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Il fabbisogno di nutrienti e la concimazione del basilico

Daria · 26.04.2025.

Per sviluppare un fogliame abbondante, di un verde intenso e ricco di oli essenziali che ne determinano l’inconfondibile aroma, il basilico necessita di un costante e bilanciato apporto di nutrienti. Sebbene sia una pianta relativamente rustica, la sua crescita rapida e la continua asportazione di foglie attraverso la raccolta esauriscono progressivamente le riserve nutritive presenti nel terreno. Una corretta concimazione, quindi, non è un optional, ma una pratica colturale fondamentale per sostenere la vigoria della pianta, migliorare la qualità del raccolto e aumentarne la resistenza a stress e malattie, soprattutto nella coltivazione in contenitore.

Il basilico, come tutte le piante, ha bisogno di un’ampia gamma di elementi nutritivi per completare il suo ciclo vitale. I macronutrienti, richiesti in quantità maggiori, sono l’azoto (N), il fosforo (P) e il potassio (K). L’azoto è l’elemento più importante per il basilico, in quanto è il componente principale della clorofilla e degli amminoacidi, ed è direttamente responsabile dello sviluppo vegetativo, ovvero della crescita di steli e foglie. Una carenza di azoto si manifesta con una crescita stentata e foglie piccole e giallastre, a partire da quelle più basse.

Il fosforo gioca un ruolo chiave nello sviluppo dell’apparato radicale, nella fioritura e nel metabolismo energetico della pianta. Sebbene la produzione di fiori nel basilico sia da evitare per prolungare la raccolta delle foglie, un apparato radicale forte e sano è essenziale per un corretto assorbimento di acqua e nutrienti. Il potassio, invece, regola numerose funzioni fisiologiche, come l’apertura degli stomi e la traslocazione degli zuccheri, e aumenta la resistenza della pianta agli stress ambientali, come la siccità e gli sbalzi termici, e agli attacchi di malattie.

Oltre a questi tre elementi principali, il basilico necessita anche di mesoelementi come calcio, magnesio e zolfo, e di una serie di microelementi come ferro, manganese, boro, zinco e rame, richiesti in piccolissime quantità ma comunque indispensabili per il corretto svolgimento delle funzioni vitali della pianta. Un buon terriccio di partenza, ricco di sostanza organica, è in grado di fornire una buona scorta di tutti questi nutrienti, ma per una produzione ottimale durante tutta la stagione, è necessario integrare con una concimazione mirata.

La scelta del concime giusto

La scelta del fertilizzante più adatto per il basilico dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di coltivazione (biologica o convenzionale) e le preferenze personali. In generale, per una pianta aromatica destinata al consumo alimentare, è sempre preferibile optare per concimi di origine organica e naturale. Questi fertilizzanti, oltre a nutrire la pianta, migliorano la struttura e la fertilità del suolo a lungo termine, favorendo l’attività dei microrganismi benefici. I concimi organici rilasciano i nutrienti più lentamente rispetto a quelli chimici di sintesi, riducendo il rischio di sovradosaggi e di “bruciature” radicali.

Tra i concimi organici liquidi, molto pratici per la coltivazione in vaso, troviamo i macerati vegetali, come quello di ortica, ricco di azoto e ferro, o i fertilizzanti a base di estratti di alghe, che forniscono un’ampia gamma di macro e microelementi in forma facilmente assimilabile. Esistono anche concimi organici liquidi bilanciati, formulati specificamente per piante aromatiche, che rappresentano una soluzione comoda ed efficace. Questi prodotti vanno diluiti nell’acqua di irrigazione secondo le dosi indicate in etichetta e somministrati con regolarità.

Per chi preferisce soluzioni solide a lento rilascio, l’humus di lombrico e il compost maturo sono scelte eccellenti. L’humus di lombrico è un ammendante organico di altissima qualità, ricco di nutrienti, enzimi e microrganismi che stimolano la crescita della pianta e ne aumentano le difese naturali. Può essere mescolato al terriccio al momento del trapianto o aggiunto in superficie durante la stagione. Anche il compost domestico, se ben maturo, è un ottimo fertilizzante completo che apporta sostanza organica e migliora la capacità del terreno di trattenere acqua e nutrienti.

I concimi chimici di sintesi, come i classici concimi liquidi universali con un titolo NPK bilanciato (es. 20-20-20), possono essere utilizzati, ma con maggiore cautela. Sebbene forniscano nutrienti immediatamente disponibili per la pianta, un loro uso eccessivo o scorretto può portare a un accumulo di sali nel terreno, danneggiare le radici e l’ecosistema del suolo. Se si sceglie questa opzione, è fondamentale rispettare scrupolosamente le dosi e la frequenza consigliate, e preferire formulazioni con un titolo di azoto leggermente più elevato per favorire la produzione di foglie.

Frequenza e modalità di concimazione

Il piano di concimazione deve essere adattato alla fase di sviluppo della pianta e al tipo di coltivazione. La concimazione inizia circa 3-4 settimane dopo il trapianto, quando la pianta si è ben assestata e ha iniziato a crescere attivamente. Durante il periodo di massima crescita, che va dalla tarda primavera a fine estate, è consigliabile intervenire con regolarità per sostenere la continua produzione di nuovo fogliame, specialmente se si effettuano raccolti frequenti.

Per le piante coltivate in vaso, dove il volume di terra è limitato e i nutrienti si esauriscono più in fretta, è opportuno utilizzare un concime liquido diluito nell’acqua di irrigazione ogni 15-20 giorni. È importante somministrare il fertilizzante su un terreno già umido per evitare di danneggiare le radici. Pertanto, è buona norma irrigare prima con un po’ d’acqua pura e poi con la soluzione nutritiva. Con l’arrivo dell’autunno, quando la crescita rallenta, le concimazioni vanno diradate fino a essere sospese durante il periodo invernale.

Per il basilico coltivato in piena terra, se il terreno è stato ben preparato e ammendato con compost o letame maturo prima del trapianto, le necessità di concimazione sono minori. Solitamente, un paio di interventi durante la stagione con un fertilizzante organico granulare a lento rilascio o con una pacciamatura superficiale di compost sono sufficienti per garantire un’ottima produzione. Anche in questo caso, è bene concentrare gli interventi nel periodo di maggiore attività vegetativa.

È cruciale evitare l’eccesso di concimazione, un errore che può avere conseguenze anche più gravi di una carenza. Un sovradosaggio di nutrienti, in particolare di azoto, può portare a una crescita eccessivamente rigogliosa ma debole, con foglie grandi e acquose ma poco aromatiche. Inoltre, un’abbondanza di azoto rende i tessuti vegetali più teneri e appetibili per i parassiti, come gli afidi. È sempre meglio attenersi alle dosi consigliate e, nel dubbio, concimare un po’ meno piuttosto che un po’ di più.

Riconoscere i segnali di carenza ed eccesso

Osservare attentamente le foglie del basilico può fornire preziose indicazioni sul suo stato nutrizionale. Le carenze nutritive si manifestano con sintomi specifici che, se riconosciuti in tempo, possono essere corretti con interventi mirati. La carenza più comune è quella di azoto, che provoca un ingiallimento uniforme delle foglie più vecchie, quelle alla base della pianta, seguito da una crescita stentata. In questo caso, un intervento con un concime azotato a pronta azione può risolvere rapidamente il problema.

Una carenza di magnesio, un altro elemento importante per la clorofilla, si manifesta con un ingiallimento tra le nervature delle foglie più vecchie (clorosi internervale), mentre le nervature rimangono verdi. La carenza di ferro, invece, produce sintomi simili ma sulle foglie più giovani, quelle apicali. Riconoscere queste differenze è importante per scegliere il concime giusto, magari un prodotto arricchito con microelementi specifici.

Anche l’eccesso di nutrienti produce sintomi visibili. Un eccesso generale di sali nel terreno, causato da troppa concimazione, può provocare bruciature sui margini e sulle punte delle foglie, che appaiono secche e marroni. Come già accennato, un eccesso di solo azoto porta a una pianta dall’aspetto lussureggiante ma debole, con internodi lunghi e una maggiore suscettibilità alle malattie. In caso di sospetto sovradosaggio, è consigliabile sospendere le concimazioni e, se la pianta è in vaso, effettuare un “lavaggio” del terreno irrigando abbondantemente con acqua pulita per far percolare i sali in eccesso.

Un approccio equilibrato è sempre la scelta migliore. L’obiettivo non è forzare la crescita a tutti i costi, ma fornire alla pianta tutto ciò di cui ha bisogno per crescere sana e forte, esprimendo al massimo le sue qualità aromatiche. L’uso regolare di ammendanti organici come il compost non solo fornisce un nutrimento bilanciato, ma migliora la salute generale del suolo, creando un sistema più resiliente e meno dipendente da interventi esterni, in linea con i principi di una coltivazione sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

L’importanza della sostanza organica

Al di là della somministrazione periodica di fertilizzanti, il vero segreto per un basilico sano e produttivo risiede nella qualità del terreno, e in particolare nel suo contenuto di sostanza organica. Un suolo ricco di humus, derivato dalla decomposizione di materiali vegetali e animali, è un suolo vivo, fertile e strutturato, capace di supportare al meglio la crescita delle piante. La sostanza organica agisce come una spugna, migliorando la capacità del terreno di trattenere l’acqua e rilasciandola gradualmente alle radici.

Inoltre, la sostanza organica migliora la struttura del suolo, rendendo i terreni argillosi più soffici e drenanti e conferendo maggiore coesione a quelli sabbiosi. Questo favorisce lo sviluppo di un apparato radicale sano e profondo e garantisce una buona circolazione di aria e acqua. Un terreno ben strutturato è meno soggetto a compattazione e permette alle radici di esplorare un volume maggiore di suolo alla ricerca di nutrienti.

Dal punto di vista nutrizionale, la sostanza organica è una riserva di nutrienti a lento rilascio. Durante il processo di mineralizzazione, i microrganismi del suolo decompongono l’humus e rilasciano gradualmente azoto, fosforo, zolfo e altri elementi essenziali in una forma assimilabile dalle piante. Questo fornisce un nutrimento costante e bilanciato, molto diverso dall’apporto rapido e intenso dei concimi chimici.

Incorporare compost maturo o humus di lombrico nel terriccio prima del trapianto è quindi la migliore strategia per garantire al basilico una partenza ottimale. Durante la stagione di crescita, l’aggiunta di uno strato superficiale di compost (pacciamatura organica) continua a nutrire la pianta e il suolo, proteggendolo al contempo dall’evaporazione e dalle erbe infestanti. Investire nella fertilità del suolo è una scelta lungimirante che ripaga con piante più sane, raccolti più abbondanti e una minore necessità di interventi correttivi.

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