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Malattie e parassiti della margherita africana

Daria · 17.04.2025.

La margherita africana, conosciuta anche come dimorfoteca o margherita del Capo, è una pianta annuale o perenne di breve durata originaria del Sudafrica, di una bellezza impressionante, amata dai giardinieri per i suoi fiori dai colori vivaci, simili a margherite. Sebbene sia generalmente considerata una pianta ornamentale relativamente resistente, purtroppo non è completamente esente da diverse malattie e parassiti, che possono occasionalmente causare seri grattacapi al suo curatore. Con le conoscenze adeguate, tuttavia, questi problemi possono essere prevenuti e trattati efficacemente, assicurando così lo sviluppo sano delle nostre piante e una fioritura abbondante. In questo articolo, presentiamo in dettaglio i patogeni e i parassiti più comuni che colpiscono la margherita africana, e affrontiamo i possibili metodi di controllo, affinché tutti possano godere a lungo di questi fiori solari che irradiano gioia.

Comparsa e caratteristiche delle malattie fungine

Le margherite africane sono più frequentemente attaccate da diverse infezioni fungine, specialmente in condizioni meteorologiche umide e calde, o se le piante sono piantate troppo fitte, il che ostacola un’adeguata circolazione dell’aria. Queste malattie possono provocare sintomi vari su foglie, fusti e persino sui fiori, compromettendo significativamente il valore estetico e la vitalità della pianta. Una diagnosi precoce e un intervento rapido sono cruciali per un controllo efficace, poiché un’infezione estesa è molto più difficile da gestire. È importante ricordare che la prevenzione è sempre più semplice ed efficace della lotta contro una malattia già insediata.

Tra le malattie fungine più comuni c’è l’oidio, o mal bianco, che forma una caratteristica patina polverosa bianca sulla pagina superiore e inferiore delle foglie, nonché sui giovani germogli. Questa patina inibisce la fotosintesi, le foglie possono deformarsi, ingiallire e poi cadere prematuramente, e nei casi gravi può portare all’indebolimento dell’intera pianta. Un altro problema frequente è la peronospora, che provoca piuttosto un’efflorescenza grigio-biancastra o violacea principalmente sulla pagina inferiore delle foglie, mentre sulla pagina superiore della foglia compaiono macchie giallastre e sfumate. Anche la peronospora predilige un ambiente umido e può diffondersi rapidamente nella coltura.

Il marciume del colletto delle piantine è un complesso di malattie fungine che minaccia specificamente le giovani piante, in germinazione o appena trapiantate, ed è causato, tra gli altri, da funghi dei generi Pythium, Fusarium e Rhizoctonia. A seguito dell’infezione, il fusto delle giovani piante vicino alla superficie del terreno si assottiglia, si ammorbidisce, e poi la pianta semplicemente si piega e muore. Per prevenire ciò, è cruciale l’uso di un terriccio da semina di buona qualità e sterile, evitare annaffiature eccessive e assicurare un’adeguata ventilazione. Anche la muffa grigia (Botrytis cinerea) può essere un ospite frequente, specialmente con tempo fresco e umido, e si insedia principalmente sulle parti ferite della pianta e sui fiori appassiti, dove forma una muffa grigia e vellutata.

La base del controllo delle malattie fungine è la prevenzione, che include la garanzia di condizioni di coltura appropriate, come una posizione soleggiata, un terreno ben drenato, il rispetto di una distanza di impianto ottimale tra le piante per una buona circolazione dell’aria, ed evitare una fertilizzazione azotata eccessiva. È anche importante programmare correttamente l’irrigazione; annaffiare, se possibile, al mattino in modo che il fogliame possa asciugarsi durante il giorno, ed evitare di bagnare inutilmente le foglie. Se l’infezione si manifesta comunque, ai primi sintomi osservati, le parti malate della pianta devono essere immediatamente rimosse e distrutte per impedire un’ulteriore diffusione. Nei casi più gravi, l’applicazione di fungicidi appropriati può essere necessaria, ma bisogna sempre tenere conto degli aspetti ambientali e delle istruzioni d’uso del prodotto.

Pericoli delle malattie radicali e del colletto

Le malattie radicali e del colletto rappresentano un problema insidioso per la margherita africana, poiché i loro sintomi diventano spesso evidenti solo quando l’infezione è già in uno stadio avanzato. Queste malattie sono generalmente causate da funghi del terreno che penetrano nella pianta attraverso l’apparato radicale o la parte inferiore del fusto. Annaffiature eccessive, un terreno mal drenato e compattato, così come l’acqua stagnante, favoriscono grandemente la proliferazione di questi patogeni e lo sviluppo dell’infezione. La prevenzione è anche qui di importanza capitale, poiché un apparato radicale gravemente danneggiato si rigenera difficilmente.

Tra i funghi più comuni che causano il marciume radicale ci sono le specie di Phytophthora, Pythium e Rhizoctonia. Nello stadio iniziale dell’infezione, la crescita della pianta rallenta, le foglie iniziano ad ingiallire, ad appassire, anche se il terreno sembra umido. Questo accade perché le radici danneggiate non riescono ad assorbire достаточно acqua e nutrienti. Se la pianta viene estratta con cura dal vaso o dal terreno, le radici possono essere brunastre, molli, friabili, invece di radici sane, bianche e vigorose. Nei casi gravi, anche il colletto può marcire, il che porta alla rapida morte della pianta.

La fusariosi vascolare, causata da funghi del genere Fusarium, può anche rappresentare una seria minaccia. Questo patogeno infetta attraverso le radici, propagandosi poi nei tessuti conduttori della pianta, ostruendoli e impedendo così la circolazione dell’acqua e dei nutrienti. Di conseguenza, un lato della pianta o certi germogli iniziano improvvisamente ad appassire, ad ingiallire e poi a seccare, mentre il resto della pianta può sembrare temporaneamente sano. Man mano che la malattia progredisce, l’intera pianta muore. Una caratteristica dell’infezione da fusariosi può essere una decolorazione brunastra visibile nella sezione trasversale del fusto, lungo i fasci conduttori.

Per prevenire le malattie radicali e del colletto, è essenziale utilizzare un terreno di buona qualità, con struttura sciolta e buona capacità di drenaggio. In caso di coltivazione in contenitori, bisogna assicurare fori di drenaggio sul fondo del vaso e utilizzare uno strato drenante. Bisogna evitare annaffiature eccessive, lasciando sempre lo strato superiore del terreno asciugare leggermente tra due annaffiature. È importante applicare la rotazione delle colture nelle aiuole del giardino per ridurre la quantità di patogeni accumulati nel terreno. Se si osservano segni di infezione, le piante colpite devono, purtroppo, essere spesso rimosse e distrutte per impedire un’ulteriore diffusione, ed è consigliabile disinfettare o sostituire il terreno circostante.

Attacco di afidi e altri parassiti succhiatori

Le margherite africane possono essere attaccate non solo da malattie fungine, ma anche da diversi parassiti succhiatori, che causano danni succhiando la linfa delle piante. Tra questi, gli afidi sono i più comuni e conosciuti, ma anche altri piccoli insetti possono rappresentare un problema serio. I parassiti succhiatori non solo indeboliscono la pianta con i loro danni diretti, ma possono spesso anche trasmettere virus, e la melata che secernono, sulla quale si sviluppa la fumaggine, può aggravare ulteriormente lo stato della pianta e il suo aspetto estetico. Un’ispezione regolare aiuta a individuare tempestivamente la comparsa dei parassiti.

Gli afidi sono piccoli insetti, generalmente di colore verde, nero o giallastro, che compaiono in colonie sui giovani germogli, sulla pagina inferiore delle foglie e sui boccioli fiorali. Con i loro apparati boccali pungenti-succhianti, essi succhiano la linfa delle piante, il che porta alla deformazione delle foglie, al loro ingiallimento e all’arresto della crescita dei germogli. Inoltre, secernono melata, una sostanza appiccicosa e zuccherina che attira le formiche e serve da substrato di coltura per i funghi della fumaggine, che formano una pellicola nera sulle foglie, inibendo la fotosintesi. Gli afidi si riproducono rapidamente, per cui un intervento precoce è importante.

I ragnetti rossi possono anche essere ospiti frequenti, specialmente con tempo caldo e secco. Questi minuscoli aracnidi vivono sulla pagina inferiore delle foglie e tessono una ragnatela fine. A seguito della loro suzione, compaiono sulle foglie piccoli punti giallastri o biancastri, successivamente le foglie assumono una tonalità bronzea, si seccano e cadono. In caso di forte infestazione, l’intera pianta può essere ricoperta da una ragnatela. La presenza dei ragnetti rossi è difficile da individuare a causa delle loro dimensioni, per cui è consigliabile ispezionare regolarmente la pagina inferiore delle foglie, anche con una lente d’ingrandimento.

I tripidi sono piccoli insetti, dal corpo sottile e alati, che anch’essi succhiano la linfa delle piante, ma che, inoltre, con i loro apparati boccali raspatori, danneggiano anche i tessuti fogliari. A seguito dei loro danni, compaiono sulle foglie macchie o strisce argentee o biancastre, i petali dei fiori possono deformarsi e scolorirsi. Gli escrementi dei tripidi sono visibili sotto forma di piccoli punti neri sulle foglie. Anche questi parassiti possono trasmettere virus. Il loro controllo può essere difficile a causa del loro stile di vita nascosto e della loro rapida riproduzione, per cui si consiglia di dare priorità alle misure preventive e ai metodi di controllo biologico.

Parassiti masticatori e altri ospiti occasionali

Sebbene la margherita africana non figuri tra i bersagli principali dei parassiti masticatori, diverse larve, lumache o persino cavallette possono occasionalmente danneggiare le foglie e i fiori. Questi parassiti rosicchiano generalmente fori di forma irregolare, escavazioni nelle parti della pianta, il che può causare problemi estetici e, nei casi più gravi, può anche inibire lo sviluppo della pianta. L’entità dei danni non è generalmente così significativa come nel caso dei parassiti succhiatori o delle malattie fungine, ma merita attenzione.

Le larve di diverse specie di farfalle possono comparire occasionalmente sulla margherita africana e causare danni rosicchiando le foglie, più raramente i petali dei fiori. L’entità dei danni dipende dal numero e dallo stadio di sviluppo delle larve. In caso di un numero ridotto di individui, le larve possono essere raccolte manualmente ed eliminate. In caso di infestazione maggiore, possono essere utilizzati insetticidi biologici, come i preparati a base di Bacillus thuringiensis, che agiscono selettivamente sulle larve, proteggendo al contempo gli insetti utili. Un’ispezione regolare è importante per individuare i danni tempestivamente.

Le limacce e le chiocciole possono causare problemi specialmente durante i periodi umidi e piovosi o nelle zone più ombreggiate e umide del giardino. Sono attive di notte e lasciano dietro di sé fori rosicchiati irregolarmente sulle foglie e sui giovani germogli, nonché una scia di muco caratteristica. Il controllo può essere effettuato in diversi modi: la polvere di calce, la segatura o i gusci d’uovo frantumati, sparsi intorno alle piante, possono formare una barriera fisica. Diverse trappole per lumache (ad esempio, la trappola della birra) possono anche essere efficaci, e in commercio esistono granuli anti-lumache ecologici.

Occasionalmente, anche altri parassiti masticatori, come alcuni coleotteri o cavallette, possono assaggiare le foglie della margherita africana. I loro danni sono generalmente sporadici e poco importanti, per cui raramente necessitano di misure di controllo particolari. La cosa più importante è mantenere la biodiversità del giardino, il che favorisce la presenza di nemici naturali, come gli insetti predatori e gli uccelli, che aiutano a mantenere sotto controllo le popolazioni di questi parassiti. Il controllo chimico dovrebbe essere applicato solo in casi giustificati, come ultima risorsa.

Malattie virali e loro sintomi

Sebbene nella margherita africana le malattie virali siano meno frequenti delle infezioni fungine o dei problemi causati dai parassiti succhiatori, la loro comparsa è possibile. I virus sono patogeni microscopici che, penetrando nelle cellule della pianta, sottomettono il suo metabolismo alla propria riproduzione. Non esistono attualmente trattamenti fitosanitari specifici contro le infezioni virali, per cui l’enfasi principale deve essere posta sulla prevenzione e sull’impedimento della propagazione. I virus sono spesso trasmessi da parassiti succhiatori, come gli afidi o i tripidi, da una pianta all’altra.

I sintomi delle infezioni virali possono essere estremamente vari e spesso difficili da distinguere dalle alterazioni causate da altre malattie o da carenze nutrizionali. Un sintomo frequente è la decolorazione a mosaico delle foglie, che consiste in macchie o strisce giallastre o verde chiaro sul tessuto fogliare verde normale. Può anche esserci una deformazione delle foglie, arricciamento, aspetto a cucchiaio, nonché nanismo delle piante e uno sviluppo stentato. Il colore dei fiori può cambiare, possono diventare maculati o i petali dei fiori possono deformarsi. È importante notare che l’intensità dei sintomi dipende dal tipo di virus, dalla varietà della pianta e dai fattori ambientali.

La diagnosi delle infezioni virali è spesso incerta senza analisi di laboratorio, poiché i sintomi possono anche indicare altri problemi. In caso di sospetto, è consigliabile isolare la pianta dalle altre per evitare un’eventuale propagazione ulteriore. La strategia di prevenzione più importante è il controllo efficace dei vettori virali, cioè degli insetti che trasmettono i virus. Ciò include il monitoraggio regolare di afidi, tripidi e altri parassiti succhiatori e, se necessario, la loro riduzione. Bisogna anche assicurarsi che gli strumenti utilizzati per la potatura e la divisione dei cespi siano sempre puliti e disinfettati.

Se si osservano segni chiari di infezione virale su una pianta e il suo stato si deteriora considerevolmente, la soluzione più sicura è, purtroppo, la rimozione completa e la distruzione della pianta malata (non compostare!), per proteggere le altre piante ancora sane dall’infezione. È importante utilizzare solo semi e piante sane, provenienti da fonti affidabili, poiché alcuni virus possono anche trasmettersi attraverso il materiale di piantagione. La scelta di varietà resistenti può anche ridurre il rischio di malattie virali, sebbene nel caso della margherita africana, poche informazioni siano disponibili su varietà specificamente resistenti ai virus.

Strategie generali di prevenzione e gestione integrata dei parassiti

Per mantenere la salute della margherita africana, il metodo più efficace è concentrarsi sulla prevenzione e applicare i principi della gestione integrata dei parassiti. Questo approccio implica l’uso coordinato di diversi metodi di controllo, privilegiando le soluzioni rispettose dell’ambiente e limitando l’uso dei pesticidi chimici solo ai casi assolutamente necessari. Le piante sane e in buono stato sono meno suscettibili a malattie e ad attacchi di parassiti, per cui la garanzia di condizioni di coltura appropriate è fondamentale.

Il primo passo nella prevenzione è la scelta di un luogo di impianto adeguato. La margherita africana è una pianta che ama il sole, quindi bisogna assicurarle almeno 6-8 ore di sole diretto al giorno. Il terreno deve essere ben drenato, con una struttura sciolta, per evitare l’asfissia delle radici e l’acqua stagnante, che favorisce i funghi che causano il marciume radicale. È anche importante rispettare una distanza appropriata tra le piante, il che assicura una buona circolazione dell’aria, in modo che le foglie si asciughino più rapidamente dopo la pioggia o l’annaffiatura, riducendo così i rischi di infezioni fungine.

Le abitudini di irrigazione svolgono anche un ruolo importante nella prevenzione delle malattie. Bisogna evitare annaffiature eccessive e, se possibile, annaffiare al mattino presto, in modo che il fogliame abbia il tempo di asciugarsi durante il giorno. L’acqua di irrigazione deve essere diretta direttamente sul terreno, e non sulle foglie. Un apporto equilibrato di nutrienti contribuisce anche ad aumentare la resistenza delle piante, ma bisogna evitare una fertilizzazione azotata eccessiva, poiché ciò porta a tessuti lassi, che rendono la pianta più suscettibile a malattie e a parassiti succhiatori.

La gestione integrata dei parassiti include il monitoraggio regolare delle piante per individuare tempestivamente i primi segni di malattie o parassiti. La rimozione e la distruzione immediate delle parti infette o danneggiate della pianta possono impedire la propagazione del problema. I metodi di controllo biologico, come l’introduzione o l’attrazione di insetti utili (coccinelle, crisope) nel giardino, possono aiutare nella regolazione naturale delle popolazioni di parassiti. Solo in ultima istanza, e in modo mirato, si devono utilizzare i prodotti fitosanitari che meno danneggiano l’ambiente, rispettando sempre le istruzioni d’uso e le normative ambientali.

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