La gerbera, questo allegro fiore reciso e pianta da vaso originaria del Sud Africa, che abbaglia con i suoi colori vivaci, è oggi una delle piante ornamentali più amate. Tuttavia, affinché risplenda in tutta la sua bellezza e ci ricompensi con un’abbondante fioritura, è essenziale una conoscenza precisa delle sue esigenze nutrizionali e una concimazione esperta ed equilibrata. Un apporto insufficiente di nutrienti può non solo ostacolare la crescita e la formazione dei fiori, ma anche indebolire lo stato di salute generale della pianta, rendendola più suscettibile a malattie e parassiti. Ecco perché è fondamentale comprendere di quali elementi questa meravigliosa pianta ha bisogno e in quali proporzioni durante le sue diverse fasi di sviluppo.
I nutrienti essenziali per le piante possono essere suddivisi in due gruppi principali: macronutrienti e micronutrienti. I macronutrienti sono quelli di cui la gerbera ha bisogno in quantità maggiori; questi includono azoto (N), fosforo (P) e potassio (K), nonché macronutrienti secondari come calcio (Ca), magnesio (Mg) e zolfo (S). L’azoto è principalmente responsabile della crescita della massa verde, delle foglie e dei germogli; il fosforo è essenziale per la formazione delle radici, lo sviluppo di fiori e semi; mentre il potassio influenza il vigore generale, la resistenza alle malattie e la qualità dei fiori. Una carenza di uno qualsiasi di questi elementi può causare sintomi caratteristici e ritardare significativamente lo sviluppo della pianta.
I micronutrienti, sebbene necessari solo in piccole quantità, sono altrettanto vitali per le sane funzioni vitali della gerbera. Questi includono, tra gli altri, ferro (Fe), manganese (Mn), boro (B), zinco (Zn), rame (Cu) e molibdeno (Mo). Questi elementi svolgono un ruolo chiave nella funzione di vari enzimi, nella formazione della clorofilla e in altri processi metabolici. La loro carenza può scatenare sintomi specifici, come l’ingiallimento delle foglie, una crescita deforme o l’assenza di fioritura, anche se i macronutrienti sono disponibili in quantità ottimali.
L’assorbimento dei nutrienti è influenzato da numerosi fattori che devono essere presi in considerazione anche per una coltivazione di successo della gerbera. Tale fattore, ad esempio, è la reazione chimica (valore del pH) del substrato di coltivazione, che determina la solubilità e la disponibilità dei singoli nutrienti. Anche la temperatura del substrato, il contenuto di umidità, la struttura e l’intensità della luce sono importanti, poiché tutti questi fattori influenzano l’attività radicale e il metabolismo della pianta. Un substrato di coltivazione ben scelto e la fornitura di condizioni ambientali ottimali sono quindi prerequisiti fondamentali per un efficiente utilizzo dei nutrienti.
Fabbisogno essenziale di nutrienti della gerbera
L’azoto (N) è di eccezionale importanza per lo sviluppo vegetativo della gerbera, essendo un elemento costitutivo fondamentale di proteine, acidi nucleici e clorofilla. Un adeguato apporto di azoto assicura una vigorosa crescita di foglie e germogli, nonché lo sviluppo delle dimensioni complessive della pianta. In caso di sua carenza, le foglie, soprattutto quelle più vecchie, diventano di colore verde pallido o giallastre, la crescita rallenta e la pianta rimane stentata. Al contrario, una quantità eccessiva può portare a un fogliame troppo lussureggiante, con tessuti lassi e di colore verde scuro, che può ritardare la fioritura e aumentare la suscettibilità a malattie e parassiti.
Il fosforo (P) è essenziale per la gerbera, in particolare per lo sviluppo dell’apparato radicale, l’induzione fiorale e la formazione di fiori e semi. Svolge un ruolo significativo nel metabolismo energetico (formazione di ATP) e nella regolazione di numerosi processi fisiologici. In caso di carenza di fosforo, l’apparato radicale si sviluppa scarsamente, le foglie diventano di colore verde scuro, a volte con una sfumatura violacea, e la fioritura può essere scarsa o addirittura del tutto assente. Una quantità eccessiva di fosforo causa raramente problemi diretti, ma può ostacolare l’assorbimento di alcuni micronutrienti, come ferro e zinco.
Il potassio (K) è anche un macronutriente chiave per la gerbera, coinvolto nell’attivazione di oltre sessanta enzimi, nella regolazione dell’assorbimento e del rilascio di acqua (attraverso la funzione stomatica) e nella promozione del trasporto di carboidrati all’interno della pianta. Aumenta la tolleranza della pianta allo stress, che si tratti di siccità, freddo o resistenza alle malattie, e migliora la qualità dei fiori, l’intensità del colore e la durata in vaso. In caso di carenza di potassio, i margini delle foglie più vecchie iniziano a ingiallire, quindi a diventare marroni e necrotici, gli steli si indeboliscono e la qualità dei fiori peggiora.
Tra i macronutrienti secondari, il calcio (Ca) e il magnesio (Mg) meritano un’attenzione particolare nella nutrizione della gerbera. Il calcio svolge un ruolo fondamentale nella stabilità delle membrane cellulari, nella formazione della struttura della parete cellulare e nella divisione cellulare. La sua carenza può portare alla distorsione e alla morte delle giovani foglie e degli apici dei germogli e, sebbene il marciume apicale non sia tipico della gerbera, la carenza di calcio indebolisce generalmente i tessuti vegetali. Il magnesio è l’atomo centrale della molecola di clorofilla, quindi essenziale per la fotosintesi, e partecipa anche all’attivazione di numerosi enzimi. In caso di carenza di magnesio, un sintomo caratteristico è la clorosi internervale sulle foglie più vecchie, dove le nervature rimangono verdi, ma il tessuto fogliare tra le nervature ingiallisce.
Il ruolo dei microelementi e i sintomi da carenza
Il ferro (Fe) è uno dei microelementi più importanti per la gerbera, poiché è essenziale per la sintesi della clorofilla e la funzione di numerosi enzimi respiratori e fotosintetici. Poiché è poco mobile nella pianta, la sua carenza compare sempre prima sulle foglie più giovani sotto forma di clorosi internervale: le nervature fogliari rimangono verdi, mentre i tessuti tra le nervature ingialliscono e, nei casi più gravi, diventano quasi bianchi. L’assorbimento del ferro è fortemente influenzato dal valore del pH del substrato; a un pH elevato (substrato alcalino), il ferro diventa insolubile e indisponibile per la pianta, anche se altrimenti presente in quantità sufficiente nel terreno o nella soluzione nutritiva.
Il manganese (Mn) è anch’esso cruciale nel processo di fotosintesi, partecipando allo sviluppo dell’ossigeno, nonché come attivatore di numerosi enzimi e nell’assimilazione dell’azoto. I sintomi della carenza di manganese possono assomigliare a quelli della carenza di ferro, cioè si verifica una clorosi internervale, ma questa si osserva spesso sulle foglie più giovani o intermedie, e piccole macchie necrotiche possono comparire anche sulle parti ingiallite, il che può conferire alla foglia un aspetto reticolato e marmorizzato. Anche la disponibilità di manganese è fortemente influenzata dal pH; diminuisce nei substrati alcalini, mentre nei substrati fortemente acidi, un assorbimento eccessivo può causare tossicità.
Il boro (B) e lo zinco (Zn) sono anch’essi microelementi essenziali. Il boro svolge un ruolo nel trasporto dei carboidrati, nella formazione e integrità della parete cellulare, nella divisione cellulare, nell’equilibrio ormonale, nonché nella fecondazione dei fiori e nella vitalità del polline. In caso di carenza di boro, le parti più giovani dei germogli e le gemme possono morire, le foglie possono deformarsi e diventare fragili, e anche la formazione dei fiori e l’allegagione dei frutti possono essere significativamente ridotte. Lo zinco è un componente di numerosi sistemi enzimatici, svolgendo un ruolo importante nella sintesi dell’ormone della crescita vegetale, l’auxina, e nel metabolismo dei carboidrati. In caso di carenza di zinco, la crescita rallenta, gli internodi si accorciano (“rosettatura”), le foglie rimangono piccole e spesso si osserva su di esse una clorosi internervale.
Infine, ma non meno importante, anche il rame (Cu) e il molibdeno (Mo) svolgono ruoli importanti nei processi vitali della gerbera, sebbene siano necessari in quantità ancora minori. Il rame è un componente di enzimi coinvolti in numerosi processi di ossidoriduzione, svolgendo un ruolo nella fotosintesi e nella respirazione. La carenza di rame si verifica raramente, ma se ciò accade, le giovani foglie diventano di colore verde-bluastro scuro, possono torcersi e può verificarsi anche il disseccamento degli apici dei germogli. Il molibdeno è necessario principalmente per il funzionamento dell’enzima nitrato reduttasi, che svolge un ruolo nella conversione dell’azoto nitrico assorbito in una forma utilizzabile. In caso di carenza di molibdeno, i sintomi assomigliano spesso a una carenza di azoto, ad esempio l’ingiallimento delle foglie più vecchie, poiché la pianta non può utilizzare correttamente il nitrato assorbito.
L’influenza del substrato di coltivazione e del valore del pH sull’assorbimento dei nutrienti
Uno dei prerequisiti fondamentali per la coltivazione di successo della gerbera è la scelta di un substrato di coltivazione appropriato. Generalmente, preferisce substrati a struttura sciolta, con una buona gestione dell’acqua e aerazione, come substrati a base di torba, fibra di cocco o loro miscele integrate con perlite e vermiculite. Questi substrati forniscono l’ossigeno necessario alle radici pur essendo in grado di trattenere una quantità adeguata di umidità e nutrienti. Oltre alle proprietà fisiche del substrato, le caratteristiche chimiche, come il contenuto di nutrienti e il valore del pH, influenzano fondamentalmente la disponibilità e l’utilizzo dei nutrienti.
La reazione chimica del substrato di coltivazione, cioè il suo valore di pH, è un fattore critico per l’assorbimento dei nutrienti nella gerbera. La scala del pH indica quanto un substrato sia acido o alcalino; un valore di 7 è neutro, valori inferiori indicano una reazione acida e valori superiori una reazione alcalina. La solubilità della maggior parte dei nutrienti, e quindi la loro disponibilità per le piante, dipende dal pH. Per la gerbera, un substrato leggermente acido, tipicamente nell’intervallo di pH compreso tra 5,5 e 6,2, è considerato ottimale, poiché in questo intervallo la maggior parte dei macro e microelementi diventa più facilmente disponibile per la pianta.
Se il valore del pH del substrato di coltivazione si discosta dall’ottimale, possono verificarsi gravi disturbi nell’assorbimento dei nutrienti. A un pH troppo basso (substrato fortemente acido), ad esempio, la solubilità di alcuni microelementi, come ferro, manganese o alluminio, può aumentare, il che può portare a un assorbimento tossico, mentre l’assorbimento di macronutrienti, come calcio e magnesio, può diminuire. Al contrario, a un pH troppo elevato (substrato alcalino), la solubilità di ferro, manganese, boro e zinco diminuisce drasticamente, il che può indurre sintomi di carenza di questi elementi, anche se altrimenti presenti in quantità sufficiente nel substrato.
La verifica periodica del valore del pH del substrato di coltivazione e la sua regolazione, se necessario, sono quindi essenziali. A tale scopo, sono disponibili pHmetri con i quali è possibile determinare facilmente la reazione chimica attuale del substrato, nonché il pH dell’acqua di irrigazione e della soluzione nutritiva. Se il pH è troppo elevato, può essere abbassato utilizzando fertilizzanti acidificanti (ad es. solfato di ammonio) o zolfo elementare, mentre se il pH è troppo basso, può essere aumentato mediante calcinazione (ad es. carbonato di calcio) o fertilizzanti a reazione alcalina. È importante, tuttavia, che la modifica del pH venga sempre effettuata con cautela, gradualmente, evitando cambiamenti bruschi e drastici che potrebbero scioccare la pianta.
Strategie e metodi di concimazione
Per l’integrazione nutritiva della gerbera sono disponibili diversi tipi di fertilizzanti, tra i quali è possibile scegliere in base all’obiettivo e alla tecnologia di coltivazione. Molto diffusi sono i fertilizzanti complessi, cosiddetti idrosolubili, che, oltre ai macronutrienti, contengono spesso i microelementi necessari in proporzioni ottimali, frequentemente in forma chelata per una migliore assimilazione. Un’alternativa possono essere i fertilizzanti a cessione controllata (a lenta cessione o a cessione controllata), che forniscono nutrienti gradualmente per un periodo più lungo, riducendo il rischio di lisciviazione e la necessità di frequenti concimazioni. Inoltre, soprattutto in coltivazione biologica o integrata, possono essere presi in considerazione anche i fertilizzanti organici, sebbene il loro contenuto di nutrienti e la loro cessione siano meno controllabili.
Nella coltivazione professionale della gerbera, soprattutto in serra o in tunnel di plastica, la fertirrigazione (applicazione di fertilizzanti attraverso il sistema di irrigazione) è il metodo di concimazione più diffuso ed efficace. Ciò significa che i fertilizzanti vengono disciolti e applicati insieme all’acqua di irrigazione nella zona radicale delle piante. Questo presenta numerosi vantaggi: consente un dosaggio preciso dei nutrienti, una distribuzione uniforme e un apporto di nutrienti a risposta rapida adattato alle esigenze della pianta. Esistono vari sistemi di fertirrigazione, dai più semplici iniettori Venturi agli automi di fertirrigazione di precisione controllati da computer che possono regolare dinamicamente la composizione e la concentrazione della soluzione nutritiva in base alla fase di coltivazione e alle condizioni ambientali.
Nello sviluppo di un programma di concimazione, è necessario tenere conto delle diverse fasi di sviluppo della gerbera, poiché le esigenze nutrizionali cambiano durante queste fasi. Nella fase di giovane plantula, si raccomanda l’uso di soluzioni nutritive di avviamento con un contenuto di fosforo più elevato per promuovere la formazione delle radici. Durante il periodo di crescita vegetativa, quando lo sviluppo del fogliame è più intenso, un rapporto NPK equilibrato o una composizione leggermente dominante in azoto è ideale. Dall’inizio della fioritura e durante il periodo di fioritura, aumenta la domanda di fosforo e soprattutto di potassio, poiché questi elementi sono essenziali per una formazione di fiori abbondante e di alta qualità, nonché per la longevità dei fiori.
Durante la fertirrigazione, è necessario prestare particolare attenzione al monitoraggio periodico della conducibilità elettrica (CE) dell’acqua di irrigazione e della soluzione nutritiva. Il valore CE indica il contenuto totale di sali disciolti nell’acqua e fornisce informazioni indirette sulla concentrazione di nutrienti. L’intervallo di CE ottimale per la gerbera è generalmente compreso tra 1,2 e 2,5 mS/cm, ma questo dipende dalla fase di sviluppo e dai fattori ambientali. Se la CE è troppo bassa, la pianta può soffrire di carenza di nutrienti, mentre se la CE è troppo alta, le radici possono essere danneggiate da un’eccessiva concentrazione di sali, che può portare a bruciature, inibizione dell’assorbimento dell’acqua e persino alla morte della pianta. Se necessario, il contenuto di sali accumulati può essere ridotto mediante lisciviazione del substrato.
Consigli pratici e come evitare errori comuni
La base di una corretta nutrizione della gerbera è il monitoraggio periodico e la conoscenza precisa delle esigenze della pianta. A tale scopo, l’analisi di laboratorio del substrato di coltivazione e delle foglie della pianta può essere estremamente utile. L’analisi del substrato fornisce informazioni sul contenuto attuale di nutrienti e sul valore del pH, mentre l’analisi fogliare fornisce un quadro preciso della misura in cui la pianta può assorbire e utilizzare i singoli nutrienti. Questi dati aiutano a perfezionare il programma di concimazione, a riconoscere tempestivamente carenze nascoste o sovradosaggi e consentono un approccio proattivo e preventivo alla gestione dei nutrienti.
Diversi errori comuni possono verificarsi durante la concimazione della gerbera che vale la pena evitare. Uno dei problemi più comuni è la sovra-concimazione, che può portare all’accumulo di sali nel substrato, a danni alle radici e a un generale declino della pianta. La sotto-concimazione può essere altrettanto dannosa, con conseguenti sintomi di carenza nutritiva, scarsa crescita e ridotta produzione di fiori. Un altro errore comune è l’uso di fertilizzanti non correttamente bilanciati, che possono causare un eccesso di alcuni elementi e una carenza di altri, nonché l’ignorare il valore del pH, che influenza fondamentalmente la disponibilità dei nutrienti.
Sebbene i sintomi visivi di carenza – come l’ingiallimento o la distorsione delle foglie, o i disturbi della crescita – possano essere indicatori importanti, è importante sapere che di solito diventano evidenti solo quando il problema è già avanzato. Inoltre, alcuni sintomi possono essere attribuiti a diverse cause o possono essere confusi con altri disturbi fisiologici o malattie. Pertanto, è necessario prestare cautela nello stabilire una diagnosi e, se possibile, i sospetti dovrebbero essere confermati da test di laboratorio prima di attuare cambiamenti drastici nelle pratiche di concimazione.
Infine, è importante menzionare l’importanza delle pratiche di concimazione sostenibile. Ciò include il dosaggio dei nutrienti il più accuratamente possibile in base alle esigenze della pianta, la minimizzazione della lisciviazione e la preferenza per tipi di fertilizzanti meno dannosi per l’ambiente, ove possibile. Un apporto di nutrienti esperto, consapevole e regolarmente monitorato assicura non solo la salute e l’abbondante fioritura delle nostre gerbere, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale della coltivazione, rendendo così questa bellissima pianta ornamentale sostenibile a lungo termine, sia nei vivai che nelle nostre case.