un altro aspetto cruciale per ottimizzare l’intercettazione della luce. Nelle regioni dell’emisfero settentrionale, l’orientamento ideale per i filari è generalmente Nord-Sud. Questo orientamento permette a entrambi i lati della chioma di ricevere luce solare diretta per una parte della giornata: il lato est al mattino e il lato ovest al pomeriggio. Ciò garantisce un’illuminazione più uniforme e completa di tutta la vegetazione, evitando che un lato rimanga prevalentemente in ombra, come accadrebbe con un orientamento Est-Ovest.

Anche la pendenza del terreno può influenzare l’esposizione alla luce. Un pendio esposto a Sud o a Sud-Est riceve una maggiore quantità di radiazione solare rispetto a un terreno pianeggiante o, peggio, a un pendio esposto a Nord. Queste posizioni sono quindi da preferire, in quanto non solo più luminose ma anche più calde, favorendo una maturazione più precoce e completa dei frutti. Bisogna tuttavia evitare le zone depresse o le conche, dove l’aria fredda tende a ristagnare, aumentando il rischio di gelate tardive.

Nella progettazione dell’impianto, è fondamentale anche considerare la distanza tra le piante. Una distanza di impianto troppo ridotta porterà gli alberi, una volta cresciuti, a ombreggiarsi a vicenda. Questo causerà una competizione per la luce, con conseguente diradamento della produzione nelle parti basse e interne della chioma. È necessario rispettare le distanze consigliate per la specifica combinazione di varietà e portainnesto, garantendo a ogni pianta lo spazio sufficiente per sviluppare la propria chioma e intercettare la luce in modo ottimale senza interferire con le piante vicine.

Effetti della luce sulla qualità dei frutti

L’influenza della luce non si limita alla quantità della produzione, ma ha un impatto profondo e diretto sulla qualità dei frutti del cotogno. La luce solare è indispensabile per lo sviluppo del colore della buccia. Sebbene molte varietà di cotogno mantengano un colore giallo-verdastro, la piena esposizione al sole favorisce la sintesi di pigmenti come i carotenoidi, conferendo al frutto un colore giallo dorato più intenso e uniforme, indice di una completa maturazione. I frutti che crescono all’ombra rimangono spesso più pallidi e di colore disomogeneo.

Forse ancora più importante è l’effetto della luce sull’accumulo di zuccheri. Gli zuccheri (principalmente fruttosio e glucosio) presenti nel frutto sono il risultato diretto della fotosintesi. Le foglie ben esposte alla luce producono più zuccheri, che vengono poi traslocati e accumulati nei frutti. Un frutto che si sviluppa in una porzione di chioma ben illuminata sarà quindi più dolce, saporito e aromatico. La luce stimola anche la sintesi di molti composti organici volatili che contribuiscono al caratteristico e intenso profumo della mela cotogna.

La luce solare, in particolare la sua componente ultravioletta (UV), gioca un ruolo anche nello sviluppo della tipica tomentosità (la fine peluria) che ricopre la buccia del frutto, e contribuisce a rendere la buccia stessa più spessa e resistente. Questo può migliorare la conservabilità del frutto e la sua resistenza alle manipolazioni e agli attacchi di alcuni patogeni. Una buona illuminazione durante tutta la fase di ingrossamento del frutto è quindi essenziale per ottenere un prodotto di alta qualità, sia dal punto di vista estetico che organolettico.

Per massimizzare questi effetti positivi, oltre a una corretta potatura, in alcune situazioni si può praticare una leggera sfogliatura in prossimità della raccolta. Questa tecnica consiste nel rimuovere alcune delle foglie che ombreggiano direttamente i grappoli di frutti, per esporli meglio alla luce solare nelle ultime settimane prima della raccolta. È un’operazione delicata, da eseguire con cautela per non privare il frutto del nutrimento proveniente dalle foglie più vicine, ma che può migliorare significativamente il colore e il grado zuccherino dei frutti nelle porzioni di chioma più dense.

Gestione della luce attraverso la potatura

La potatura è lo strumento più potente a disposizione del coltivatore per gestire la distribuzione della luce all’interno della chioma del melo cotogno. Fin dai primi anni, la potatura di allevamento deve essere finalizzata a creare una forma di allevamento aperta, come il vaso o la palmetta, che per loro natura massimizzano l’intercettazione della luce e ne facilitano la penetrazione verso il centro dell’albero. Una struttura ben impalcata, con branche principali ben distanziate e orientate, è la base per una gestione ottimale della luce per tutta la vita della pianta.

La potatura di produzione, eseguita ogni anno durante il riposo vegetativo, ha tra i suoi obiettivi principali quello di mantenere la chioma aerata e luminosa. Si interviene diradando i rami, eliminando quelli che si incrociano, quelli che crescono verso l’interno o che sono troppo fitti. L’obiettivo è creare delle “finestre” di luce che permettano ai raggi solari di raggiungere anche i rami più bassi e interni, dove si trovano le formazioni fruttifere più vecchie ma ancora potenzialmente produttive. Senza questa operazione, la chioma tenderebbe a infoltirsi eccessivamente nella parte esterna, ombreggiando e rendendo improduttiva tutta la parte interna.

Durante la potatura, si pratica anche il taglio di ritorno sui rami che si sono allungati eccessivamente, per contenerne lo sviluppo e riportare la produzione più vicino alla struttura principale. Questo evita che la vegetazione si sposti sempre più verso l’esterno, spogliando la parte interna. Si favorisce inoltre il rinnovamento dei rami fruttiferi, eliminando quelli esauriti e stimolando l’emissione di nuovi getti in posizioni ben illuminate, che andranno a produrre negli anni successivi.

In estate si può intervenire con la potatura verde, o potatura estiva. Questa pratica consiste nell’eliminare i succhioni (i vigorosi rami verticali che crescono all’interno della chioma) e nel cimare (spuntare) alcuni germogli troppo vigorosi. La rimozione dei succhioni è particolarmente importante, perché questi rami, crescendo molto rapidamente, competono per la luce e i nutrienti con i rami fruttiferi e ombreggiano le parti sottostanti della chioma. Una corretta gestione della potatura, sia invernale che estiva, è quindi un processo continuo e dinamico per garantire che ogni parte dell’albero riceva la sua giusta dose di preziosa energia solare.

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